SAN MARCO
Da un episodio storico preciso, la sottrazione da parte di due mercanti veneziani delle reliquie di San Marco, conservate ad Alessandria d’Egitto, prende spunto il secondo romanzo che Davide Morosinotto dedica alla saga dei Da Mar.
Siamo nel gennaio dell’anno 828, in una Venezia non ancora grande, contesa da bizantini e seguaci dell’Imperatore; qui avviene un complotto che porta all’incarcerazione di un noto mercante, Giovanni Da Mar, lontano erede di quel Pietro protagonista de ‘Il figlio del mare’ .
Il cadavere di un funzionario bizantino, Berengario, viene fatto ritrovare vicino alla Casa Da Mar, in modo da coinvolgere il mercante in un ipotetico complotto, che, ovviamente, ne causa la carcerazione.
Ma non è Giovanni Da Mar il protagonista del romanzo, quanto sua figlia Angela, alta, forte, abituata ad andare per mare, il più delle volte di nascosto. È lei, infatti, a scoprire il cadavere e a doversi nascondere presso la casa di un commerciante amico del padre. Rinchiusa in una soffitta, non è però sola: a farle compagnia c’è la presenza immateriale del Santo, cioè di San Marco. Non solo, la ragazza riesce anche a fare conoscenza con i figli del mercante, Andrea e Matteo.
Per salvare l’onore del padre e ridare dignità a Casa Da Mar, Angela non può che imbarcarsi, travestendosi da maschio, in una delle navi, guidate dai due mercanti, Bon da Metameuco e Rustico da Turricello. A spiegarle la natura della spedizione è un misterioso monaco: si tratta di recuperare le reliquie di San Marco, conservate ad Alessandria d’Egitto, per riportarle a Venezia; ma per consegnarle a chi? A contendersele c’è il doge legato a Bisanzio e il vescovo di Aquileia, vicino all’Impero.
Dunque Angela si trova invischiata in un gioco di spie, di tradimenti, di disvelamenti davvero troppo complessi per una ragazzina, per quanto possa essere intelligente e intraprendente.
Dunque parte per Alessandria, portandosi dietro quella mezza medaglia che dà origine al suo casato, e da lì si dipana un’avventura che coinvolge anche i due ragazzi, Andrea e Matteo, che si contendono, fra l’altro, il cuore di Angela.
Come in ogni buon romanzo d’avventura, si susseguono i colpi di scena, le battaglie navali, gli inganni e i contro inganni; i personaggi principali sono come ingranaggi di un meccanismo narrativo che ne cambia la natura, da fedeli amici a traditori e vice versa. L’unico punto di riferimento di Angela, coraggiosa e tenace come pochi, è la voce del Santo, che la indirizza e la guida in questo labirinto di inganni.
Come vada interpretata questa presenza immateriale è scelta del lettore: può pensarla come espressione di una religiosità ingenua, oppure come parte di un dialogo interiore. Il fatto è che non ha un ruolo secondario nello svolgimento dell’azione ed esprime ragionamenti piuttosto improbabili per essere il frutto di un ragionamento ad alta voce di un’adolescente. È anche vero che lo sfondo di questo racconto è rappresentato anche dalla devozione popolare nei confronti di San Marco, protettore della città di Venezia, col suo potente simbolo del leone alato.
Come nel romanzo precedente, anche qui la ricostruzione storica è minuziosa, attenta ai dettagli, ma non è mai pedante. Il lettore o la lettrice poco curiosi possono leggere il romanzo come una bella storia d’avventura, ma io consiglierei di leggere e approfondire, di cercare i nessi e gli indizi nascosti, di scoprire o riscoprire il fascino di una città incantata come Venezia.
Come nel precedente romanzo, le illustrazioni sono di Lucrezia Buganè e accompagnano il racconto come tavole di un libro miniato, di cui riprendono anche i capo lettera che aprono ciascun capitolo.
Lettura caldamente consigliata a partire dai dodici anni.
Eleonora
“La ladra del vento”, D. Morosinotto, ill. di L. Buganè, Mondadori 2023
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