SENZA RESPIRO
L'elefante un po'
ingombrante, David Walliams, Tony Ross
L'Ippocampo 2014
ILLUSTRATO PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Un giorno
qualcuno bussò forte alla porta. Sam scese di corsa le scale per
andare ad aprire. Era la mamma che tornava dalle spese? Era un amico?
Era il postino? No...Era un elefante. Un grande, grosso, gigantesco,
megagalattico elefante."
Con una valigia su cui
spicca la sua cifra - E - il grande elefante con sciarpa e basco
apostrofa l'incredulo ragazzino, chiamandolo per nome. Come può
essere successo tutto questo? Subito spiegato: un moduletto
insignificante per adottare un elefante, compilato tempo addietro
allo zoo. Se il bambino, ingenuamente, aveva pensato si trattasse di
una adozione a distanza, si sbagliava di grosso. Ora l'elefante è
arrivato.
Ha fame, sonno, vuole lavarsi e vedere la tv in poltrona.
Ma non basta. L'elefante con scaldamuscoli alla moda e fascetta in
testa fa ginnastica, con il caschetto sale in bici. In un mondo a
misura d'uomo un elefante è sovradimensionato e così fanno una
brutta fine il letto, la bicicletta, la cucina, i soprammobili del
soggiorno. Ma il peggio deve ancora suonare....alla porta.
Divertente è
riduttivo, esilarante è ancora troppo poco, lo definirei
IRRESISTIBILE. Il povero Sam - chiamato con il suo nome di battesimo
solo al principio, poi definito dall'elefante, semplicemente,
Citrullo - vive un vero incubo.
Solo a casa, apre la porta a questo
elefante che pensa di essere autorizzato a tutto e infatti tutto fa
succedere, Sam/Citrullo si trova la casa devastata nel giro di un
mattino. E dall'altra parte lui, l'elefante adottato, che si comporta
come un ospite piuttosto irriguardoso e un tantino pretenzioso.
Questi ingredienti, un formato extra-size su cui poter lavorare, e
Tony Ross si scatena con le sue chine e i suoi acquerelli e il
risultato è sotto i nostri occhi. Esplosiva la commistione con la
storia di Dave Walliams.
Entrambi maestri del
comico, messi vicini, moltiplicano il divertimento del lettore.
L'idea di avere un
animale 'esotico' alla porta di casa non è esattamente una novità:
ci sono precedenti illustri. Penso all'elefante che si credeva gatto
(G. Bachelet, Il mio gatto è proprio matto, Il Castoro 2005),
o al rinoceronte comprato in saldo (S. Silverstein, Chi vuole un
rinoceronte a un prezzo speciale?,Orecchio acerbo 2011), ma ci
sono anche leoni che vanno nascosti agli occhi della nonna (H.
Stephens, Nord-Sud 2014) o serpenti che bevono il tè con vecchie
signore (Tomi Ungerer, Crictor, Mondadori 1999, Electa 2012).
Il lato comico di
queste storie è sempre generato dall'assurdo, ovvero dal fatto che
il contenitore si debba modificare in base al contenuto (un letto
lungo e stretto per Crictor) o nel fatto che il contenitore denunci
la sua inadeguatezza ad accogliere un nuovo contenuto, laddove il
contenuto è l'animale esotico e il contenitore è la casa o un suo
analogo.
Nel libro di Walliams e
Ross questo gusto per l'assurdo è molto accentuato e fa molto
ridere, ma la risata si amplifica ancora di più nella diversità di
ritmo tra i due protagonisti. Il ritmo serrato, direi senza respiro,
che l'elefante mantiene fin dal principio cozza con la flemma
rassegnata del povero Sam che non riesce a stare dietro a quel
vulcano di idee che è l'elefante e, muto e rassegnato, si limita a
constatare i danni subiti e a raccogliere i cocci.
La sequenza di azioni
che Walliams immagina per l'elefante trovano un corrispettivo
nell'immagine che Tony Ross moltiplica nel continuo cambio di
inquadratura: dalla pagina piena si passa a quella doppia, per poi
tornare a una sequenza presa dalle stripes dei fumetti, in
orizzontale, ma anche in verticale. Il tutto per poter guadagnare
spazio allo scopo di far entrare un motivo in più per ridere.
Evviva!
Carla
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