lunedì 26 novembre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL BAMBINO CHE TUTTO PUÒ

La mia magia, Gaia Guasti, Simona Mulazzani
Camelozampa 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"La mattina il sole sorge per scaldarmi.
La mucca fa il mio latte.
Il fornaio cuoce il pane per me.
Le mie nuvole corrono in cielo.
Il gatto mi fa le fusa.
Chiamo. Una voce risponde."

Ha due grandi occhi scuri, i capelli biondo-rossicci, di giorno indossa una maglietta a righe e di notte un pigiama a pois: è un bambino-creatore del mondo, dei mondi. Fa colazione con pane e marmellata. Quando chiama c'è sempre qualcuno che arriva: ha una mamma che gli legge, un gatto con cui giocare. Quando fa tramontare il sole e venire la notte, la sua casa si addormenta e il bambino che tutto può, chiude gli occhi, non prima di aver acceso stelle e luna, e poi finalmente anche lui prende sonno. 


E con lui che dorme anche il mondo intorno svanisce per rinascere l'indomani, quando i suoi occhi si apriranno di nuovo.

Pensare grande, non vedere limiti, creare tutto, concepire il mondo e farlo obbediente sono tutte attitudini dell'infante: altro che privo di parola (in-fari)! Un bambino è un piccolo dio onnipotente in grado di fare e disfare nello spazio di un istante.
Questo è il pensiero che Gaia Guasti dedica all'infanzia. 
Un'attestazione, una presa d'atto, che le cose stanno così tra i piccoli.
Uno (in verità, due) dei migliori libri che raccontano l'infanzia sono stati scritti e illustrati da Nikolaus Heidelbach e in Italia pubblicati con scarso seguito da Donzelli rispettivamente con i titoli: Cosa fanno i bambini? e Cosa fanno le bambine? Nel suo catalogo di bambini e bambine, Heidelbach disegna la bambina che vuole fare carriera negli abiti di una papessa, mentre si guarda allo specchio, con un paralume in testa e una tovaglia per mantello; mentre il bambino che fa uno scambio, ai bordi di una sabbiera in cui gioca un bebè, sta vendendo l'anima del fratellino al diavolo, passandogli il ciuccio del piccolo.
Onnipotenti entrambi.


Nell'albo di Gaia Guasti il registro è meno tagliente e 'scomodo', ma altrettanto correttamente si descrive una condizione che l'umanità attraversa: l'infanzia, l'età d'oro in cui tutto è possibile.
Se la 'scomodità' in Heidelbach è tutta per gli adulti che colgono immediatamente l'irriducibilità dell'infanzia a un canone di 'civilizzazione' o di educazione, o di contenimento in La mia magia tutto è virato attraverso un filtro di 'tenerezza' nello sguardo dell'adulto. Condiscendente, entra in scena, nei panni di una madre, a rispondere ai bisogni, a esserci quando interpellata. 
Da Heidelbach, invece, i grandi non hanno accesso sulla pagina, salvo l'eccezione dei due genitori mostri meccanici con cui il bambino condivide la cena. Da qui forse deriva lo scarso successo delle vendite...
Al contrario, in La mia magia, sebbene la Guasti, nella stringatezza del testo, non senta il bisogno di dare aspetto a una figura affettiva nei confronti del bambino onnipotente - si limita a un 'Chiamo. Una voce risponde' - ci pensa Simona Mulazzani a contestualizzare il senso e a rassicurare lettori piccoli e grandi, che va tutto bene. 


Il panettiere ha fatto il pane, la torta è nel forno, abbondante cibo è sulla tavola, gli animali sono devoti e qualcuno anche al guinzaglio, i giocattoli giacciono numerosi sparsi sul pavimento e un morbido letto con coperta a losanghe - la stessa che avvolge i risguardi - è testimone muta e accogliente per il sonno di gatti, bambini e persino della luna.
In conclusione si potrebbe riassumere così: grazie alla potenza che si scatena in qualsiasi dialogo, in un albo illustrato esso nasce tra testo e disegno, da una parte Gaia Guasti osserva e riporta il senso di onnipotenza di un bambino, in un racconto in prima persona, ritmato e asciutto; dall'altro Simona Mulazzani, si infila, colmando i silenzi lasciati dal testo, declinandolo in una chiave tenera e rassicurante. Tutto così diventa più morbido, più rotondo e avvolgente. 


Per questo, non è difficile immaginare una lettura intima tra un grande e un piccolo, con ogni probabilità prima del sonno notturno al sicuro e al caldo nel proprio letto, tra i propri giochi, nella propria camera, nella propria casa. 


Per quanti sforzi possa fare, però, non riesco a non pensare che sebbene tutti i bambini del mondo naturalmente tendano all'onnipotenza, non a tutti essa è concessa, sebbene tutti i bambini del mondo dovrebbero addormentarsi al sicuro, non a tutti è concesso.
Ecco.

Carla

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