lunedì 7 novembre 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

ATTENTI A QUEI DUE 

Nonno Piero, Kristien Aertssen (trad. Maria Pia Secciani) 
Edizioni Clichy 2022 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
 
"La battaglia sta per iniziare! 
Io sono il cavaliere e il nonno è il mio cavallo. 
Abbiamo già salvato la principessa. 
Dobbiamo ancora combattere contro i guerrieri e il drago. 
Quando giochiamo al gatto e al topo Nonno Piero non riesce mai a prendermi." 

Interno, pomeriggio. Casa dei nonni. Il nonno, Nonno Piero per la precisione, è passato a scuola a prendere il nipote, lo ha caricato sulla bici e poi se lo è portato, pedalando, a casa. Casa dalla quale la nonna tutta in ghingheri è appena uscita per andare al suo corso di danza. 
Interno, pomeriggio, nonno con nipote. Soli, miscela esplosiva. Il bambino lo ha dichiarato chiaro e forte: a lui piace andare a casa dei nonni. E il perché sta proprio in quel nonno (e di riflesso di quella nonna che li lascia soli): Nonno Piero non è solo un cavallo, un gatto famelico, un aeroplano per volare, ma anche un coniglio mangiaverdure, ma anche un mago per le frittate di verdure e una scimmia per i dolci alla banana. Sa essere anche un elefante doccia, ma soprattutto è un grande orso lettore di storie: almeno cinque... prima di addormentarsi. 
Addormentarsi, chi? 

Ci sono alcuni elementi in questo libro che lo rendono all'istante più piacevole di altri che intorno alla stessa questione girano: nonni e nipoti. 
Se li volessimo mettere in sequenza, si potrebbe partire dal titolo. Nonno Piero non è un nonno qualsiasi, è solo quello, è Piero, non Mario. 
E ancora: il fatto di dargli una precisa identità fa sì che immediatamente diventi per chi legge uno più conosciuto di altri e che sia 'di famiglia' e - soprattutto - lo si assimila, per quel Piero dopo nonno, a tutti quei nonni che, per l'appunto nella vita vera vengono sempre chiamati con il loro nome proprio per distinguerli da Nonno Mario, Nonno Luigi ecc. Questo significa, a voler leggere in trasparenza il testo, che si riconosce un preciso ruolo sociale dei nonni all'interno della gestione familiare. Fortunati quei genitori e quei bambini che possono contare su una squadra da quattro, ma potrebbe anche succedere di averne sei o otto. E più si è, meglio è. 
Altro elemento, che potrebbe sembrare un dettaglio, è il fatto che la nonna si tolga dai piedi subito, uscendo fisicamente di scena e imboccando la porta, nonché il margine sinistro della pagina (lo stesso accade al suo rientro, ma ovviamente in direzione opposta). E che abbia preparato una cena inadatta, troppo salutista, alla circostanza. Due minuscole belle idee che creano immediatamente complicità tra quei due (come se ce ne fosse bisogno). 


Il fatto che stia andando anche lei a divertirsi in una cosa che non li riguarda affatto, è un ulteriore dettaglio che mette di miglior umore e che riconferma il piglio 'femminista' di questa artista fiamminga. La sua assenza è necessaria per lo svolgimento di tutta la storia e soprattutto per il finale, con il suo rientro in scena. 
Nonna giovanile e indipendente, nonno in bici, attore, a carponi, poi con un dolore al ginocchio, quindi ai fornelli, alla cura dell'igiene e infine alla lettura in poltrona: sono il ritratto di quella sconfinata categoria di nonni accudenti/divertenti cui vengono affidate torme di ragazzini e ragazzine di genitori lavoratori. 
E i nonni veri, come Piero, avranno anche loro una stanza o un angolo, o un armadio, o un cassetto dei tesori.... 
Questo è per dire che la Aertessen è brava a costruire un contesto riconoscibile e a costruirlo con tutto quello che occorre per mettere i propri lettori in un'area di morbido relax, senza per questo cadere nel 'miele'. 
E a proposito di comfort zone, le illustrazioni fanno il resto.


La Aertessen che abbiamo tanto amato per La regina dei baci (una sbirciatina tra i libri di Leo...) e con Il principe Arturo e la principessa Leila si riconferma una illustratrice della grande scuola, quel tipo di illustrazione sapientemente classica in cui le singole parti della composizione sono riconoscibili all'istante, salvo poi arricchirsi di una piccola serie di dettagli ironici, come la lingua del nonno ai pedali, la canottiera con la S di Superman e i suoi peli, i pantaloni a quadri da cuoco e l'accappatoio di spugna e soprattutto il pigiamone da orso che li assimila: come a dire noi apparteniamo alla stessa famiglia...


E a questo proposito occorre notare due ultime cose: la cura del disegno che si riconosce in quel segno a matita che corre sicuro e non perde un colpo nel raccontare tutto, ma proprio tutto con una precisione fotografica e nello stesso tempo quello stesso segno ha la capacità di portare verso una dimensione tutta emotiva. Come la ottiene? 
A parte tutti gli scenari, dalla collezione di maschere al bagno in fiore, la raggiunge attraverso scelte formali che conducono il lettore - in assoluto silenzio e in modo del tutto inconsapevole - a sentirsi coinvolto, ad affezionarsi a quei due: una per tutte le dimensioni dell'uno rispetto all'altro.


Carla

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