mercoledì 14 dicembre 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

GIOIELLO BRILLANTE

La ragazza Bambù, Edward van de Velden, Mattias De Leeuv 
(trad. Laura Pignatti) 
Sinnos 2022 


NARRATIVA ILLUSTRATA (dai 9 anni) 

"Quel giorno il tagliatore di bambù aveva ricevuto un grosso ordine, quindi impugnò il coltello e curvò la vecchia schiena quasi fino a terra. 'Jie' disse la terra. No, anzi, fu il bambù a parlare 'Cosa?' pensò il tagliatore di bambù. Sembrava che il bambù avesse detto qualcosa! Ma non era possibile. Il tagliatore pensò: 'Oggi sento cose che non ci sono'. 'Jie' sentì di nuovo. Il tagliatore di bambù cadde in ginocchio, guardò il punto sulla terra da dove sbucava un nuovo germoglio, e ora ebbe l'impressione di vedere cose che non c'erano. Perché vide una bambina, che disse di nuovo: 'Jie'. Era lata circa undici centimetri, aveva una splendida veste azzurra e scarpette blu scuro ai piedini minuscoli." 

Quella piccolissima creatura diventa la bambina che il tagliatore di bambù e la sua sposa, sarta, non avevano mai avuto e molto desiderato. A ogni centimetro in più di sua crescita, loro si sentivano ringiovanire. Sono bellissimi i momenti che passano insieme, perché la bambina con loro è molto affettuosa e piena di premure. 
Piovuta dal nulla, i due vecchi non smettono di chiederle da dove sia arrivata, ma la piccola Jie, tra una risata, una carezza e un gioco, non risponde mai. 
Cresce e diventa una bellissima ragazza, con un nome ancora più bello, Nayotake no Kaguya-hime, la principessa splendente del flessuoso bambù, nome che le hanno dato tutti coloro che di lei si innamorano. E sono tanti. 
Come è naturale che sia, i suoi genitori adottivi, seppure vecchi e consapevoli del fatto che di lì a poco  l'avrebbero persa, pensano che sia arrivato anche per lei il momento di sposarsi. 


Jie, in cuor suo non cerca affatto marito, e soprattutto è ben sicura di non poterlo fare. Così a tutti i pretendenti - dall'imperatore in giù - chiede sempre prove d'amore impossibili, fino al giorno in cui, davanti a un ragazzo semplice, senza nome e senza dote, il suo cuore salta e vola alto. 
Ma la sua segreta sicurezza di non potersi sposare neanche con lui, la porta a progettare anche per il ragazzo una prova impossibile. Mentre tutto questo accade, c'è qualcuno, una bambina che dalla luna con il suo cannocchiale tutto osserva e, biscotto dopo biscotto, controlla e si bea della complicata situazione di Jie, sulla terra. 
Questa è la fiaba di una bambina minuta che un giorno apparve tra le canne di bambù nella piccola isola di Oi. Un dono, un prestito, chissà, per due vecchi genitori che sapranno amarla almeno quanto lei ama loro. Lei, che cova in sé un grande segreto, ne scopre un altro ancora più grande: l'amore. 

Un piccolo gioiello narrativo, illustrato felicemente nel rispetto di iconografia e stile nipponici, che ha le sue antiche radici in una fiaba della tradizione giapponese. 
Ma accanto a questo aspetto di magia e meraviglia, che appare in tutto il suo splendore ma pur sempre entro il canone della fiaba classica, ossia l'arrivo di una minuscola creatura in una famiglia senza figli, i personaggi consueti del contesto della tradizione giapponese -un tagliatore di bambù e una sarta di abiti lussuosi- la cui origine semplice, ma specchiata si contrappone a quella dei pretendenti, gaglioffi e pieni di ricchezze. 


A questo si aggiunge lo schema consueto delle prove non superate dai personaggi negativi, circostanza che li rende ancor più negativi, l'arrivo del giovane pretendente, diverso per origine e censo, l'aiuto dell'animale magico, in questo caso le rondini. 
E ancora, la trepidazione dei vecchi genitori, le loro affettuose abitudini, la loro saggezza, e - in una prospettiva più che altro formale - il ripetersi di determinati comportamenti, quasi un rituale, qual è per esempio la risatina della madre che torna ogni volta che la figlia formula le singole prove d'amore, salvo poi trasformarsi in un sospiro quando si tratta del giovane senza nome. 
Ecco, ad aggiungersi a tutto questo, però,  ci sono due elementi che meritano un'attenzione ulteriore: da un lato l'idea della storia cornice, ossia tutto quello che succede al di fuori della piccola isola di Oi, e che invece accade sulla luna. 


E dall'altro il perfetto meccanismo che regola la sintonia tra 'la cornice' e il 'quadro' ed è capace di creare, nel corso della narrazione, piacevolissimi cambi di prospettiva, che hanno la prerogativa di generare curiosità, ma soprattutto vanno a comporre un raffinato incastro, proprio sul finale. 
Tutto torna, come in ogni fiaba che si rispetti. 
In sostanza, non ci si aspetterebbe che una fiaba possa trasformarsi in un racconto pieno di tensione emotiva, eppure questo accade. La lettura, superati tutti i passaggi canonici, prende a correre e a tenere il lettore incollato alla pagina, fino al momento in cui tutto il rompicapo si compone davanti al suo sguardo, beato e ammirato per tanta perfezione. 
Intorno a tutto questo ruota lei, la storia cornice che ha il pregio di svelarsi per quella che è solo in chiusura. Fino a quel momento poteva essere letta in modi differenti: come il punto di vista di un lettore, oppure dell'autore stesso. 
Qualunque cosa essa abbia voluto rappresentare, brilla.

Carla

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