venerdì 3 febbraio 2023

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

I PASSI DA FARE 

L'albero di lillà, María Teresa Andruetto, Mara Cerri 
(trad. I. Carmignani, C, Balestri, E. Casali, R.Cazzato Lombardi, F. Febi, C. Innocenti-Corso FUSP)
Gallucci 2022 


POESIA 

"Lei uscì di casa. 
Attraversò la strada, 
 superò la piazza e passò accanto 
 al lillà in fiore. 
Lanciò un'occhiata all'uomo. 
Poi all'albero. 
Ma non si fermò 
Era uscita a cercare, 
e aveva fretta."

L'uomo che era seduto sotto il lillà la vide allontanarsi e scomparire, perché lei era in cerca. E per cercare nel mondo intero. 
L'uomo incontrato a Nord non era ciò che lei cercava e non lo erano neanche quelli a Sud, a Est e a Ovest. Ciascuno di loro aveva però una caratteristica diversa che la colpiva: le mani di seta, i piedi alati, la voce rotta... 
Fu la zingara incontrata per caso che l'avvertì che colui che lei stava cercando per il mondo era seduto sotto un albero di lillà. 
Lei tornò sui suoi passi e riattraversò il mondo... 

Quando l'incanto dell'Andruetto incrocia quello della Cerri, questo è quello che può capitare. 
Un grande albo pieno di bellezza allo stato puro che sommerge. 
Provare ad arginare la bellezza entro i confini di una definizione è inutile. 
Provare a restituirla a parole in tutta la sua potenza è inefficace. 
Le uniche cose che si può tentare di fare da qui sono due. 
Partiamo dalla seconda: consigliare di prendere in mano questo libro, in silenzio, guardarlo, leggerlo e farsi inondare. Ognuno per sé.


La prima,invece, è quella di abbassare lo sguardo, puntandolo su singoli dettagli. Pagina dopo pagina, in mia compagnia. 
Il primo verso della prima strofa. Piccolo è l'uomo e nulla si sa di lui. Grande è il lillà con la sua ombra e la sua fioritura. 
Mara Cerri ce lo restituisce così, sottolineando i rapporti di forza: una natura preponderante: carnose le foglie a sinistra, acceso il rosso inaspettato e dissonante dei suoi fiori. La pelle del ragazzo riflette i colori circostanti. L'effetto che provoca è quello di essere assorbito dal verde e dal rosa che lo circondano. 
Nelle successive pagine, nella carrellata dei personaggi che interrogano l'uomo su cosa stia facendo - invece di lavorare, conquistare una donna, giocare, essere felice -, tanto María Teresa Andruetto quanto Mara Cerri spostano lo sguardo sull'umanità. 


Lentamente esce dal testo e dalla scena il giardino e la sua potente natura, entrano i dialoghi e nelle tavole si arriva fino alla pagina bianca con un eco di quel rosso iniziale. Tutto lo spazio va ai personaggi, ai loro volti. 
La seconda strofa è dedicata a colei che è in cerca. 
Come nel testo, così nella grande tavola entra in scena, per uscirne immediatamente dalla sinistra. 
Un gesto e un'occhiata veloci, un abito (ah, averlo...) blu lapislazzuli. Uno sguardo veloce, distratto e trasverso verso chi legge e l'uomo sotto l'albero, dalla parte opposta della doppia pagina, quasi trascolora. Lo si vede esattamente come potrebbe averlo intravisto lei. Occorre cercarlo con attenzione per volerlo notare davvero. 
I versi successivi sono dedicati a cosa noti lui nel vederla attraversare senza fermarsi lo spazio davanti a sé.


Mara Cerri riutilizza la pagina bianca - forse una delle più emozionanti del libro - contrapposta al mare di rosa e di verde che segnano ciò che lui vede, riabbassando lo sguardo dopo che lei è passata senza avvicinarglisi. 
Laddove la poesia accelera, i diversi incontri ai quattro angoli del mondo, e si movimenta, altrettanto fa Mara Cerri che cambia spesso la scala delle proporzioni. 
Poi arriva lei, la terza e ultima strofa che, a livello visivo, ospita l'altra tavola che, fosse anche da sola, sarebbe in grado di sostenere il valore del libro. 
Tanto nel testo quanto nelle tavole, la presenza e le parole della zingara sono necessarie. 


Un luccichio nella bocca, le rughe profonde, un occhio più chiaro che sembra spento. 
Tanto è nitida lei, tanto è ambiguo il volto successivo che si compone di disegni sovrapposti, esattamente come accade nella nostra testa quando torniamo al passato, attraverso la memoria: immagini che si accavallano e si confondono. 
Tutto ritorna da dove è partito: all'albero di lillà e tutto si riempie di nuovo di verde e di rosa, ma anche di occhi grandi pieni di stupore nel constatare che - come in un tango argentino - i passi nella vita devono essere tanti, ma devono essere quelli e non altri. 

Carla 

Noterella al margine. Si legge nella pagina dei crediti, quanto segue a proposito di Mara Cerri: "Dopo aver frequentato la Scuola del Libro di Urbino, si è dedicata all'illustrazione, spinta dalla curiosità di ricercare relazioni tra parole e immagini." Si può dire con sicurezza, obiettivo raggiunto.

Nessun commento:

Posta un commento