lunedì 24 settembre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


BAMBINI INTENDITORI

Un silenzio perfetto, Antonella Capetti, Giovanna Zoboli, Melissa Castrillon
Topipittori 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Una mattina il grillo non si alzò. Tutto era come sempre: il sole era nel cielo, l'erba nel prato, l'acqua nel fiume. Ma quella mattina il grillo non si alzò. All'inizio gli altri animali lo lasciarono in pace: solo la libellula a mezzogiorno si affacciò fra le foglie, chiedendogli per quale motivo fosse ancora a dormire."


Il grillo si sta comportando in modo anomalo. Neanche il giorno dopo si alza e così anche quello successivo. Agli animali del prato la circostanza non pare normale. Forse il grillo ha la febbre. Le uniche due parole che proferisce in tutta la giornata sono: non credo. Non crede di avere la febbre. Non lo sa neanche lui che cosa gli prende. Per il terzo giorno consecutivo rimane chiuso in casa, a letto. Il vecchio coleottero senza ali è il solo che passando gli fa un sorriso senza dire nulla. È il quarto giorno, continua a restarsene a casa ma le pressioni degli altri alla sua porta si fanno sentire. Non rispondendo, spera che prima o poi si stanchino. Ed è questo che accade. Tutti se ne vanno e arriva finalmente il silenzio: l'unica compagnia che desidera. 
 

E con lui comincia un dialogo fatto di sguardi, sorrisi, un dialogo silenzioso che dura tre giorni e che ha il potere di infondere nel torace del grillo, a sinistra, un senso di pace. Nessuno arriva alla sua tana, il silenzio è lì accanto al grillo per un altro giorno ancora, fino al momento in cui c'è bisogno di lui altrove. E silenzioso come all'arrivo, se ne va. Quella pace che è ora nel torace del grillo però non lo lascia e con essa si possono affrontare di nuovo anche gli altri, il chiasso degli altri.

Cosa avrebbero da dire i bambini sul silenzio? E sulla pace nel torace, a sinistra? Il silenzio, con la pace che si tira dietro, è una roba che tocca corde profonde, ma che poco viene incoraggiata e che, se associata all'infanzia, sembra addirittura preoccupante: ' hai la febbre? ti senti male?'
Eppure il silenzio è necessario come l'aria. E come l'aria ci riguarda tutti. Bambini compresi.
Il carattere universale della questione alza il tiro e necessariamente il tono della conversazione. Infatti fin dalla prima pagina, il registro è quello della favola -l'universale è fatto salvo- della favola filosofica alla quale ci ha educato Tellegen nelle sue Lettere dal bosco.
L'entrata immediata al centro esatto dell'argomento, come fa lui che è in grado di generare domande o riflessioni su temi universali in meno di mezza pagina di testo, sembra essere il modello di Capetti e Zoboli.
Il vetro non è cristallo e Tellegen è Tellegen. La sua coerenza interna, in assenza totale di qualsiasi cedimento di senso anche nella dimensione dell'assurdo, è trasparente e leggera come il cristallo, in assenza di impurità e di pesantezza.
Non è facilmente raggiungibile, ma aspirarvi è meritorio. Sebbene ci sia una bella idea che lo attraversa, e nonostante i diversi esempi di felice scrittura, in Un silenzio perfetto alcune impurità ci sono.
La prima, e forse la più evidente, sta nella relazione tra un testo che magnificamente cerca di mantenersi 'neutro' rispetto alla condizione anomala del grillo, e che invece la Castrillon interpreta nel disegno come sofferenza: in quella testina china e in quello sguardo sempre triste e mogio del grillo.


A questo si possono aggiungere piccoli grovigli di senso nei ragionamenti di grillo nella sua teiera a proposito del capire e non capire.
Centrato invece è questo tono tellegeniano dell'incipit e del finale, nonché della personificazione volutamente ambigua, liquida, del silenzio, cui Melissa Castrillon offre una più coerente soluzione espressiva. 


Bella la ridondanza, talvolta ironica, del lessico per raccontarlo, bella la definizione di 'occhiolino'. La scrittura è decisamente ispirata e in filigrana si percepisce una ponderata ricerca che tende al nitore.
L'argomento in sé e il desiderio di non banalizzare lo impongono, d'altronde.
Curioso, torna il nitore già notato in Che bello!
Ora resta solo da capire fino a che punto un libro così viaggi a quota bambino.
Bisogna mettersi lì e leggerglielo per vedere che cosa succede.
Antonella Capetti però è una maestra, una brava maestra, e avrà ben valutato questo aspetto. Magari la scintilla iniziale si è sviluppata proprio tra i muri della sua classe. Magari.
C'è dunque da augurarsi che silenzio e pace siano roba vera non solo per i grandi, ma anche per i piccoli e che i bambini empatizzino, come lo scarabeo, con quel grillo lì e sorridano anche solo 'con un sorriso piccolo, appena appena, per intenditori'.

Carla


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