lunedì 31 dicembre 2018

ECCEZION FATTA!

I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO 
CHE SPARIAMO NELL'ETERE 
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE 
PER FARE MERAVIGLIA 
E PER FARE FESTA
 
Il meglio di... un anno di libri, un anno di ragionamenti,   
un anno di recensioni su Lettura candita 
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!) 


Gennaio 2018




perché

"questo piccolo illustrato ha molte doti concentrate in poche immagini: l'ironia, sicuramente, che sfuma nel grottesco quando descrive l'irrealistica immaginazione del bambino ancora poco padrone dei suoi mezzi fisici, un po' pasticcione, ma fieramente intenzionato a non chiedere aiuto. La cosa più apprezzabile in questo albo veloce e imprevedibile, è proprio l'aver visto il mondo ad altezza bambino: per un piccolo spogliarsi è una questione seria, sbrogliarsela da soli una questione fondamentale per affermare la propria presenza autonoma del mondo."

 Febbraio 2018



perché 

"E’ una trama complessa, piena di personaggi descritti a tutto tondo, di particolari, di descrizioni d’ambiente, di riferimenti storici. E’ davvero la dimostrazione di una grande padronanza del meccanismo del racconto, con una cura estrema del dettaglio, dalla descrizione dei vestiti al linguaggio attribuito a ciascun personaggio. E anche solo per questo, per questa accuratezza, consiglierei la lettura del romanzo; ma naturalmente non c’è solo questo, nel racconto corale di una famiglia e di un paese, la Norvegia, di cui, in fondo, non sappiamo molto. E’ un romanzo di grande respiro, di quelli che si fanno apprezzare pagina per pagina, sicuramente pensato per non essere un romanzo ‘per ragazzi’, ma rivolto anche al lettore e lettrice adulti."

 

 Marzo 2018



perché 

"Sono fatte salve tutte le caratteristiche formali di un librino per mani piccolissime. Ma a questo si aggiunge una altissima qualità estetica e di progetto che invece nei già rari libri per la primissima infanzia latita spesso e volentieri (basandosi sull'adagio che tanto un bambino piccolo il libro lo assaggia più che 'leggerlo').
La forza e il successo dei disegni di Eva Eriksson sta proprio in questo, nella sua capacità di creare personaggi attraverso il loro agire sulla pagina, le loro emozioni passano attraverso il gesto e lo sguardo e ciò li rende reali e come tali riconoscibili. Da quarant'anni in qua."
 

Aprile 2018



perché 

"Steig è uno dei più significativi rappresentanti di quell'epoca strepitosa - vera e propria età d'oro - del libro illustrato per l'infanzia. Finalmente qualcuno se ne è accorto e lentamente tutti i suoi libri , alcuni dei quali erano già stati pubblicati da Mondadori o da Einaudi in collane economiche che non gli rendevano merito, stanno comparendo in veste tipografica ben più curata e degna." 


Maggio 2018 



perché 

"L’anno in cui imparai a raccontare storie è un romanzo denso, che affronta in modo efficace tematiche impegnative: la prima, la più evidente, è relativa al pregiudizio, all’esclusione sociale, alla funzione quasi fisiologica di ‘cattivi’ che gli emarginati assolvono, loro malgrado, all’interno di una comunità. E’ facile trovare colpevoli in chi non ha gli strumenti per difendersi; è facile farlo quando si ha a che fare con comportamenti inconsueti, col rifiuto delle regole sociali più banali. Ma è anche presente la tematica del bullismo, qui interpretato da una ragazzina dalla vita difficile, incapace di controllare le conseguenze delle sue azioni."

 Giugno 2018


 perché 

"Questo albo illustrato ha diversi punti di forza: la capacità di sintesi dell’autore, Elisha Cooper, che per questo albo ha ricevuto la Caldecott Honor, nel raccontare con attenzione e cura la vita quotidiana dei gatti protagonisti, la vita che scorre, sempre uguale e sempre diversa, il momento in cui ci si conosce, ci si abitua l’uno all’altro e poi, inevitabilmente ci si lascia.
L’assenza di retorica è un tratto distintivo: sulla fine, sull’addio è facile far scorrere le lacrime. Qui la dipartita del gatto più vecchio viene raccontata con sobrietà, per quello che è, un momento doloroso e inevitabile del vivere insieme. E con la stessa sobrietà si racconta il nuovo inizio, la continuità della vita nello scorrere del tempo."
 
[continua]

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