lunedì 19 luglio 2021

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

FANTASMI GIAPPONESI


Alla nuova, avvolgente ondata di amore per il mondo giapponese appartiene di diritto ‘Storie di fantasmi del Giappone’, tratto dal testo di Lafcadio Hearn con le immagini di Benjamin Lacombe. L’editore italiano, L’Ippocampo, grazie alla traduzione dal francese di Ottavio Fatica, ci regala la versione coniata da Editions Soleil.
Si tratta di un libro illustrato curato in ogni dettaglio, impreziosito dal lavoro di Lacombe che non si limita alle grandi tavole, che prendono una o due pagine, ma anche nelle piccole immagini a piè di pagina, i capolettera, come un contrappunto visivo alla narrazione evocativa e misteriosa di Hearn.
La biografia dello scrittore è singolare: irlandese, nato in Grecia nel 1850 e poi vissuto in Irlanda e negli Stati Uniti, dove iniziò la sua attività di giornalista. Viaggiò molto anche per lavoro e così approdò in Giappone, dove mise definitivamente radici, sposando la figlia di un samurai e naturalizzandosi con il nome di Yakumo Koizumi. Il rapporto con il Giappone e le sue tradizioni non fu affatto superficiale e quindi i suoi testi dedicati alle leggende nipponiche hanno un grande valore, tanto da ispirare anche film e opere teatrali.
 

I racconti raccolti in questo volume sono abbastanza eterogenei: si parla di fantasmi, di vampiri le cui teste si separano dal corpo, nottetempo, per andare a caccia di vittime, di folletti feroci, di anime perdute che richiedono l’adeguata sepoltura, di amori che attraversano i secoli, inseguendo le successive reincarnazioni.
Si tratta, in generale, di racconti tradizionali, alcuni dei quali hanno delle consonanze nelle nostre fiabe o in alcuni miti.
Ho trovato particolarmente originale ‘Il ragazzo che dipingeva gatti’, il cui protagonista sconfigge, del tutto inconsapevolmente, un folletto, in realtà ferocissimo, grazie ai suoi gatti dipinti, che nottetempo prendono vita e si trasformano in predatori ancora più feroci.
 

Assolutamente spiazzante, invece, ‘Sulla montagna di crani umani’, che racconta di una scalata raccapricciante sulle pendici di un monte fatto di teschi umani; un maestro buddhista mostra al suo allievo quell’infinità di crani, che non sono altro che l’espressione dei desideri, dei fallimenti, delle imprese delle sue vite precedenti.
Più familiari le storie d’amore impossibili fra umani e creature misteriose, rigorosamente femminili, che incarnano anime in pena in attesa del loro amato, che per raggiungerle non può che varcare la soglia del tempo.
Lacombe si trova a suo agio in questo immaginario, fra l’horror e l’amore romantico; asseconda il racconto, adattando il suo stile ad alcuni stilemi della pittura giapponese.
Dunque suggestioni molto diverse, che qua o là ricordano alcuni aspetti delle storie di fantasmi, di cui la letteratura anglosassone è così ricca: anime in pena, vendicative, ossessive, che entrano ed escono dalla vita dei comuni mortali, sono sicuramente atmosfere che riscuotono un grande interesse nei lettori più accorti di manga, nuovamente in grandissima crescita.
 

Credo che ad apprezzare questo libro saranno soprattutto i ragazzi e le ragazze che si sono maggiormente calati nella cultura giapponese, e non sono pochi. Ma ne consiglio la lettura anche a chi voglia farsene un’idea, attraverso un libro di grande pregio.
 
Eleonora


“Storie di fantasmi del Giappone”, L. Hearn, ill. di B. Lacombe, L’ippocampo 2021





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