IL TESORO DELLA MAGHIARGIA
Il romanzo di Alessandro Q. Ferrari, ‘Quando raggiungeremo il sole’, pubblicato da De Agostini, ha notevoli spunti di originalità, ma anche una certa prevedibilità.
L’autore, che aveva già firmato ‘Le ragazze non hanno paura’, pubblicato con lo stesso editore e che ha avuto un discreto successo, ci propone, ora, un romanzo d’avventura con un’ambientazione molto particolare.
Siamo in Sardegna, ad Argias, nome di fantasia che forse si riferisce ad Argiolas, ma nello stesso tempo a un ragno velenoso, chiamato argia, con una mitologia simile alla tarantola e ai suoi riti.
In ogni caso, un paesino, in cui vivono quattro ragazzini: Radi, il più grande, Geli, Basma e Ulisse, il più piccolo, di undici anni.
Come tutti i piccoli paesi, anche Argias ha i suoi misteri, ospita, in particolare, una strega, la Maghiàrgia, che ispira timore in tutti i ragazzini. Radi, che è un involontario promettente giocatore di calcio, coglie l’occasione del ricovero della Maghiàrgia, per introdursi nella sua casa alla ricerca di un tesoro; invece di questo, trova un album con delle foto e degli appunti relativi ad un treno.
Per fortuna nel gruppo c’è Geli, una ragazzina che parla in modo forbito e conosce molto bene la storia del nazismo e della seconda guerra mondiale; grazie a lei, i ragazzi capiscono che in quell’album ci sono le indicazioni relative ad un treno carico di oro, di pietre preziose ed altro, nascosto in una grotta in Polonia. Infatti, la strega altri non era che Antioca Porrà, compagna del capo della famigerata banda di Pietro Koch, complice solerte dei carnefici di Hitler in Italia.
I quattro ragazzi vedono la possibilità di dare una prospettiva diversa alla propria vita e, nello stesso tempo maturano il desiderio più grande che un ragazzino possa coltivare: partire per una grande avventura.
Con grande determinazione, anche con l’aiuto della stessa Maghiàrgia, racimolano tutti i soldi che possono e si mettono in viaggio: prima la corriera, poi il traghetto fino a Civitavecchia, poi il treno che li deve portare a Vienna e poi in Polonia. Naturalmente quasi niente va come avevano previsto, vengono derubati e più volte devono ricorrere ad espedienti per poter continuare il viaggio. Nelle campagne di Tarquinia vengono aiutati da una ragazzina che vive in un ghetto di immigrati, schiavizzati da un caporale che i nostri quattro eroi riescono a derubare.
Il resto del viaggio sarà soprattutto una fuga da questo criminale, ma anche dai genitori che nel frattempo si sono organizzati e hanno compreso le intenzioni dei ragazzi.
Non posso svelare la serie di colpi di scena che contraddistingue il finale, ma posso dire che ricalcano i topoi più classici del romanzo d’avventura.
Il romanzo non è solo questo, racconta con realismo la vita di questi ragazzi, le difficoltà dei figli d’immigrati, che sono dentro e fuori dalla nostra società. Ci sono ritratti di situazioni familiari ‘tipiche’, in cui si rappresenta la sostanziale solitudine dei più giovani.
Più di questo sono validi i ritratti dei quattro ragazzi: Basma, la brava ragazza musulmana, Ulisse il ragazzino dal cuore tenero che vuole liberare in mare l’aragosta rubata ad un ristorante; Radi , il campione recalcitrante, e infine Geli, forse la meno credibile dei quattro.
Mi è sembrata anche molto interessante l’idea di partenza di tutta la storia, che mette insieme la Sardegna delle tradizioni antiche alle vicende tragiche dell’occupazione nazista in Italia, con la partecipazione dei repubblichini.
La lettura è coinvolgente, scorre con grande facilità ed è consigliata a ragazze e ragazzi a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Quando raggiungeremo il sole”, A. Q. Ferrari, de Agostini 2023
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