DALLA PARTE DEI MOSTRI
Chi, in
una classe o in gruppo, non ha vissuto la situazione di sentirsi
isolato o viceversa di fare parte dei gruppo dei 'fichi'? E'
un'esperienza comune, il più delle volte facilmente risolvibile,
altre volte implica risvolti drammatici.
Dalla
descrizione di una situazione di questo tipo parte il racconto di
Nicola Brunialti, scrittore molto amato dai giovani lettori e
lettrici, Alicia faccia di mostro, edito da Lapis.
La
storia inizia con la giovane protagonista, Alicia, una ragazzina cui
un incidente ha provocato una vistosa cicatrice sul viso, alle prese
con il bullismo idiota della sua classe e dei ragazzi che la
circondano. Nonostante la lunga chioma occulti il più delle volte la
cicatrice, Alicia è additata come un mostro e lei vorrebbe solo
scomparire.
Tipica
situazione in cui il gruppo isola un individuo ritenuto più fragile
utilizzando una sua 'debolezza': l'essere grasso o magra, avere un
difetto di pronuncia, vestire in modo 'inadeguato' o avere, appunto,
un qualsiasi difetto fisico.
Nella
vita piuttosto triste della ragazzina compare un nuovo arrivato, il
bel Tommy, che sembra non notare affatto la sua cicatrice, quanto
piuttosto la stupidità dei suoi nuovi compagni di scuola. Alla
ragazza non pare vero di poter frequentare qualcuno che non la faccia
sentire un mostro.
La
mamma di Tommy, Morgana, è un infermiera dello strano ospedale
vicino alla città e propone alla ragazzina, che soffre di potenti
emicranie, di farsi visitare lì. Dopo qualche resistenza, la
famiglia accetta di sottoporre Alicia a un difficile intervento.
Durante il ricovero, però lei scopre di essere circondata da mostri
veri, in carne e ossa. In un primo momento la sua reazione è quella
del rifiuto e della diffidenza, salvo poi trovarsi a sventare un
complotto contro questo strano ospedale, dove niente è come sembra.
Non
voglio svelare di più sulla trama che scorre via veloce grazie alla
scrittura felice di Brunialti, che sa perfettamente come costruire le
situazioni, i colpi di scena, sostenendo il ritmo narrativo per tutto
il racconto. Vedo in realtà due aspetti: da una parte la volontà di
aggredire il meccanismo odioso dell'esclusione, quello che in gruppo
di adolescenti, ma anche di bambini, definisce chi sta dentro e chi
sta fuori e diventa oggetto di scherno, di provocazioni e qualche
volta di violenze. Metterlo davanti agli occhi dei ragazzi e delle
ragazze, che sicuramente nella loro esperienza scolastica sono
incappati in episodi del genere, è meritorio; e farlo con un
racconto così facile, accattivante, rende il messaggio accessibile
anche ai più riottosi. E' come se l'autore, senza salire in
cattedra, ma mettendosi all'altezza dei suoi lettori, dicesse 'sto
parlando proprio di te'.
L'altro
aspetto, ed è quello che mi rende perplessa, sta nella virata
narrativa in cui i mostri ospiti e medici dell'ospedale si palesano
per quello che sono, cioè proprio quei mostri dei fumetti e delle
storie di paura, ma in carne e ossa, normali come noi. Nel momento in
cui l'autore ha dato carne ai suoi personaggi, è come se avesse
scelto una fascia d'età diversa, uno sguardo più infantile.
Resta
un messaggio forte, importante soprattutto perché invita le lettrici
e i lettori, dai dieci anni in poi, a confrontarsi con un tema
complesso: chi sono veramente i 'cattivi', cosa si nasconde sotto la
cosiddetta normalità. E' questo un argomento che sicuramente
l'autore tratterà, con la consueta passione, nei numerosi incontri
con i suoi fan.
Nel
leggere questa storia mi è tornato mente il capolavoro della
Houdart, Mostri Ammalati, pubblicato in Italia da Il
Castoro nel 2005, ora riproposto da Logos in una versione più
piccola, da titolo Mostri malati. Ho scelto alcune immagini
per affiancare la bella copertina di Baronciani, per la singolare
coincidenza di questa uscita contemporanea.
Eleonora
“Alicia
faccia di mostro”, N. Brunialti, Lapis 2016
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