Smarriti, Sam Usher (trad. Maria Pia Secciani)
Edizioni Clichy 2024
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Stamattina, quando mi sono svegliato, era tutto grigio e freddo e triste.
Ho detto: 'Nonno, oggi non ho voglia di fare assolutamente niente per tutto il giorno'.
Il nonno ha detto: 'Abbiamo solo qualche commissione da fare... e non si sa mai, potremmo anche divertirci!"
Fuori piove e sta cominciando a nevicare. Ma si parte lo stesso, con quel nonno lì.
Prima tappa, negozio di ottica. Gli occhi del nonno senza occhiali servono a ben poco ormai.
Seconda tappa, la biblioteca. Perché è lì che si trovano le informazioni importanti che il nonno sta cercando.
Terza tappa, l'emporio. Dove si trovano gli utensili necessari per costruire qualcosa.
Quarta tappa. Casa per progettare e costruire quel qualcosa... il miglior slittino del mondo.
Nel frattempo la nevicata ha riempito ogni superficie di neve soffice, quindi si è creato l'habitat ideale per un nonno e un nipote con uno slittino nuovo di pacca da collaudare.
Attaccato a un palo, si intravede un cartello che annuncia lo smarrimento di Loopy, canetta nera. Ricompensa per chi la trova: una torta.
Lo slittino è il mezzo ideale per muoversi con rapidità nella tormenta di neve, invocando il nome di Loopy.
Slittina, slittina, nonno e nipote parrebbero persi alla ricerca di un cane perso... E intanto la tormenta li tormenta fino a che non trovano un riparo di fortuna dietro il cocuzzolo di un monte.
Lì conviene fermarsi e aspettare che qualcosa succeda.
Ed effettivamente qualcosa succede.
Era il 2021 quando mi auguravo che, uno dopo l'altro, i libri di Sam Usher arrivassero anche qui da noi. Ed è successo.
I primi quattro titoli dedicati, in qualche misura, alle stagioni - Neve (2021) Pioggia (2022), Temporale (2022), Sole (2022) - e quindi quelli dedicati a quattro condizioni e a quattro 'ambienti' che l'umanità può condividere con gli altri viventi più selvatici- Liberi (2023), Selvaggi (2023) e ora Smarriti.
E siccome di questi libri di Sam Usher più ce n'è meglio è, ne dovrebbe uscire anche un quarto che sarà 'speculare' a Smarriti. E poi ancora un altro: "spaziale".
Sam Usher, come ogni buon cuoco, sa che ogni buona ricetta ha una base solida su cui appoggiare l'inventiva che la rende ogni volta diversa e nello stesso tempo originale e unica, pur restando riconoscibile.
La base solida è fatta di un contesto di partenza, la casa del nonno, di due personaggi chiave, nonno e nipote, e infine di uno schema ben calibrato per raccontarli in azione.
Queste tre cose non cambiano e, come in ogni serie che si rispetti, costituiscono la tana 'calda e nota' in cui riaccogliere i propri lettori.
Giusto così.
Si ripropone ogni volta lo stesso tipo di relazione felice che tiene insieme il nonno intraprendente, metodico e colto e il nipote casalingo, curioso e volenteroso.
Lo stesso incipit, possono variare tra loro per inezie, è lì ad accendere la nuova miccia e a dire ai propri lettori: siete pronti a una nuova partenza, seppur collaudata?
Il nipote è lì sul suo letto ad aspettare il nuovo che arriva.
Lo stesso si potrebbe dire per i finali in cui nulla si chiude in modo definitivo, anzi tutto sembra riaprirsi verso il giorno successivo. Spesso con una domanda.
Va da sé che non l'ha inventato Usher Domani è un altro giorno...
Altrettanto consolidato pare essere il ritmo e il tipo di scansione dello spazio della pagina: la tavola singola, quella doppia quando c'è da rallentare e godersi 'il panorama', o quando l'avventura è al suo apice, la scansione in panel, di norma verticali, quando invece c'è da accelerare come se si fosse in un susseguirsi di fotogrammi o di un fumetto, oppure ancora le brevi sequenze quando è necessario scandire i singoli passaggi di un'azione su cui il testo dice solo l'essenziale.
Insomma, Sam Usher conosce il lessico dell'albo.
Ecco, questa è la sua ricetta che sta alla base dei sui libri. Su di essa ogni volta inventa piccole variazioni sul tema, che danno ai sette libri un sapore leggermente diverso, anche dal punto di vista strettamente visuale.
Dunque, appoggiandosi su questa struttura certa e più volte sperimentata, si concede di volta in volta una piccola serie di 'divertissement' sia a livello figurativo, sia nel testo.
Giusto così.
Qui, in Smarriti, per esempio, nel disegno i bambini noteranno subito che a essersi persi sono piuttosto i proprietari di Loopy, piuttosto che Loopy stessa. Ma vabbè, sulla questione è meglio tacere.
Nel testo, invece, definirei quanto meno esilarante - sembrerebbe quasi un omaggio all'italiano - la scelta del nome della canetta smarrita, Loopy, che in lingua originale non fa ridere quanto lo fa invece se viene invocata ai quattro venti da lettori nostrani.
E se tra loro c'è anche uno scout riderà ancora di più: tre volte, Loopy, Loopy, Loopy, mi raccomando. Altrimenti, si ride solo il giusto.
Carla
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