Quando le galline avranno i denti, André Bouchard (trad. Fabio Regattin)
#Logosedizioni 2023
NARRATIVA ILLUSTRATA per PICCOLI (dai 6 anni)
"Una volta in piedi, Colette prepara la colazione: quattro chicchi di mais e un verme che manda giù in tutta fretta, senza scordare la sua dose di ghiaia per dare consistenza al guscio delle uova. Dopo si precipita in bagno per darsi una rapida sistemata con un po' d'acqua fredda e lavarsi i denti. E poi, via, schizza fuori di casa, per...
TONINO
'Ma le galline non hanno i denti! Che storia è mai questa?'
PAPÀ
'Appunto, è solo una storia. Tonino. Si potranno mettere in bocca i denti a una gallina anche solo per divertimento, no?'
TONINO
'Invece no. Una gallina con i denti non esiste, e non è nemmeno divertente...'"
La mattina della gallina così ricomincia. Senza lavarsi i denti ha anche guadagnato qualche minuto in più. Corre all'autobus che la porta in fabbrica dove deve produrre uova: dodici ore estenuanti con un ritmo di un uovo al minuto. Torna e a casa e stramazza sul divano, con un libro in mano (no niente libro, le galline non sanno leggere, obietta Tonino, il bambino che a letto prima di dormire ascolta il racconto che il padre sta inventando per lui.) No, davanti alla tv.
La la mattina dopo, stesso tran tran e una brutta sorpresa: nessun uovo prodotto. Il licenziamento arriva immediato e con esso l'obbligo di presentarsi alla ditta Nuggets... Non vale l'ipotesi di farla volare, perché Tonino lo sa che le galline non volano, ma correre veloce invece le è concesso.
Questa è la storia di quella povera gallina "letteraria" che decide di opporsi al suo mesto destino, rivendicando la propria autonomia nelle scelte. Con buona pace di chi invece di fare il saputello, dovrebbe solo pensare ad addormentarsi.
Si prosegue a ragionare di galline con i denti, che evidentemente hanno un loro appeal in ambito letterario.
Sulle galline diventate dentute dopo Chernobyl nessuno ha osato obiettare nulla: Tonino forse dormiva e suo padre non ha potuto leggergli il libro di Ervas e neppure quello di Bénédicte Guettier.
Qui purtroppo la gallina in questione si scontra con un bambino dall'immaginazione che va e viene. Gallina sull'autobus, tutto nella norma; gallina che legge, non sta su.
Bouchard sfodera una delle sue storie di media lunghezza, che è costruita sulla metanarrazione, ossia una storia in cui c'è la storia e anche chi racconta la storia diventa storia a sua volta.
Tra le costanti che hanno attraversato tutti i suoi libri c'è il suo senso dell'ironia che qui si esplica in entrambe le storie: quella di Colette e quella di Tonino e suo padre. Entrambe dovrebbero essere, su precisa richiesta di Tonino, storie vere. Così come recita l'incipit che riguarda entrambe e che compare in un luogo anomalo: la quarta di copertina.
Altra costante è la capriola finale, che in questo caso è addirittura doppia.
Come già altre volte è capitato, Bouchard concepisce i suoi libri nell'uso che se ne può fare, ossia non si limita a considerare la storia che essi contengono, ma ne progetta sempre una ricaduta pratica, 'vivente', ossia ha sempre molto chiaro il lettore nell'atto di leggere le sue storie. E nel farlo, ne dà contezza nella scrittura stessa o nel disegno. Qui addirittura il lettore è in qualche modo coprotagonista al fianco della gallina Colette.
Altrove ha invece messo temporaneamente a tacere la voce narrante per rivolgersi direttamente a chi ascolta. Circostanza questa che non può lasciare indifferente nessuno.
Altra cosa che succede qui, come è già successa altrove, per la precisione in La famiglia Porelli: Bouchard racconta le classi disagiate. Lì c'erano dei poveracci senza lavoro, che vivevano di espedienti e si erano attrezzati in una specie di baraccopoli mesta, qui invece una gallina vessata, sfruttata e senza garanzie sindacali che ne tutelino i diritti fondamentali di lavoratrice.
E come se non bastasse, anche la sua privacy è piuttosto a rischio...
Però però però. Qui succede anche qualcosa che non ha corrispondenza alcuna con il testo.
Si tratta di una storia che attraversa la vicenda di Colette, e lo fa solo a livello visivo.
Il tacerne da parte dell'autore lascia campo libero a molteplici letture che hanno tuttavia un denominatore comune che con le questioni di genere ha parecchio a che fare.
A voi, libera interpretazione.
Carla
Noterella al margine. Parrebbe che si siano magicamente verificate le condizioni per costruirsi un proprio "cofanetto Bouchard", dal quale resta escluso per motivi di ingombro Al luuuuuuupo!
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