UN CANTO ANTICO
La trama di ‘Il canto del bosco’, di David Almond, pubblicato da Salani, è particolarmente difficile da riassumere: gli eventi sono in effetti molto lineari, ma ciò che dà sostanza al romanzo è tutt’altro ed è una visione del mondo presente che mette insieme politica, ecologia e un afflato mistico, sempre presente in Almond.
Dunque, la trama: Sylvia Carr arriva in una sperduta località del Northumberland, una regione inglese ai confini con la Scozia; ci arriva con la madre, che vuole evadere dall’angoscioso rapporto col marito, fotografo di guerra. Sylvia non è affatto contenta di essere lì, fra vecchi agricoltori e suonatori di cornamusa, ma già dalla prima notte capisce che quel luogo, in cui non c’è campo per i cellulari, c’è però qualcosa di magico. Questo qualcosa è rappresentato da un suono misterioso che sembra provenire dalla foresta. A farle scoprire i segreti del bosco è Gabriel, un ragazzo solitario, che ha rinunciato ai successi scolastici e che si percepisce strano; insieme perlustrano il bosco e il ragazzo mostra a Sylvia il suo flauto, promettendole di costruirne uno uguale per lei: si tratta di un flauto d’osso, antichissimo. Della presenza di popolazioni preistoriche le aveva già parlato Anthony, un vecchio dal passato oscuro, e le aveva donato degli utensili antichi, ritrovati nei campi.
Le melodie che emergono da questi strumenti primordiali hanno un potere magico, che consente a Sylvia di compiere il suo viaggio iniziatico, di fusione con la natura e con una ragazza proveniente da un passato lontanissimo, e in cui lei si identifica.
Ma il mondo contemporaneo, fatto di amicizie, amori nascenti, voglia di libertà e di ribellione, consapevolezza di vivere in un mondo malato, bussa alla porta: Sylvia ritornerà a Newcastle giusto in tempo per partecipare ad una manifestazione contro il cambiamento climatico.
Molte tematiche si intrecciano in modo inestricabile: dai travagli adolescenziali, la difficile ricerca di una identità nel mondo cui si sente di non appartenere; l’attualità delle tematiche ambientali; il rapporto spirituale con la natura e con quegli spiriti che la custodiscono.
La dimensione spirituale, ultraterrena, è spesso presente in Almond; qui diventa preponderante, dando un valore iniziatico al viaggio compiuto da Sylvia. La condizione di comunione con la natura, cui evidentemente aspirano i due ragazzi protagonisti del romanzo, è l’unica via di salvezza, che consente di conquistare una consapevolezza che travalica le generazioni e si connette con gli albori dell’umanità, cui l’autore attribuisce una sorta di purezza ancestrale.
Il linguaggio utilizzato è, di conseguenza, evocativo, poetico, allusivo, direi musicale e credo abbia dato non pochi problemi alla traduttrice Giorgia Posanti e al suo supervisore Giuseppe Iacobaci.
Questa è sicuramente una delle difficoltà di lettura che il romanzo presenta, poiché l’azione si propone attraverso un periodare descrittivo, allusivo, che cambia spesso ritmo e modalità.
Inoltre, il tema non è dei più semplici, intriso com’è di uno spiritualismo cui i ragazzi e le ragazze sono poco avvezzi.
Sinceramente, non penso che sia fra le opere migliori di Almond, ma merita comunque un’attenta lettura che consiglio a quei ragazzi e ragazze che amino la complessità, che apprezzino la sfida intellettuale che il testo contiene.
Lettura consigliata a partire dai quattordici anni.
Eleonora
“Il canto del bosco”, D. Almond, Salani 2023
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