ODE ALLA SCUOLA PUBBLICA
(trad. Maria
Bastanzetti)
Babalibri 2023
NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 7 anni)
"La vita della principessa Delfina non era
divertente. Suo padre faceva avanti e indietro tutto il giorno da una stanza
all’altra, e così macinava più o meno diecimila passi all’ora.
Aggrottava le
sopracciglia, corrugava la fronte, si schiariva la regale gola e ripeteva ogni
cinque minuti alla sua unica figlia: «Non dimenticarti che sei una
principessa!".
Il dubbio le era sorto ben presto: a essere una principessa, lei
non ci aveva guadagnato un bel niente. Viveva con i suoi genitori, monarchi in
disarmo e totalmente fuori moda, in un palazzo decrepito in cui pioveva dai
soffitti, freddo gelato. Ed era maledettamente sola: servitù andata, istitutrici
scomparse: solo quel padre peripatetico e quella madre sempre a letto che non
facevano che ripeterle che lei non doveva mai dimenticare di essere quello che
era, ossia una principessa. Implicitamente le stavano dicendo che lei non si
sarebbe dovuta mischiare con nessuno che fosse di lignaggio inferiore.
Quindi,
in altre parole, era votata alla solitudine e parole come amici, sport, risate,
giochi a lei erano del tutto ignote.
Fino al momento in cui una Rolls parcheggia
davanti al palazzo...
Questa è la storia di una bambina che, complice la
decadenza della monarchia, dal balcone del palazzone in cui vive ora, nel suo
nuovo appartamento trecamereecucina, assapora quella che può essere la vita
"reale".
Susie Morgenstern è simpatica a pelle. Lo posso testimoniare.
Ironica
il giusto, con una grande empatia nei confronti di chi ha davanti, decisamente
una penna felice e una testa in cui le buone idee per imbastire storie non
mancano.
Diciamo che in lei fa la differenza proprio questo, ossia la capacità
di costruire storie belle e solide, credibili e
complesse, che si tengano lontane da qualsiasi tentazione di diventare semplicemente e banalmente storie per dimostrare questo o quello.
La sua lettura del mondo e della realtà ha un respiro più ampio, il suo è uno sguardo aperto e interrogativo che tiene conto di molti fattori. Il punto di vista, mai scontato.
Complice forse anche il fatto che ha sempre dimostrato un gran
fiuto nel tenersi lontano dalla trappola dei libri che danno risposte, invece
che porre domande. Troppo intelligente per cadere nel tranello.
Questo è
per dire che nei suoi libri mai 'il tema' brilla sulla superficie. A
splendere è molto di più la storia raccontata nella sua complessità di fatti,
relazioni e intrecci tra diversi personaggi. A ben setacciare ovviamente la
questione viene fuori, ma si presenta in tutto il suo spessore, in tutte le sue
diverse possibilità di essere interpretata.
Vero è che certe questioni le sono
più care di altre. Magari anche solo perché sono nel suo DNA.
Anche le
principesse vanno a scuola mette nero su bianco un bel po' di cose. E lo fa con
il registro che le è consueto e congeniale: l'ironia e che condivide con Serge
Bloch.
Uno sguardo bonario, il loro, che non perdona.
Con Bloch, Morgenstern
condivide anche la leggerezza: nel disegno come nel racconto
nulla si appesantisce o peggio annoia il lettore. Tutto però prende senso.
quindi, dopo
aver ben disegnato a parole e a china i tre personaggi principali, la famiglia
reale e la vita di stenti che fanno in tutta nonchalance, arriva la svolta che cambia lo scenario.
Niente palazzi reali, ma palazzoni brulicanti di gente comune: un bel condominio.
Nuovo cambio di scena quando la principessa esce e pedina
quelli come lei: bambini che tutti insieme si riuniscono in uno strano luogo per
fare cose ancora più misteriose: in altre parole entrano a scuola.
Ci siamo: qui il
racconto spicca il volo e comincia una esilarante catena di equivoci,
misteri che si chiariscono e divertenti situazioni in cui una principessa, pur
con il suo scomodo abbigliamento di sempre, tra crinoline e coroncine, tenta
ogni carta possibile per diventare finalmente 'solo' una bambina. Lo scatto di
qualità è qui: Morgenstern mette in rotta di
collisione la fiaba principesca con la realtà di un quartiere di una città, la
vita in una fiaba con la vita vera di una piccola comunità cittadina.
Continue 'incursioni' di una nell'altra.
Come possono i bambini lettori restare seri e non divertirsi di questo?
Ridere della contrapposizione tra la vita vera e le fiabe: un re che si toglie le regie pantofole e va a iscrivere sua figlia
in una scuola pubblica. E un re che capisce di dover lavorare per guadagnare. Una regina che va in abito lungo per centri commerciali a
comprare delle scarpe da ginnastica alla figlia e un re che, stanco a fine
giornata, ronfa davanti al nuovo televisore in cui scorre il telegiornale.
Che oltre alla risata ci sia anche un senso in tutto questo, credo di non doverlo dire.Ognuno se lo trovi da sé e nel frattempo si goda una
storia piena di scintille e fuochi d'artificio.
Morgenstern e Boch. Ancora e
ancora.
Carla
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