lunedì 22 luglio 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

POCHE PAROLE, CONTATE E MISURATE

Bambina senza alleati - Poesie, Cristina Bellemo, Sara Dalla Pozza 
AnimaMundi Edizioni 2024 


POESIA ILLUSTRATA

"Tu ne fai 
una questione 
di statura chissà che la sorte 
non sia troppo avara 
e regali ancora 
qualche centimetro 
come nelle fiabe domandi 
allo specchio 
o al fondo
dei pantaloni alla
matita scarabocchiata
sul muro 
e io qui in silenzio ti guardo
e imparo 
quanto sarà difficile 
essere alla tua altezza." 

Come in molti libri di versi, diversi sono i percorsi che si possono intraprendere e i panorami che si possono manifestare agli occhi di chi legge. Ognuno, nei silenzi della poesia, ha agio di partire, esplorare e trovare il proprio. 
Qui mi pare di averne individuati alcuni, che vanno in direzioni anche lontane, che portano a scenari mutevoli ma che hanno un medesimo punto di partenza e anche di arrivo: Cristina Bellemo. 
Mi pare di vedere la sua infanzia, ci sono i suoi figli, c'è il suo essere madre, il suo quotidiano, la sua generosità, la sua fede, la sua scrittura. Ma inevitabilmente ci sono anche io dentro che suono: la mia infanzia, i miei figli, il mio essere madre. 
In altre parole, c'è lei che scrive e io che leggo dentro quella Bambina senza alleati
Tra i diversi, ne scelgo tre che forse sono quelli che più giustificano il parlare di un libro così, qui. Come se ce ne fosse bisogno... 
Il primo: un grande e un piccolo. 


Con tutte le diverse declinazioni che tale rapporto reciproco può generare: appartenersi, riconoscersi eppure essere diversi. E anche quel constatare che mai si perde, o mai si dovrebbe perdere per un adulto l'essere stato bambino. Un po' come a voler chiudere il cerchio, tornare a quando tutto è cominciato. 
Io avrei deciso di partire da Tu ne fai perché mi pare tanto trasparente e lieve quanto solida come un paradigma. 
Mi pare possa cogliersi lo sguardo di un grande, pieno di tenerezza nei confronti di chi sta crescendo, e di un piccolo che di quella crescita ora ne percepisce solo una questione di statura. 
E ancora racconta di uno sguardo adulto pieno di rispetto e fiducia nei confronti del piccolo. Ne constata  un'altra grandezza, e lo fa giocando con il senso metaforico della parola altezza... 
E ancora in Benedizione si ritrova quella spinta fiduciosa che ogni genitore dovrebbe saper dare ai propri figli, mai dimenticando il senso - anche quello più propriamente laico - che c'è dietro ogni benedizione, augurio di vederli partire per una strada scelta. 
Ancora in Te l'avevo detto, c'è il ribadire che piccoli e grandi hanno modi di stare al mondo diversi. Adulti che siete qui, non dimenticatelo mai! 
E ancora. A proposito di grandi alle prese coi piccoli È andata così segna una sorta di punto di partenza: l'inizio di un percorso di maternità cui si affianca quello di una paternità, dal respiro di sollievo fino alla prima doccia, tornata a casa dall'ospedale. Qui tutto si vede, tutto si sente, tutto diventa sensazione: dal dolore dei punti che tirano, camminando, al bagno riscaldato, all'asciugamano sul termosifone, la paura di morire che si lava via e che conferma che quello è amore che non può finire. 
Il secondo percorso ha a che fare ancora con Cristina Bellemo, ossia con il suo essere quel che è. 

Saper abitare 
la sfocatura 
senza premura 
di essere 
scoperta. 

Beh, accidenti, che grande consapevolezza e che grandi occhi visionari per raccontarsi! E che potenza in questa sintesi. Un'immagine che nel suo essere sfocata ha il merito di diventare universale. Tutti la possono intuire e, volendo, anche riconoscere, se si ha avuto la fortuna di incontrarla almeno una volta.


Anche qui passa tutto attraverso poche parole, contate e misurate, che però, come una ricamatrice sapiente, lei sa tenere insieme, grazie a punti serrati e filo colorato (Silvia Vecchini nella sua nota finale segue questo filo).
Così come la matita lieve di Sara Dalla Pozza, talmente lieve che i versi del retro della pagina emergono come filigrana, la immagina con ago e filo a cucire parole, lei effettivamente ricama sulla pagina il suo amore per la lentezza, il suo desiderio di stare nell'incertezza del suo profilo, la sua ritrosia a mettersi in prima fila. 
Ma a ben vedere quante altre molteplici letture si potrebbero dare di questi pochi versi? Quanti possono riconoscere parti di sé? 
E se fosse invece la timida affermazione di un'adolescente (leggere mi chiudo per averne forse conferma?) 
L'ultimo tratto di strada tra i suoi versi riguarda lo scrivere poesia, che qui è davvero ricamare. 


Una su tutte, Cane che abbaia
Il variegato elenco di suoni che Cristina Bellemo mette in ordine sparso (purché suonino) magicamente diventa due cose: una storia di un giorno (il martedì?) e una vera e propria colonna sonora che la poeta vuole - o deve - considerare... 
Qui i versi finali:... 
Accadono qui 
le parole 
si tenga conto 
per favore 
dell'influenza
 sulle trame e sulle scritture 
le colonne sonore 
non sono certo questione 
di secondaria importanza 
nella formazione 
 dell'autore 
il silenzio il rumore. 

Ecco fatto, un bel libro di poesia.

Carla

1 commento:

  1. Splendido commento che permette di approfondire ciò che magari gi è sfuggito.Ma la poesia va sempre riletta perché ogni volta potremmo avere una diversa...rivelazione ❤️

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