mercoledì 25 gennaio 2023

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

TOCCARE  CON MANO

Tutti i cari animaletti, Ulf Nilsson, Eva Eriksson (trad. Laura Cangemi) 
Iperborea 2022 


NARRATIVA ILLUSTRATA PER PICCOLI (dai 5 anni) 

"Un giorno ci stavamo annoiando e avevamo voglia di fare qualcosa di bello. Ester fu tutta contenta quando trovò un bombo morto. 'Oh, è così triste, oh, è così terribile' disse. 'Finalmente succede qualcosa!' Il bombo era peloso e a strisce, con le ali sbilenche e le zampette scomposte. 
Ester se lo mise sul palmo e gli accarezzò la schiena. 'Ti voglio bene, bombino mio', disse con voce rotta. Era sempre molto coraggiosa. 
Io ero piccolo, invece, e avevo paura sia della vita che della morte. Neanche conoscevo qualcuno che era morto." 

Così prende l'avvio una giornata molto proficua per quei due bambini che erano sull'orlo della noia. Mettono su una fiorente attività di sepoltura di piccoli animali trovati, passeggiando nei prati. Qualche bastoncino, scatole per i sigari ormai vuote, qualche seme per i fiori, una matita e un foglio di carta per la lapide. Alla Funerali SpA si aggiunge anche il piccolo Putte che, però, di morte non ne sa proprio nulla. 
Ma tutto si impara a questo mondo. 
Visto che dopo una o due sepolture il mestiere lo si può ritenere acquisito, la vera imprenditrice, ossia Ester, la maggiore dei tre e la più coraggiosa, decide di ampliare il raggio di azione, offrendo il proprio servizio anche via telefono. 
Ognuno deve fare la propria parte del lavoro, in base anche alle attitudini personali: lei si occupa della sepoltura vera e propria - insomma a lei tocca il lavoro duro, al bambino che racconta spetta invece scrivere di volta in volta un'ode al defunto. Una più bella dell'altra e a Putte tocca il ruolo di piangere, per cui è molto portato. 
Così, dopo il bombo e il toporagno, arriva il momento del criceto Nuffe, con la sua padroncina inconsolabile. Quando però il mercato nuovamente langue a Ester viene in mente che lungo le strade gli animali spesso fanno una brutta fine e infatti la successiva sepoltura è quella di un riccio spiaccicato. 


Ma il vertice lo toccano con la grande lepre in valigia, con cuscino e copertina. 

I libri migliori sull'argomento non sono stati scritti in Italia e non è un caso. Mentre il Nord dell'Europa ha sempre riservato storie interessanti. 
Questa, in particolare, ha già trovato menzione su queste pagine in passato, nella sua versione tedesca. Rari sono i libri che affrontano con onestà la questione, che non ci girano attorno, ma la contrario dimostrano la necessaria lucidità di sguardo nel raccontare i pensieri che tutti - ma proprio tutti - i bambini hanno per la testa riguardo alla morte. 
E questo è uno di quelli. 
Illuso e miope è quell'adulto che pensa di nascondere il più a lungo possibile un fatto di così capitale importanza agli occhi del proprio bambino. Facendolo, produce in quella piccola testa una visione distorta di come va la vita. E quando poi la morte, inevitabile, si presenta quello stesso bambino sarà sguarnito, debole e senza strumenti per superare il dolore. 


E allora ben venga Ester e il suo amico, ben venga anche Putte che come utensili ha solo gli occhi per piangere, perché lui di cosa significa morire non ne sa niente, ma al contrario conosce bene il dolore dell'ineluttabile: quell'insormontabile 'per sempre', quello sì che lo fa disperare. 
Ben vengano tutti gli aspetti più formali della questione: dal tipo di bara, alla localizzazione della fossa, dalle lacrime alle parole di addio in rima, dall'arredo della tomba con fiori e cartigli ai battesimi prima delle sepolture per finire con la scelta dei diversi materiali per le singole croci. 


Ben venga tutta la sottile ironia che si genera dall'inesperienza dei tre piccoli imprenditori alle prese, per esempio, con galline che raspano intorno alla tomba del gallo appena steso. 
Ben venga tutto questo, perché è qui che ogni bambino potrà riconoscere un po' di se stesso. 
Si riconoscerà nella passione totalizzante di una intera giornata che ruota intorno alla nascita e sviluppo della premiata ditta. 
Si riconoscerà nella paura di toccare un cadavere, seppure di toporagno. 
Si riconoscerà nel turbamento di fronte al merlo con il collo spezzato che i tre hanno appena visto crollare al suolo. 
Si riconoscerà in quella sottile bramosia di toccare con mano e di non abbassare lo sguardo, almeno una volta nella vita, di fronte alla morte in atto. 
Si riconoscerà in quella meravigliosa leggerezza che gli appartiene, in quanto bambino, che da un minuto all'altro, da un giorno all'altro è in grado di dimenticare tutto per passare al prossimo gioco. 
Intorno a tutto questo, che non è affatto poca roba, fiorisce il disegno di Eva Eriksson che dimostra, una volta di più di avere un particolare talento , insieme a tanti altri, nel restituire con immediatezza lo stato d'animo dei suoi piccoli protagonisti. 
L'abbiamo vista brillare nella Storia di un signore piccolo piccolo dove ci ha restituito dei protagonisti indimenticabili, dove ha saputo puntellare i suoi disegni di mille indizi, tutti percepibili sul piano emotivo. 


Assoluta sovrana degli abbigliamenti, degli sguardi e dei gesti: gli occhi al cielo di Ester, l'occhiata in tralice del 'narratore', l'ammirazione di Putte davanti a Ester che costruisce le croci, l'intraprendenza di chi fa l'impresa e il soprabito nero a redingote che già da solo è un pezzo notevole. 


Ma su una cosa ha superato sé stessa: nella penultima tavola, dove si condensa il nocciolo dell'intera storia. 
Ed è qui che si vede la grande differenza, a voler essere onesti: a girarci intorno alla morte ci si può anche riuscire ed è utile per tenersi in esercizio. 
Altra cosa è, quando invece, la tocchi con mano. 
Ecco, lì si può solo piangere. 

 Carla

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