POLVERE DI STELLE
Kira Kira edizioni 2023
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Quando una stella esplode si trasforma in cento puntini scintillanti.
Quei puntini di luce siamo noi.
Poi una grande nave viene a prenderci.
Sulla nave ci insegnano tante cose, che il mondo è meraviglioso e a volte triste.
E che da lì in poi inizierà un lungo viaggio per raggiungere mamma e papà.
Ci sono bambini che vanno in grandi città, altri in piccole isole.
Mi ha sorpreso incontrare un bambino che ha scelto di vivere in un luogo freddissimo.
Gli ho regalato la mia sciarpa."
Accoccolata sulle ginocchia della madre, una bambina racconta. Sembra quasi abbia paura di dimenticare. Cosa che è altamente probabile.
Insomma, prima che scompaia del tutto il ricordo, è meglio che qualcuno sappia il grande viaggio che affronta ogni bambino o bambina prima di nascere.
A quanto pare, la strada non è facile. Attraversano giungle, senza mai perdersi, volano in alto senza mai sentire la vertigine. Nuotano in abissi profondi e incontrano le balene, loro così piccoli. Vedono fiori bellissimi e cercano di non dimenticare come riconoscere la bellezza, là dove si manifesta. Trovano coraggio di fronte ai pericoli e attraversano la nebbia perché vedono la luce in fondo.
Là c'è qualcuno che li sta aspettando...
La questione non è da poco.
Già anni fa, in un altro bel libro, Monica Morini, dopo essere stata a lungo nel reparto prematuri ed essersi a lungo interrogata e aver a lungo interrogato bambini e bambine, scrisse di questo tempo mitico e sulle modalità del passaggio da uno stato all'altro. In quel caso i tremori erano maggiori.
Qui l'angolo visuale è leggermente diverso e parte da un incontro.
E come avviene dopo qualsiasi incontro, dopo averlo vissuto, lungo o corto, fugace o duraturo che sia, viene spontaneo girarsi indietro e interrogarsi sulle ragioni profonde che lo hanno provocato. Inevitabilmente saranno quelle a dargli un carattere.
Quindi, anche nella maternità, uno dei tanti tipi di incontri che accadono, di certo uno dei più emozionanti e fondamentali per l'esistenza, le domande sorgono spontanee e sono assolutamente speculari. In quella testa nuova nuova e in quelle più strutturate ci si interroga: Ma tu chi sei? Ma da dove arrivi? Ma perché proprio noi due? E a voler proseguire ne arrivano altre migliaia.
Ascolta, mamma - che nella sua edizione originale francese aveva un titolo ben più evocativo: L'infini voyage - intorno a tutto questo ruota.
Una breve riflessione preliminare va fatta.
Questo è un libro che - e il titolo italiano e la postfazione di questa seconda edizione lo impongono - prevede un doppio lettore. E non solo perché i bambini non sappiano leggere...
Un lieve scarto di prospettiva sul titolo avrebbe dimostrato un cincino di coraggio in più. Tuttavia è tale scelta comprensibile perché i libri per l'infanzia passano sempre prima per le mani degli adulti, e quindi la mamma la sia mostra in copertina (anche se ritratta solo parzialmente) e la si evoca nel titolo, appunto.
Fortunatamente quest'angolo visuale, dichiaratamente tutto bambino, nel testo non si perde mai.
Si tratta di un viaggio in piena regola in cui agiscono, volitivi e coraggiosi, pupetti e pupette, tutti avvolti in tutine colorate. Attraversano scenari ogni volta differenti - dalla grande navicella spaziale che ricorda una testuggine marina, a un grande teatro con tanto di palchi e platea e palcoscenico su cui un vecchio mago merlino li istruisce su bellezze e tristezze del mondo, dalla giungla agli abissi in mezzo a branchi di pescetti poco più piccoli di loro, balene e calamari giganti. Sono i protagonisti assoluti.
I grandi, a parte il vecchio maestro, sono meravigliosamente assenti, se non raffigurati in diapositiva.
Unica eccezione è rappresentata da quella mamma a metà che ascolta e da quell'allegro corteo di donne che segna, alla fine del libro, il momento della nascita: una danza piena di gioia in cui i bambini sono il motore di tutto il movimento.
Ecco, forse uno dei meriti di questo libro è la volontà di circoscrivere il ruolo degli adulti. Pur essendo un fatto che li riguarda parecchio e di cui si ascrivono la completa responsabilità. Nel testo sono gli attenti ascoltatori della narrazione della bambina, nelle immagini sono corpi accoglienti, braccia abbraccianti, mani rassicuranti. E sono, come è naturale che sia, materia di studio. E null'altro.
L'altro grande merito di questo libro, ripubblicato in un formato che gli rende maggior giustizia, sta nell'illustrazione, che si esplicita in una lettura occidentale della sensibilità giapponese.
Alcune soluzioni sono davvero molto ben riuscite, per esempio il passaggio dai fondi neri alla nebbia che tutto avvolge e sfuma.
Brava anche nel disegnare i tantissimi bambini in movimento senza cadere quasi mai nel bamboleggiare il soggetto.
Brava nel mettere in sequenza belle soluzioni compositive - il teatro scuola con tutte le piccole nuche, come se il lettore fosse seduto tra loro nella sua poltroncina di velluto (forse).
Brava nell'alternare le tavole incorniciate con quelle al vivo, tenendo conto che questo provoca nello sguardo di chi legge una diversa percezione.
Brava soprattutto nell'uso del nero - tanto e diffuso - che nei libri per bambini, bambini anche molto piccoli, è sempre troppo raro.
Insomma, brava.
Carla
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