Vietati i tuffi a bomba, Hulrich Hub, Jörg Mühle (trad. Bérénice Capatti)
Rizzoli 2024
NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 7 anni)
"In fondo alla fila si trova una gallina cieca con un paio di occhiali da sole accanto a un'anatra zoppa, che è costretta a reggersi su una stampella.
'Perché facciamo la fila?' chiede la gallina cieca con voce sorprendentemente profonda. 'Magari qui vendono salsicce, e lo sai che io non le digerisco, anche se per il resto io mangio tutto..'
'Non parlare così forte' sibila l'anatra zoppa. 'Gli altri ci guardano in maniera strana...'
Al che un'anatra più avanti si volta. 'Di qui si va in piscina' dice con voce annoiata. Ma perché non avete gli asciugamani?'.
'In piscina?' All'anatra zoppa brillano gli occhi."
Lei non è mai stata in acqua e muore dalla voglia di provare. Naturalmente la gallina è di parere contrario: lei non sa neppure nuotare. Tra le due, diligentemente in fila, nasce una discussione.
Diamo solo un'occhiata veloce è l'argomento dell'anatra, che da sola non se la sente proprio di andare... In fondo, e questo è un colpo diretto ai sentimenti della gallina, loro due sono amiche...
E così la gallina, pensando che nella vita tocca fare anche qualche sacrificio per amicizia, acconsente. Però si fa a modo suo: si supera l'intera coda in nome della zoppia e della vita grama dell'anatra, che l'unica cosa che riesce a fare è arrossire piena di vergogna....
Superata la fila, già si profila il prossimo intoppo: nelle piscine le galline non hanno accesso, in quanto galline. A meno che non sia quella gallina lì dalla faccia di tolla che supera comunque il tornello con la sua amica zoppa, proprio in nome del suo ruolo di accompagnatrice. Il fatto che lei sia cieca, è solo un dettaglio trascurabile...
Comincia così questa "giornata particolare", anche dal punto di vista emotivo, di gallina e anatra.
Come succede sempre quando si leggono i libri di Hub, da collezionare, si ride parecchio e altrettanto si pensa.
Mai i suoi libri rischiano di cadere nell'indifferenza.
La prima sensazione che trasmettono, leggendoli, è quella di essere copioni di un film, o meglio di uno spettacolo teatrale (l'unità di luogo, tempo e di azione sembra per Hub un canone).
Nessuno stupore per questo, perché è proprio il modo più consueto che ha Hub per raccontare le sue storie. Non a caso, è anche un bravo drammaturgo e spesso i suoi libri diventano spettacoli, messi in scena.
Questo suo modo di raccontare il mondo gli è particolarmente congeniale ed è molto efficace.
L'impegnativo compito di Jörg Mühle, nel quale peraltro si dimostra assolutamente a suo agio, è proprio quello di creare un repertorio espressivo di quanto viene messo in scena.
La piccola pièce che mettono in atto ruota, come sempre nei libri di Hub e Mühle, sulle fragilità umane che, di volta in volta, pinguini, anatre, pecore e altri animaletti, hanno il compito di incarnare. Secondo la regola aurea dei favolisti classici. L'unica cosa che distingue la scrittura di Hub - fortunatamente - dai grandi classici è l'assoluta e programmatica assenza di giudizio e quindi di morale.
Quando abbiamo conosciuto queste due buffe creature, tutto ruotava intorno alla grande diversità che le distingueva: una codarda, l'altra intraprendente fino alla sfacciataggine.
E come se questo non fosse stato sufficiente, Hub esplorava il limite, la paura e la menzogna.
L'idea che ci siamo portati dentro per tutto questo tempo era quella che l'anatra fosse una dolcissima creatura, un po' fifona e lievemente bugiarda, ma alla fine dei conti molto leale nei confronti della sua amica gallina.
La ritroviamo ancora una volta impacciata e goffa nel suo modo di affrontare la vita.
Qui, pur di accattivarsi le simpatie delle altre anatre, non si fa scrupolo di prendere le distanze dalla gallina: la rinnega per ben tre volte (dove l'abbiamo già sentita una storia così?) senza neanche un po' di esitazione. E mentre lei è lì a cucire errore dopo errore, umanamente parlando, goffata dopo goffata - senza peraltro raggiungere nessun risultato a lei propizio - la gallina, come l'abbiamo conosciuta, conferma il suo savoir faire naturale: la vediamo su una sdraio (lei che non avrebbe dovuto avere accesso nella piscina per sole anatre), che chiacchiera amabilmente con altre anatre che la trovano maledettamente interessante, nel suo essere così 'esotica'.
Tanto è il suo successo, che diventa addirittura bagnina della piscina e vera guida carismatica di tutte le anatre presenti, grazie a un frigorifero pieno di bibite fresche...
Costruito con millimetrica precisione su quelle che sono le nostre debolezze, le nostre aspirazioni, i nostri vizi, le nostre storture, le nostre ingenuità nei confronti del prossimo, nel nostro desiderio di volersi sentire rassicurati dal gruppo e parte 'integrata' di una comunità, abbiamo uno spaccato esilarante quanto drammaticamente autentico, di quello che siamo capaci di fare dire ed essere quando siamo in mezzo agli altri.
Questo divertente alternarsi di fortune e sfortune in quello che è, di fatto, il loro doppio debutto in società si riverbera nei loro battibecchi (!!): vediamo accadere piccole cattiverie, rivalse, gelosie, sconsideratezze e atti di coraggio che fanno sì che chi non voleva andare in piscina adesso non se ne voglia più andare e chi non vedeva l'ora di entrare adesso non aspetti altro che di prendere la via di casa...
Noi che siamo lì e le vediamo e le ascoltiamo in questo loro serrato dialogo, in questo articolato gioco di incontri e scontri, ridiamo e riflettiamo un bel po' su due tra le più difficili e complesse arti umane: saper stare in mezzo agli altri e saper coltivare un'amicizia...
Carla
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