DA PORTA A PORTA
I miei vicini,
Einat Tsarfati (trad. Giusy Scarfone)
Il Castoro 2020
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Vivo in un
palazzo di sette piani.
Su ogni piano c'è
una porta diversa.
La prima porta ha
molte serrature.
E' l'appartamento di
una famiglia di ladri.
Collezionano i
tesori dei faraoni.
Davanti alla seconda
porta, ci sono sempre tantissime impronte fangose."
Quella
bimbetta, inforca il portone di casa, sale le scale a piedi e, porta dopo porta, immagina gli
abitanti che dette porte nascondono. I singoli dettagli attirano la
sua attenzione e le accendono l'immaginazione: per cui tante
serrature sono sintomo di abitanti ladri di opere d'arte preziose,
tante impronte di fango denunciano il fatto che là dietro ci abiti
un vecchio cacciatore con la sua tigre domestica. Una ruota potrebbe
essere testimonianza di una famiglia di circensi. All'ultimo piano,
dietro la settima porta appunto, c'è proprio casa sua con dentro il
papà e la mamma, due genitori che lei trova piuttosto noiosi perché
assolutamente normali, o no?
Il
2020, oltre a essere un anno bisestile e è un anno in cui, per
ironia della sorte, sono sugli scaffali delle librerie numerose e
variegate storie di 'vicinato', uno per tutti L'ascensore,
pubblicato da Verba Volant.
Il
tema non è esattamente nuovo: ricordo illustri precedenti scritti da
Friot e illustrati da Magali Le Huche, oppure il coloratissimo Fino al cielo, di Tom Schamp oppure
quello scritto e illustrato da Felicita Sala, o ancora il recente
Tipi, scritto da
Cristina Bellemo con le illustrazioni di Gioia Marchegiani.
Chissà
perché? Forse l'idiosincrasia diffusa nei confronti degli altri,
spinge gli autori di libri per l'infanzia a cercare di metterci 'una
pezza'. Chissà?
Va
detto che il topos narrativo è conosciuto, come anche è consolidato
e apprezzato dai bambini lo schema additivo che dà ritmo regolare
alla narrazione. Piano per piano si sale a conoscere, o a immaginare,
chi abiti nei diversi appartamenti.
Su
questo argomento, nel campo della narrativa, mi viene in mente il
bel libro Una capra sul tetto,
che è così tanto perfetto nella sua massima espansione, da poter
essere assunto a canone di questo genere di libri 'condominiali'.
I miei vicini,
in realtà, si ferma prima dell'interrelazione tra i diversi abitanti
che invece la narrativa può esplorare con maggiori mezzi. Nello
spazio di 32 pagine Einat Tsarfati, talento israeliano
dell'illustrazione e della comunicazione visuale, con il suo segno
pop, produce 'esclusivamente' un divertente spaccato del palazzo dove
abita quella ragazzina. Il lettore la segue, piano dopo piano, porta
dopo porta. La necessaria valvola di sfogo, la Tsarfati la trova
altrove, ovvero nel gioco sottile tra esterno e interno, tra forma
del reale e forma dell'immaginazione, laddove la prima è
rappresentata dalla porta, diaframma tra il dentro e il fuori, e la
seconda da uno scenario molto composito, a un passo dal caos e totalmente folle.
Quest'alternanza, che anche a livello visivo è molto ben scandita tra
bianco e colore, tra vuoto di una rampa di scale e il troppo pieno
degli interni, alternanza che è connessa a un sottile gioco di
ironia e di sorpresa, è il divertimento maggiore nel libro.
Ma
non è l'unico.
Interessante
e divertente è infatti l'accumulo di oggetti che - a pagine alterne
- identifica le case immaginate dalla bambina. Quell'affastellamento
di oggetti non è altro che la rappresentazione visiva di come possa
essere piena di idee e connessioni e sinapsi la testa di un bambino
o, come in questo caso, di una bambina.
Il
disegno delle pagine piene è un continuo richiamo anche agli adulti
lettori che, tirati dentro, potranno divertirsi a fare anche loro una
gara interiore di riconoscimenti di oggetti e utensili più o meno
desueti, di opere d'arte, di citazioni che si spingono fino
all'Alladine Sane di David Bowie, tanto per dirne uno.
E
come se non bastasse, c'è anche un criceto MISSING da cercare!
Carla
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