mercoledì 24 settembre 2025

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

A VOLTE LA STRANEZZA E’ UN FENOMENO LOCALE 


È Florian, il protagonista dell’ultimo libro pubblicato da Camelozampa di Guus Kuijer, che pensa che la stranezza a volte sia un fenomeno locale: per esempio, dice, capita che stia per arrivare un temporale e invece si ferma in Belgio. 
Florian pensa a questa cosa della stranezza un giorno in cui un piccolo passero decide di posarsi sulla sua testa, a lui pare che la stranezza sia cosa solo sua, invece il libro trabocca di personaggi strani. 
Forse la stranezza è un fenomeno locale e interessa soprattutto l’incrocio della Charles Darwinstraat, dove vive la signora Raaphorst, una nonnina che condivide con Florian Nico, il passero che sta sulle loro teste.
Florian conosce la nonnina perché si chiede dove se ne vada Nico quando non sta con lui e lui se ne va sulla testa dell’anziana donna che ogni tanto scambia Florian per suo figlio. Dal momento in cui Nico decide di stare sulla testa di Florian, al bambino capitano tantissime cose, tra cui l’amore appassionato di Katja, una compagna di scuola di un anno più grande e di due spanne più alta. 
Ciò che accade, come spesso succede nei libri di Kuijer, è molto semplice: con lui non ci troviamo mai tanto in trame complicate, quanto piuttosto in profonde trame di relazione. Florian e Katja cercano di aiutare la sempre più svagata e solitaria nonnina, fin quando la situazione non degenera. 
Florian, via via che il libro avanza, si convince sempre più che la sua testa funzioni solo con Nico, senza di lui si sente perso, confuso. Il ragazzino ha dieci anni ed è esattamente all’inizio di quell’età di mezzo in cui usciti dall’infanzia si comincia ad attraversare il mondo adulto con orgoglio e paura. Certo gli adulti che lo circondano non sono molto rassicuranti: c’è, appunto, la nonnina di cui prendersi cura; c’è la maestra Petronella che lo rimprovera sempre per la sua aria svagata e i suoi infiniti sbadigli; ci sono i genitori di Florian che non fanno altro che battibeccare, per quanto lo facciano con ironia. 
A chi può affidarsi dunque Florian? 
Nico offre una strada. 
In realtà il piccolo passero è il primo, non l’unico, a offrire un’ala di salvezza. 
La mente di Florian attinge a tutto il mondo animale per raccontare ciò che sta succedendo, ma soprattutto per raccontare se stesso: dentro di sé ha degli elefanti che passano dall’essere rosa ed enormi quando sta con Katja, per poi tramutarsi in grigi e pesanti e immobili quando è preoccupato. Poi ci sono i conigli, nell’ultima meravigliosa metafora che utilizza per spiegare che gli animali si adattano al mondo che cambia, è così che dai conigli derivano le lepri e forse anche lui dovrebbe farlo quel salto di adattamento che un po’ lo spaventa. 
Anche Florian è un animaletto, che non sa bene cosa fare e perché, e cerca di agganciarsi a tutti i possibili appigli il mondo gli ponga di fronte. A volte si fa trascinare da Katja, che al contrario di lui, è attenta, presente, sul pezzo diremmo, che in un attimo trova soluzioni, che sa chi è. A volte soccombe alla maestra e decide di scappare, oppure cambia discorso quando i suoi cominciano a discutere. Nonostante ciò, Florian non demorde mai e continua nel libro il suo soliloquio a tentare di capirsi: 
“In mezzo al cortile, solo tra tutti quei bambini che giocavano, Florian capì che doveva inventarsi e che solo dopo sarebbe stato qualcuno”. 
Il nostro eroe dunque per inventarsi passa attraverso la solitudine, senza Nico, senza amici, e comincia a definirsi. 
Il libro si accompagna alle illustrazioni della bravissima Alessandra Lazzarin, che ci conducono tra i corpi dei protagonisti, ma soprattutto tra le loro posture, così aderenti all’idea che ci siamo fatti di questi personaggi strambi della Charles Darwinstraat. 
Sono da anni una grande estimatrice di Kuijer: penso abbia scritto e descritto l’infanzia in modo impeccabile, alternando il tono serio a quello buffo, addentrandosi come pochi altri nella mente di ragazzini e ragazzine.
Anche questo libro procede sui pensieri di Florian, con poche parti descrittive ma con uno sguardo tagliente e veloce sul mondo. Il dialogo la fa da padrone perché è proprio nell’altro, che sia un altro animale o umano, che i protagonisti di Kuijer trovano loro stessi. Il sorriso non vi lascia mai, nei suoi libri, così come la tenerezza, sentimento così poco di moda in questi tempi. 
Chiuderei con la frase del libro, adatto dai 10 anni in su,  che meglio sintetizza come mi sono sentita alla lettura di questo breve e intenso romanzo: 
“A volte qualcuno diceva qualcosa che ti faceva venire la pelle d’oca, non di fuori ma di dentro. La pelle d’oca al cuore.” 

Valentina 

“Florian” di Guus Kuijer, ill. di Alessandra Lazzarin, trad. Valentina Freschi, Camelozampa 2025 

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