mercoledì 5 maggio 2021

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

NELLA SUA PELLE


‘The skin I’m in’ è il titolo originale del romanzo pubblicato nel 1998 dalla scrittrice afro-americana
Sharon G. Flake; Giunti lo traduce nel sottotitolo, ‘Il colore della mia pelle’. La scelta editoriale coglie l’attimo, l’attenzione alle tensioni razziali, così forti negli ultimi anni negli Stati Uniti e non solo.
Il romanzo racconta la storia di Maleeka Madison, tredicenne dalla pelle molto scura, che frequenta una scuola non certo di prim’ordine e del suo incontro con un’insegnante dall’aspetto non proprio comune e dai modi piuttosto irrituali. Le vicende di Maleeka, che ci parla in prima persona, sono piuttosto complicate: è orfana di padre, la madre ha faticato non poco a riprendersi dal lutto, grazie anche alle improbabili attività di sarta; a scuola non è popolare e sopravvive grazie a Charlese, ragazzina viziata e decisamente prepotente, che si serve dell’amica per superare le prove scolastiche, ma sottoponendola continuamente a ricatti e soprusi.
Poi c’è John-John, che ha avuto una cotta per lei e si è sentito respinto e si si vendica schernendola in continuazione.
La verità è che la ragazza non si piace: si vede troppo scura, troppo alta, troppo magra; non le piacciono i vestiti che le cuce la madre, non le piacciono le ‘amiche’ di Charlese, un giro di bulle di periferia. In compenso le piace la matematica e, grazie ai metodi poco convenzionali della professoressa Saunders, scopre anche che le piace scrivere.
E poi c’è un ragazzo, Caleb, che timidamente le si avvicina.
Ovviamente, non stiamo parlando di una scuola qualsiasi, ma di una di quelle scuole di periferia, non troppo costose, che raccolgono alunni e alunne dei quartieri poveri; intorno alla scuola, strade malfamate, teppisti, paure e coraggio che si tengono a braccetto.
Maleeka ci racconta tutto questo in un’altalena di stati d’animo, che alternano la speranza di una vita diversa, normale, alla sensazione di essere chiusa in trappola, all’interno di contesti violenti da cui non riesce a sfuggire. Proprio per la sua difficoltà a reagire ed allontanarsi da Charlese e le sue amiche, si fa coinvolgere in un atto di vandalismo dentro la scuola. Ma non tutti credono alla versione ufficiale dei fatti e quindi forse ci sarà per lei una possibilità di riscatto.
Come ambientazione e tematiche, questo romanzo si affianca a quelli, decisamente successivi in termini temporali, di Reynolds, in particolare a ‘Ghost’ , a dimostrazione che venti anni non sono riusciti a modificare in modo significativo la condizione degli afro-americani poveri: in entrambi i romanzi sono raccontate famiglie monoparentali, difficoltà economiche, un contesto sociale pericoloso e spesso violento.
Maleeka ci racconta, però, qualcosa di in più: la difficoltà di amarsi quando si ha la pelle nera, troppo scura, troppo lontana dall’ideale di bellezza rappresentato dalle ragazze caucasiche. Non stare bene nella propria pelle, vedersi brutta, introiettando un pregiudizio negativo, direttamente o indirettamente razzista. Ma come tanti romanzi ci hanno raccontato, la discriminazione per le peculiarità di alcuni individui non riguarda solo il colore della pelle: scoprirlo per la protagonista di questo romanzo è anche l’inizio di un percorso di accettazione di sé.
Anche qui, come in altre storie, la scuola è il principale strumento di emancipazione messo a disposizione dei più giovani; spesso ce ne dimentichiamo, anche qui, ora, accade che una pandemia allontani dal percorso scolastico quei ragazzi e quelle ragazze più fragili, che non riescono a condividere le magnifiche sorti e progressive della tecnologia.
Non stiamo parlando, dunque di condizioni astratte e distanti: discriminazioni, bullismo, precarietà economica, fragilità delle famiglie più esposte economicamente, sono condizioni che continuano a presentarsi soprattutto nelle periferie delle grandi città. Tanti ragazzi e ragazze sono lasciati soli ad affrontare problemi troppo grandi per loro.
Singolare, dunque, l’attualità di questo romanzo, anche al di là del suo contesto specifico; è un romanzo imperfetto, con un ricorso in alcuni punti eccessivo a metafore e paragoni; ma è una storia molto viva, vicina alla sensibilità di giovani lettori elettrici, dai dodici anni in poi, scritta con uno stile diretto, esplicito, e con un grande ritmo narrativo.
Vale la pena leggerlo.
 
Eleonora


“The skin I’m in. Il colore della mia pelle”, S. G. Flake, Giunti 2021





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