La mia invenzione,
Silvia Vecchini, Maria Girón
Edizioni corsare 2015
POESIA
"A volte se
voglio accenderla
devo spegnere
qualcosa.
Per farla andare al
massimo
è bene avere
qualcosa da guardare
tipo una finestra
o un libro."
Ma questa invenzione la
puoi portare anche fuori: in macchina fa nascere pensieri
interessanti. E' utile se vuoi ricordare o se vuoi dormire e,
nonostante le apparenze, tiene insieme chi si vuole bene. Ma alle
volte si rivela un'arma a doppio taglio e la puoi usare per tener
lontani gli altri. Di sicuro suggella i momenti più importanti di
una vita. Non ne puoi fare a meno se vuoi guardarti da vicino, ma
serve anche tanto se dalle cose vuoi prendere distanza.
Ai grandi dà fastidio
molto spesso, ma chi è vecchio sa come usarla e non la teme. Agli
animali, poi, piace parecchio.
Un unico difetto: al
buio fa paura. Ma se un cuore amico batte nei paraggi, lei ti aiuterà
a ricordare quando tutto è cominciato ed eri dentro un sacco pieno
d'acqua e, a parte quel tum tum tum materno, intorno a te c'era solo un
gran ... silenzio.
Era scritta su un
foglio di carta e intorno c'era un frastuono che non le rendeva
giustizia. Quella è stata la prima volta che l'ho letta. Ironia
della sorte: in uno dei posti più lontani dal silenzio che io
conosca, la fiera di Bologna, una poesia sul silenzio. Eppure, anche
in quelle condizioni avverse, brillava già. Nonostante poesia e
rumore non vadano d'accordo.
Al contrario, poesia e
libri sono fratelli. Ed ecco allora un luogo accogliente in cui stare.
Il silenzio, come la
noia, non è merce dei nostri giorni. Si scappa dal silenzio perché
ci mette a nudo, perché ci costringe a fare i conti con noi stessi.
È meglio alzare i toni, cercando di dimostrare al mondo che si è
vitali, piuttosto che mostrarsi taciturni, quando non si ha niente da
dire.
In una sorta di horror
vacui del silenzio, horror silentii si può dire, i grandi temono il
silenzio per loro e per i piccoli: "Come sei silenzioso, c'è
qualcosa che non va?" "Oggi ti vedo silenziosa, hai
litigato con qualcuno?" "Che tipo strano quello, è così
silenzioso...". È sintomo di disagio, così come lo sono quegli
spazi di nulla facenza che si insinuano tra una partita di calcetto e
un corso di ceramica e che al più presto vanno colmati.
Eppure un po' di
silenzio, come un po' di noia, sono come l'aria: ossigenano il
pensiero. Per inventare, per capire, per riposare, per ascoltare, per
ricordare, per concentrarsi non si può prescindere dal silenzio. E
dunque continuiamo in questo rapporto oscillante e ambivalente con
esso: lo fuggiamo e lo cerchiamo, perché alla fine non siamo capaci
a fare senza, perché noi da lì veniamo.
Mettere un così bel
libro in mano a dei bambini è come accendere una miccia che c'è da
augurarsi inneschi un bel fuoco di discussione sul tema. Tra maestre
che lo implorano in classe e genitori che lo temono tutto il giorno e
lo pretendono dalle nove di sera in poi, che relazione hanno i
bambini con il silenzio? È vero che esso suggella grandi amicizie e
grandi separazioni? È vero che il silenzio in un bosco accerta che
tu sei parte di esso? È vero che nel silenzio si fanno i migliori
pensieri?
A parte la copertina
che non mi convince, perché troppo rumorosa e che quindi poco
comunica del tema, una volta aperto il libro, le due voci si
accordano. Fin dai risguardi che di silenzio parlano, invece,
apertamente.
Dalle immagini capiamo:
voce di bambina che racconta. Con un fratello, alle prese con i molti
momenti di silenzio che punteggiano la loro giornata, che si apre con
un libro e con un libro si chiude. E in mezzo c'è la vita
quotidiana: la complicità di fare il bagno assieme, il gioco degli
indiani, guardare lontano con il proprio cagnone accanto. E poi di
nuovo lei da sola, avvolta nel silenzio della concentrazione, della
contemplazione di un cielo stellato e con il naso all'insù ad occhi
chiusi mentre comincia a nevicare e ogni rumore per forza si
allontana.
Maria Girón, illustratrice catalana, avvolta nel silenzio
dei media, con un blog fermo e una pagina web che risale a quattro
anni fa, ha un gran talento e una sensibilità fuori da comune.
Felicissime le interpretazioni che dà del testo. Brava nel cogliere
i tanti agganci che il testo le offre e che lei amplifica ogni volta.
Mi pare abbia visto e imparato molto da grandi maestri
dell'illustrazione.
Carla
Nessun commento:
Posta un commento