TARTARUGA OSCURA
Una trama inconsueta caratterizza il romanzo che Luigi Ballerini firma per i tipi delle Edizioni San Paolo, ‘La case del tempo nascosto’.
Inizia come una ‘normale’ storia di fantasmi, per poi evolvere in tutt’altra direzione, affrontando un tema difficile.
In breve la trama: il protagonista è un ragazzino di nome Marco che ci racconta in prima persona una giornata passata insieme alla madre, agente immobiliare, visitando diverse case in vendita.
Già dalla prima comincia a manifestarsi una strana presenza: un bambino, un po’ più piccolo di Marco, ed una vetrinetta illuminata contenente le miniature di diversi animali. Il bambino è spaventato da una gigantesca tartaruga, molto aggressiva. Marco la identifica come una tartaruga alligatore.
Ma anche nella casa successiva, e poi nelle altre, il bambino si manifesta e Marco viene sempre più risucchiato nelle sue vicende: quando scappa lo segue, nello stesso modo quando si rifugia dalla zia. Ad ogni passaggio compaiono nuovi animali, un’upupa, un cucciolo di ippopotamo, alla fine un alce dall’udito finissimo.
La vita del nostro protagonista è, all’apparenza, una vita normale: i giochi online con gli amici, il primo timidissimo amore per la giovane barista cinese, che incontra ogni giorno. Ma la sua vita non è stata affatto normale.
Le apparizioni che tanto lo coinvolgono non sono che reminiscenze di un passato drammatico, legato ad un padre violento; gli animali scelti nella sua maniacale collezione rappresentano le diverse persone coinvolte in questo dramma, per finire con l’alce, ovvero l’analista che lo sta aiutando ad affrontare il suo passato.
Mi dispiace dover svelare il colpo di scena che cambia il senso di tutta la storia, ma capire di cosa l’autore ci sta raccontando è indispensabile per sottolineare quanto questo sia un argomento rimosso: al di là della retorica, raramente ci si chiede cosa succede ai bambini che sono stati testimoni o che sono stati coinvolti direttamente in episodi di violenza familiare. Discorso sicuramente difficile, volentieri evitato proprio perché ci mancano le parole per dirlo; mancano in primo luogo ai bambini, ma mancano anche agli adulti che con loro hanno a che fare.
Eppure proprio la parola, la parola che cura, è indispensabile per poter elaborare un vissuto traumatico. Quanto di tutto questo può entrare in un romanzo? La forma scelta dall’autore, una grande metafora del processo di guarigione, è forse una delle poche vie percorribile per rendere accettabile, agli occhi di lettrici e lettori, una storia molto più ‘oscura’ di quel che sembra.
Lettura non facile, ma certamente utile a illuminare un aspetto della vita dei bambini cui non pensiamo.
Se il romanzo ha un centro emotivo, rappresentato dalla storia di Marco, è anche interessante per la cura con cui sono descritte le case, gli stili, gli arredi, le epoche: l’architettura dev’essere una passione che accomuna l’autore al suo personaggio, descrivendoci Milano con un occhio particolarmente attento alle sue diverse facce.
La lettura è adatta a ragazze e ragazzi sensibili alle vite degli altri, a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Le case del tempo nascosto”, L. Ballerini, Edizioni San paolo 2021
Nessun commento:
Posta un commento