BAMBINI INTENDITORI
Un silenzio
perfetto, Antonella Capetti, Giovanna Zoboli, Melissa
Castrillon
Topipittori 2018
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Una mattina il
grillo non si alzò. Tutto era come sempre: il sole era nel cielo,
l'erba nel prato, l'acqua nel fiume. Ma quella mattina il grillo non
si alzò. All'inizio gli altri animali lo lasciarono in pace: solo la
libellula a mezzogiorno si affacciò fra le foglie, chiedendogli per
quale motivo fosse ancora a dormire."
Il
grillo si sta comportando in modo anomalo. Neanche il giorno dopo si
alza e così anche quello successivo. Agli animali del prato la
circostanza non pare normale. Forse il grillo ha la febbre. Le uniche
due parole che proferisce in tutta la giornata sono: non credo. Non
crede di avere la febbre. Non lo sa neanche lui che cosa gli prende.
Per il terzo giorno consecutivo rimane chiuso in casa, a letto. Il
vecchio coleottero senza ali è il solo che passando gli fa un
sorriso senza dire nulla. È il quarto giorno, continua a restarsene
a casa ma le pressioni degli altri alla sua porta si fanno sentire.
Non rispondendo, spera che prima o poi si stanchino. Ed è questo che
accade. Tutti se ne vanno e arriva finalmente il silenzio: l'unica
compagnia che desidera.
E con lui comincia un dialogo fatto di
sguardi, sorrisi, un dialogo silenzioso che dura tre giorni e che ha
il potere di infondere nel torace del grillo, a sinistra, un senso
di pace. Nessuno arriva alla sua tana, il silenzio è lì accanto al
grillo per un altro giorno ancora, fino al momento in cui c'è
bisogno di lui altrove. E silenzioso come all'arrivo, se ne va.
Quella pace che è ora nel torace del grillo però non lo lascia e
con essa si possono affrontare di nuovo anche gli altri, il chiasso
degli altri.
Cosa
avrebbero da dire i bambini sul silenzio? E sulla pace nel torace, a
sinistra? Il silenzio, con la pace che si tira dietro, è una roba
che tocca corde profonde, ma che poco viene incoraggiata e che, se
associata all'infanzia, sembra addirittura preoccupante: ' hai la
febbre? ti senti male?'
Eppure
il silenzio è necessario come l'aria. E come l'aria ci riguarda
tutti. Bambini compresi.
Il
carattere universale della questione alza il tiro e necessariamente
il tono della conversazione. Infatti fin dalla prima pagina, il
registro è quello della favola -l'universale è fatto salvo- della
favola filosofica alla quale ci ha educato Tellegen nelle sue Lettere
dal bosco.
L'entrata
immediata al centro esatto dell'argomento, come fa lui che è in
grado di generare domande o riflessioni su temi universali in meno di
mezza pagina di testo, sembra essere il modello di Capetti e Zoboli.
Il
vetro non è cristallo e Tellegen è Tellegen. La sua coerenza
interna, in assenza totale di qualsiasi cedimento di senso anche
nella dimensione dell'assurdo, è trasparente e leggera come il
cristallo, in assenza di impurità e di pesantezza.
Non
è facilmente raggiungibile, ma aspirarvi è meritorio. Sebbene ci
sia una bella idea che lo attraversa, e nonostante i diversi esempi
di felice scrittura, in Un silenzio perfetto
alcune impurità ci sono.
La
prima, e forse la più evidente, sta nella relazione tra un testo che
magnificamente cerca di mantenersi 'neutro' rispetto alla condizione
anomala del grillo, e che invece la Castrillon interpreta nel disegno
come sofferenza: in quella testina china e in quello sguardo sempre
triste e mogio del grillo.
A
questo si possono aggiungere piccoli grovigli di senso nei
ragionamenti di grillo nella sua teiera a proposito del capire e non
capire.
Centrato
invece è questo tono tellegeniano dell'incipit e del finale, nonché
della personificazione volutamente ambigua, liquida, del silenzio,
cui Melissa Castrillon offre una più coerente soluzione espressiva.
Bella
la ridondanza, talvolta ironica, del lessico per raccontarlo, bella la definizione di
'occhiolino'. La scrittura è decisamente ispirata e in filigrana si
percepisce una ponderata ricerca che tende al nitore.
L'argomento
in sé e il desiderio di non banalizzare lo impongono, d'altronde.
Curioso, torna il nitore già notato in Che bello!
Ora
resta solo da capire fino a che punto un libro così viaggi a quota
bambino.
Bisogna
mettersi lì e leggerglielo per vedere che cosa succede.
Antonella
Capetti però è una maestra, una brava maestra, e avrà ben valutato
questo aspetto. Magari la scintilla iniziale si è sviluppata proprio
tra i muri della sua classe. Magari.
C'è
dunque da augurarsi che silenzio e pace siano roba vera non solo per i
grandi, ma anche per i piccoli e che i bambini empatizzino, come lo scarabeo, con quel grillo lì e sorridano anche
solo 'con un sorriso piccolo, appena appena, per intenditori'.
Carla
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