UNA QUESTIONE DA NIENTE
Edizioni Clichy 2023
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"Non gli mancava quasi niente: o meglio, gli mancava il Niente. Dove poteva trovare il Niente.
Gli era sempre stato detto che nei libri c'era tutto, quindi ci avrebbe trovato per forza anche il Niente.
Ma ben presto si rese conto che nelle migliaia di libri in suo possesso c'era sempre qualcosa: un principe innamorato, diversi modi per riparare un disco volante in avaria o semplici ricette per un ottimo soufflé di patate.
Quindi non era nella sua libreria che il Niente si nascondeva."
Continua la sua indagine il re collezionista di quasi tutto: con il microscopio, ma i piccoli microbi che intercetta sono pur qualcosa. E anche i peluzzi del suo cane sul regale tappetto rosso, anche dopo aver passato l'aspirapolvere, non scompaiono proprio tutti. E andare a osservare il deserto che è per definizione il luogo per eccellenza dove non c'è nulla, non serve a molto: c'è sempre un cactus di troppo che rovina la visuale vuota, si fa per dire, fino all'orizzonte. E il cielo? Men che meno: è pieno di stelle e aerei.
Esasperato il re convoca amici e parenti, il medico e il buffone di corte e con tono regale pretende che loro gli forniscano la chiave per raggiungere il Niente.
Imbarazzo generale. Si aggrappano a una fogliolina sperando che, dandole fuoco, lei produca finalmente il nulla. Ma no, ottengono un infinitesimale residuo di cenere...
Il re è sfinito. Vorrebbe non fare niente e soprattutto non pensare a niente. Ci prova ed è lì che capisce che anche questo non è possibile.
Però però però forse una soluzione ci sarebbe... magari non assoluta, ma approssimativa. Come spesso accade nella vita: bisogna sapersi accontentare.
Non è una questione da niente. Mi si perdoni il facile gioco di parole.
Ma intorno al concetto di Nulla ci si sono rotti la testa molti filosofi. Se non erro da Parmenide in poi. Il concetto di Nulla, teorizzava, esiste di riflesso al suo contrario che è l'Essere. In qualche modo, volendo banalizzare, devono esistere entrambi perché ciascuno di loro possa essere pensato. Quindi il Nulla è qualche cosa che ha a che fare con la filosofia. E molto meno con la scienza, come dimostra peraltro anche il nostro re che al microscopio, oppure guardando il cielo infinito e rarefatto, trova pur sempre qualcosa.
Mi sono informata: tanto i fisici quanto i chimici non hanno mai a che fare con il Nulla assoluto, ma per approssimazione ci si avvicinano moltissimo. Lavoisier mi pare abbia teorizzato che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Dunque...
I matematici, con il fatto che i numeri di fatto sono un linguaggio, cioè a dire qualcosa di costruito ad arte per intendersi e misurare, non ci hanno impiegato poi molto a elaborare l'idea di zero. In verità lo zero, assimilabile a un Nulla filosofico e a un Niente cui il re ambisce, è roba concepita nel Medioevo, quindi un po' ci hanno messo anche i matematici...
Tallec tutto questo lo sa bene, eppure non si ferma e men che meno si spaventa e costruisce un albo che intorno alla dibattuta questione ronza.
Zitto zitto, ci mette dentro un po' di cose interessanti: scherzando afferma che di fronte al Niente la chimica e la fisica si devono arrendere. Se guardi dentro un microscopio vedrai sempre qualcosa che esiste. Magari infinitesimale come un neutrino.
Se sei un astrofisico e guardi l'infinito, lo spazio che ci avvolge anche nella sua espansione che è appunto infinita la materia continua a esserci, magari polvere cosmica. Se bruci una fogliolina (ma è un chiodo fisso?), ottieni cenere, se togli i cactus dal deserto ci saranno i granelli di sabbia. E se decidi di togliere i peli del cane dal tappeto, stai pur certo che almeno uno ne rimarrà e parlo per esperienza.
Tuttavia la cosa ancora più interessante dal punto di vista del ragionamento che Tallec fa e che pare incontrovertibile è che il Nulla non esiste davvero. Il Nulla esiste solo nella nostra testa, con corona o senza. Peraltro anche se già solo pensarlo ovvero immaginarlo è roba davvero complessa. Lo sa bene quel povero re che, sdraiato sul prato, non riesce proprio a non pensare a nulla.
Così anche a Tallec l'unica carta che rimane da giocare è quella filosofica: se io elimino l'essere per opposto ottengo il nulla, o qualcosa di molto vicino. Se io elimino il tutto magicamente ottengo il niente. Ed ecco che Tallec fa la sua bella capriola e quello che fino a un momento prima era una questione essenzialmente speculativa adesso può diventare un suggerimento etico.
Messo in mano a dei ragazzini, potrebbe uscirne tanto.
Delle illustrazioni non c'è nulla da dire: è Tallec con il suo re in tuta d'acetato...
Carla
Nessun commento:
Posta un commento