UNO STRANO MERCOLEDÌ
In una anonima cittadina della provincia americana, Amber Springs, è consuetudine che l’ultimo mercoledì prima della fine della scuola, gli alunni di terza media ricevano una camicia nera e la foto tessera di un ragazzo o una ragazza morti in un incidente stradale: per un giorno sono invisibili a tutti, non fanno lezione, non sono puniti.
È proprio all’alba di un Mercoledì dei Morti che conosciamo Bruco, il timido protagonista dell’ultimo romanzo di Jerry Spinelli, ‘Ricordami di mercoledì’, pubblicato recentemente da Mondadori con la traduzione di Angela Ragusa.
Naturalmente, la maggior parte dei ragazzini non percepisce il lato educativo di questa tradizione, quanto un insperato giorno di festa in cui tutto è sostanzialmente permesso.
Robbie, questo è il suo vero nome, si alza pregustando una giornata di scherzi e imprese mitiche, come una rissa già organizzata per il pomeriggio, cui pensa di assistere insieme al suo amico del cuore Eddie. Tanto Eddie è popolare, quanto Bruco si considera invisibile, un osservatore del mondo, nascosto dietro i suoi brufoli.
La mattina dunque scorre come previsto fino a quando non si arriva al momento clou della giornata: l’assegnazione della foto tessera e della camicia nera. Accade l’imprevedibile, Bruco si trova di fronte l’inquieto fantasma della sua ‘spiaccicata’: Rebecca Ann Finch, morta a diciassette anni, gli si presenta davanti in pigiama e pantofole color lampone.
Comincia così un percorso stravagante in cui Becca e Bruco si confrontano, raccontandosi le rispettive vite: Becca era passata alla storia per aver rinchiuso in un barattolo tante lucciole e per averle fatte morire tutte, essendosi dimenticata di praticare dei buchi nel tappo; questa esperienza infantile l’ha segnata, ma non le ha impedito di vivere un grande amore; proprio l’amore per il suo Pupucchio, nomignolo che aveva assegnato al ragazzo che amava, è stato l’origine del suo incidente: una bravata, alla vigilia di Natale, per non stare lontano da lui e fargli avere il regalo più bello. Nello stesso tempo, Bruco non può sottrarsi al racconto della sua vita, dei rapporti con gli amici e con le ragazze, che riesce solo a guardare da lontano.
In questo confronto è difficile dire chi aiuti chi, se sia Bruco ad aiutare Becca a superare i suoi sensi di colpa, o se sia Becca che aiuti Bruco ad accettarsi così come è.
Alla fine di questa giornata entrambi hanno raggiunto una diversa consapevolezza di sé.
Jerry Spinelli mostra come sempre una straordinaria capacità di cogliere i turbamenti profondi che attraversano le vite dei ragazzi e delle ragazze, li descrive con acume e sensibilità, riesce ad avere sempre uno sguardo che si muove alla loro altezza, senza giudicare le debolezze, i difetti, le incertezze dell’inquieta età di mezzo.
Tuttavia, mi sembra che la situazione presentata in questo romanzo risenta di una certa astrattezza, appesantita dalla necessità di parlare di un tema difficile, come la morte degli adolescenti negli incidenti stradali. Avrebbe potuto trarne una trama in chiave drammatica, ha preferito i toni semi seri della commedia, sicuramente efficaci con un pubblico di lettori e lettrici intorno ai tredici, quattordici anni.
Anche la narrazione tutta al presente, in presa diretta, incentrata sulla lunga passeggiata dei due protagonisti, si traduce in immediatezza, in una sorta di corpo a corpo fra i protagonisti e il lettore.
Però, anche qui, vedo il limite di un racconto che si esprime in una sorta di flusso di coscienza, di una sequenza di confessioni intime che si intrecciano a degli squarci di realtà: lettrici e lettori giovani spesso si disorientano in una narrazione che non si incanali sulla sequenza di fatti, azioni e, preferibilmente, colpi di scena.
Nonostante le difficoltà sopra esposte, il romanzo può essere consigliato a ragazzi e ragazze, sopra i dodici anni, che abbiano una forte propensione all’introspezione.
Eleonora
“Ricordami di mercoledì”, J. Spinelli, trad. A. Ragusa, Mondadori 2023
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