lunedì 17 febbraio 2025

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

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Il piede di Freki, Pija Lindenbaum (trad. Samanta K. Milton Knowles) 
Terre di Mezzo 2025 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 

"Quando Freki è andato a letto, quella sera, aveva le scarpe ai piedi. 
Erano nuovissime. Molto veloci, ma anche belle.Proprio quelle che desiderava. 
Di notte, Freki ha sognato di correre e riuscire a scappare da Ove, il cane del vicino. 
La mattina dopo Freki scopre che una delle scarpe è scomparsa. 
A guardare meglio, vede che è svanito anche il piede." 

La ricerca della scarpa comincia subito, ancora con il pigiama addosso, nel bidone, sotto il letto, nell'armadietto del bagno o dietro il water. 
In verità una sua logica questa fuga ce l'ha: la scarpa, annoiata da un'intera notte sotto le coperte, ha deciso di fuggire. Certo, ragiona tra sé Freki, non deve essersi ricordata che con lei, ossia dentro di lei, c'era anche il piede...
 

Il problema viene posto anche alla madre, nella consueta sequenza: scarpa fuggita, con piede dentro. Lei, che è in cucina a dar la pappa al fratellino di Freki, non pare scomporsi più del necessario. Tuttavia, mentre finisce di asciugarsi i capelli, dà al suo figlio maggiore due cose importanti: la merenda e il consiglio di guardarsi dal cane Ove. 
Comincia così la passeggiata claudicante di Freki attraverso la città in cerca della sua scarpa e, incidentalmente, del suo piede sinistro. Attacca i cartelli che ha preparato e fa incontri illuminanti. Ma della scarpa ancora nessuna traccia. Che sia stato l'accalappiascarpe a trovarla per primo? Ma esiste poi? Oppure potrebbe essere caduta in acqua o finita all'amo di quel pescatore. Ma no. 
Neanche lungo il sentiero che attraversa il bosco c'è la sua scarpa fuggita. Men che meno il piede. In compenso c'è una ragazzina con il berretto rosso che lo rassicura che l'accalappiascarpe è tutta un'invenzione dei grandi... 
Palestra, calzolaio, sotto le auto parcheggiate: niente da fare scarpa e piede sembrano essersi volatilizzati... 

Ancora e ancora e ancora Pija Lindenbaum! Non ce n'è mai abbastanza
La cosa che succede qui non è poi molto dissimile da quello che avevamo visto succedere in Else-Marie e i suoi sette papà. In un contesto di assoluta normalità, nella vita quotidiana di un bambino o di una bambina si incista qualcosa di assolutamente distante dalla realtà e quindi totalmente assurdo. 
Lì c'erano sette papà alti come un birillo, che in squadra si comportavano come veri e propri padri, qui invece ci sono una scarpa con relativo piede calzante che spariscono dalla circolazione. Dopo essersi staccati dalla caviglia di un ragazzino, entusiasta delle sue scarpe nuove. Qui come lì, allora come oggi, si fa buon viso a cattivo gioco e il guaio magicamente si dissolve nel nulla. 


Là la piccola Else-Marie in trepidazione per i possibili commenti dei suoi compagni di classe che hanno un solo papà a grandezza naturale, nel vedere lei circondata da ben sette papà ma bonsai, decide di dormirci sopra. 
Qui Frike, visto che della scarpa e del piede non se ne vede neanche l'ombra, decide che forse il tempo possa essere impiegato meglio che inseguire qualcosa o qualcuno che non vuole farsi trovare e prendere... 
Meglio andare al bosco e giocare a legnetti con la bambina dal berretto rosso! 
Beh, i bambini sono economici. Me lo diceva sempre il pediatra di mia figlia ogni volta che mettevo sul fuoco un'ansia diversa e lui provava a rassicurarmi sul fatto che i bambini sanno molto bene trovare in autonomia la loro strada. Che di solito è la più dritta, quindi la più economica, in termini di sforzo. 
Le cose belle che accadono in questo libro, a parte il colpo di genio di averla concepita, una storia del genere: così tanto assurda quanto autentica nei suoi risvolti umani, sono nelle pieghe, ma non solo. 
Provo a metterne una decina in elenco, così come entrano in scena, poi ognuno giudicherà per sé. 
La prima: la passione universale che tutti i bambini del pianeta dimostrano nei confronti delle scarpe. Possibilmente nuove.
La seconda: la stanza buia di Frike, vista dall'alto. 


Quel gran nero attraversato dai profili di mobilio e suppellettili fatti a matita azzurra. 
La terza: l'ordine di priorità dei fatti. Mi manca una scarpa, ah mi manca anche il piede che c'era dentro. Non fa una grinza, soprattutto se è vera la prima delle cose belle. 
La quarta: tale ordine è lo stesso che applica la madre di Frike. 
La quinta: la scena di vita casalinga, in cui si vede una signora lievemente 'sformata' dalla vita che tenta invano di far mangiare un piccoletto che esprime tutto il suo disgusto di fronte al pappone che ha nel piatto davanti. Un piccolo capolavoro, quell'asciugamano sulle spalle per non inzupparsi la vestaglia, a doccia fatta. Asciugamano che poi diventa protagonista assoluto nella tavola successiva.


La sesta: l'incontro con un signore con gli stivali con gli speroni e un cordino di cuoio al collo e un orologio da polso al polso e il carrello della spesa: peccato sia un tasso. Un gentiluomo, tasso cow-boy? 
La settima: il piccolo Freki nel grande bosco. 
L'ottava: l'argomentazione inoppugnabile della poliziotta in partenza per le ferie: te la devi cavare da solo! 
La nona: come risolvere, senza dannarsi, il problema di piede e scarpa mancanti. 
Tutto qui? Tutto qui!

Carla

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