venerdì 29 novembre 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

UN CORPICINO FORZUTO

Qualcuno mi aspetta dietro la neve, Timothée De Fombelle, Thomas Campi
(trad. Maria Bastanzetti) 
Terre di Mezzo 2024 


 NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 7 anni) 

"La maggior parte delle rondini non conosce nient'altro dell'umanità, delle sue tragedie e della sua bellezza, che queste minuscole sagome, laggiù in basso, che si credono grandi sulla terra ma non superano il più piccolo dei loro alberi. 
Perché non bisogna idealizzare gli uccelli. Al di là della passione del volo che dà vita alla loro anima e alla loro poesia, le rondini si occupano unicamente di sé stesse. Ci sono solo tre punti cardinali nel minuscolo triangolo della loro testa: il nido, i piccoli, la sopravvivenza. 
Gloria, lei non aveva niente di tutto ciò.

E infatti in quella vigilia di Natale lei non era al caldo con le altre sulla linea dell'Equatore. No, lei stava volando in direzione opposta e contraria. Verso Nord: Francia. Come le altre, che lo fanno ogni autunno e ogni primavera ma in senso inverso, a guidarla c'era l'istinto e non altro. 
Sotto di lei c'è anche qualcun altro che sta viaggiando in direzione Nord, Inghilterra. Un furgoncino della ditta Pepino & Schultz, gelati italiani. 


Un messaggio laconico sul telefono di chi ne è alla guida lo informa che la consegna è stata annullata. 
In cielo c'è Gloria, la rondine. E sotto di lei c'è Freddy D'Angelo, il fattorino che sta trasportando, in quella nevosa vigilia di Natale, gelati di qualità. 
Freddy, francese nonostante quel cognome, lavora da più di trent'anni per Pepino & Schultz, famosa ditta, ora in disarmo. Ha appena saputo che la sua consegna è rinviata a dopo Natale. Ormai è notte, fa freddo e casa non è lontana: l'unica cosa da fare e arrivarci, mettere in garage il furgoncino, e cenare. 
Da solo, come sempre. 
Gloria, la rondine, invece è lì che vola. Stremata, infreddolita, ma caparbia. 
Lei si è guadagnata questo nome - di solito le rondini non hanno nome - perché anni prima, abbagliata dalla lucentezza di un vetro, ci si era schiantata contro e un ragazzino l'aveva trovata e salvata. In fin di vita, lui l'aveva raccolta e curata, mettendola in una scatola del latte Gloria, che per tutto il tempo fu il suo nido sicuro. 
Questa è la storia di questa rondine che vola contro corrente, di questo trasportatore solitario e anche di qualcun altro. E del loro magnifico incontro. 

Capita, di solito nel tempo che precede il natale, che un libro di piccolo formato, contenente un unico racconto di un grande autore, mi commuova fino alle lacrime. 
Ben inteso la commozione non è solo da imputare al tema dei racconti che contengono, quanto anche alla loro perfetta bellezza. 
Nel 2022 fu la volta di Morris di Bart Moeyaert.
Nel 2024 è Timothée De Fombelle a colpire nel profondo. 
Grande costruttore di trame, nei suoi libri lunghi, da Vango a Alma del vento, passando per Tobia, qui decide di costruire un minuscolo meccanismo narrativo, assolutamente perfetto. Non un granello in più, o fuori posto. Tutto torna con matematica esattezza. 
Non un giochino, ma un corpicino forzuto e sodo come un romanzo. 
E come succede? 
E' un po' un paradosso: quella bella lingua universale, alla quale De Fombelle ci ha abituato, qui è centellinata. E' il silenzio, a parlare. Sono così tante le cose non dette che però baluginano tra le parole, che il lettore che nei libri va cercando qualcosa che non sa, qualcosa che non sta in evidenza sul piatto della pagina, qui ha di che saziarsi. 
A parte i due fili narrativi, quello che racconta della rondine e quello che racconta del corriere, a parte 'la quadratura del cerchio finale' su cui si può solo tacere, sono molti altri quelli che illuminano con lo scopo di dare quella profondità di visione, che un buon libro deve avere con sé. Per essere ancora più chiari forse ha senso entrare nel merito, almeno in due casi, quello di Freddy D'Angelo e quello di Gloria. Anche i loro nomi hanno un senso...
 

Chi sia quell'omino, quale la sua storia, lo si apprende in due modi, entrambi efficaci. Da un lato, le magnifiche tavole di Thomas Campi: quel camioncino Citroën tenuto bene nonostante l'età che attraversa le Alpi e sbuca dalle gallerie; la gran nevicata nella cittadina sulla A26; la casa in penombra; il garage tutto ordinato, illuminato con la torcia; un primissimo piano - l'unico. 
E dall'altra una sequenza di piccoli dettagli che De Fombelle semina qui e là: una musicassetta di Frank Sinatra, sempre la stessa per molte stagioni; la guerriglia intorno al Tunnel; il neon della cucina di casa che sfarfalla; gli incontri, venti minuti al massimo, con Emilia, la donna del deposito di gelati a Genova, abbracciata al suo quaderno; e poi il cameriere francese in un caffè londinese, le canne da pesca, gli ami del dodici; la cassetta degli attrezzi sul sedile... 


Chi sia quella rondine, lo si apprende negli stessi due modi, entrambi efficaci: Thomas Campi con le sue panoramiche dall'alto: un mare di sabbia, un mare in tempesta, uno scuro e uno chiaro, ma entrambi abitati. Sono i luoghi che la rondine sorvola. 
Dall'altro, ancora dettagli, accenni. Campi di battaglia, edifici bruciati e cortei nuziali; una manica della camicia, la sinistra, cucita; la porta di un garage che si chiude... 


Et voilà. 

Carla

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