venerdì 31 ottobre 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LIBRO CHE VA...

Pupupidù. Orsi in pista, Benjamin Chaud
Franco Cosimo Panini 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Che gioia sgranchirsi finalmente le zampette! Orsetto sa bene che non deve allontanarsi troppo dalla tana, ma che cos'è che brilla dietro gli alberi? È il sole che illumina il sentiero, un sentiero che Orsetto non ha mai visto prima. Come profuma di nocciola quel sentiero e che voglia incredibile di percorrerlo! Hop hop hop. Orsetto trotterella nel bosco, rincorre una farfalla, tuffa il musetto nel muschio..."



Ci risiamo: Orsetto è di nuovo all'inseguimento di qualcosa. La prima volta seguì un'ape che lo portò sul tetto del teatro dell'Opera. Adesso è attratto da odori, colori e buchi, svariati buchi che lo portano lontano da casa. In solitudine, circostanza insolita, visto che nel precedente libro era tampinato da papà Orso, Orsetto si infila in grotte, tubi rossi gocciolanti, e poi esce all'aperto di nuovo da un oblò di una lavatrice. È la lavatrice di una compagnia di artisti circensi che hanno appena steso il loro bucato accanto al grande tendone rosso. All'interno, sulla pista del circo Papà Orso, Mamma Orso e un altro orsettino minuscolo, un fratellino, stanno facendo il loro numero acrobatico. Cerchi infuocati, biciclettine, trampoli, piattini rotanti e in mezzo a tutto questo, Orsetto fa la sua parte e si fa lanciare dal cannone, mentre papà Orso sul monociclo corre sul filo e mamma Orsa è in equilibrio su una falce di luna.


Il numero, applauditissimo, si conclude con un numero di alto equilibrismo sul naso! Basta girar pagina e dal frastuono di un circo si passa al silenzio della foresta. E lì, nanna per tutti!

Hop hop hop, hip hip hip, tip tap top, Puuum! Questo è il ritmo dei libri di Orsetto.
Libro che va, suonando e battendo, pagina dopo pagina, a ritmo serrato. Nella consueta giostra di personaggi che saturano porzioni consistenti delle pagine, Benjam Chaud ci ha abituato a questi libri così sonori, così movimentati, così energetici. 
L'andamento è lo stesso di Una canzone da orsi: si parte, si va, si vede, si accelera e poi ci si ferma di nuovo.

Si tratta di un altro bel libro 'ad angolo piatto'. Un libro, cioè, che va letto tenendolo aperto 'ad angolo piatto' perché più lettori insieme possano godere, appieno della quantità di dettagli raccontati nelle parti più affollate delle pagine.
Ogni spazio utile sul foglio permette di raccontare una miriade di piccoli episodi: una su tutte, la pagina del gran bucato dove a stendere ci troviamo elefanti e pappagalli, nonché pacifici uomini sui trampoli che sul capo sostengono la moglie equilibrista che a testa in giù stende un altro po' di magliette sul suo trespolo...


In una sorta di horror vacui ogni spazio è buono per raccontare. Gli occhi, così, vanno di qua e di là attratti da mille particolari, da mille personaggi curiosi, da mille situazioni buffe. E a questo consueto modo di raccontare per immagini consueto per i libri di Chaud, qui si aggiunge la variante del buco, del taglio della pagina che ha la funzione di aprire un varco visivo su quel che sta per succedere al giro del foglio.
Sarà che il letargo deve essere così pieno di silenzio e di staticità, fatto sta che quando gli orsi si svegliano vanno incontro ad un crescente e sempre più brulicante e rumoroso mondo, popolato di bestioline o di esseri umani, sempre piuttosto appiccicati tra loro. Siamo di fronte a due fatti incontrovertibili: la natura, in effetti, non dorme mai e nelle grandi città si sta molto stretti. Ed è per questo che ad ogni fine di storia, gli orsi riconquistano la quiete della loro tana. Beati loro! 


Carla

giovedì 30 ottobre 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


VICINO AL FIUME


Ci si può appassionare alla vita delle arvicole acquatiche, piccoli comunissimi roditori della famiglia dei Cricetidi, abituati a vivere sulle sponde dei corsi d'acqua e presenti in tutt'Europa? Tom Moorhouse, zoologo britannico, scommette di sì e per questa non comune convinzione, che la vita naturale al di fuori dei cliché dei cuccioletti teneri potesse appassionare un pubblico di non specialisti, ha scritto un romanzo dedicato ai ragazzi: La canzone del Grande Fiume.
E' a tutti gli effetti una storia avventurosa, sostenuta da un gran ritmo: racconta la vita di un gruppo di quattro topini d'acqua, i Cantori del Fiume, rimasti orfani della mamma e alla ricerca di un nuovo territorio in cui stabilirsi. Tutta l'azione si svolge sulle rive del Grande Fiume, Sinethis, universo mondo di svariate creature, dalle lontre ai temibili visoni, ai ratti agli aironi e così via, che in questo habitat lottano per sopravvivere, prede, predatori, commensali, tutti uniti da questo mondo di terra e di acqua.
Il viaggio del protagonista, Sylvan, e dei suoi fratelli è denso di pericoli, di incontri strani, per esempio con un ratto estromesso dal suo gruppo, di momenti di grande sconforto e di euforia, sempre sotto la minaccia di temibili predatori in agguato.
La trama avventurosa funziona ed è davvero un modo efficace di raccontare ai ragazzi e alle ragazze appassionate di natura come funziona un ecosistema e come si comportano nella realtà animali abbastanza comuni, ma del tutto o in parte sconosciuti.
Ho solo qualche dubbio che una così evidente vocazione naturalistica non riesca ad avere una gran presa in un pubblico di lettrici e lettori presi dal fantasy o dal romanzo sentimentale; non siamo in Gran Bretagna, che invece ha una grandissima tradizione di interesse in ambito naturalistico. Soprattutto temo il fraintendimento che copertina e quarta possano generare nel giovane lettore: una storia da 'piccoli', popolata da topolini e altre tenere creature che fanno intenerire le bambine.
La canzone del Grande Fiume non è niente di tutto questo, è un coraggioso esperimento che prova a coniugare divulgazione e narrazione per una fascia di età che parte dai dieci anni. E' rivolto, insomma, a giovani lettrici e lettori senza pregiudizi.

Eleonora

La canzone del Grande Fiume”, T. Moorhouse, Feltrinelli kids 2014

mercoledì 29 ottobre 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ARRENDITI, ADULTO!
A cena dalla Regina, Rutu Modan
Giuntina 2014



FUMETTO PER MEDI (dai 7 anni)

"Stai dritta!
Smetti di dondolarti sulla sedia!
Non parlare quando hai la bocca piena!
Te l'ho già detto, non con le mani!
E non dar da mangiare a Sami!
Uffa! Tutte queste buone maniere a cosa servono?
E se la regina ti invitasse a cena a Buckingam Palace, cosa faresti?
Ding Dong."



Interno cucina. Intorno a un tavolo, probabilmente a cena, sono seduti due adulti e una ragazzina. Madre e padre, ai lati, lei al centro dell'azione, stanno mangiando. Con modalità molto diverse. Nina, infatti, sta facendo tutta una serie di cose che la buona educazione vieta: mangia con la bocca aperta, prende il cibo dal piatto con le mani e via andare. Ma all'improvviso suona il campanello di casa. Quella che sembrava solo una minaccia del padre alle orecchie di Nina, si tramuta in realtà. Una guardia della Regina, in alta uniforme, è alla porta con un invito a cena ufficiale da parte della sovrana di Inghilterra indirizzato proprio a Nina. 


Così, da una sedia di cucina la ragazzina viene sbalzata su un seggiolino di un aeroplano e quindi in una sala da pranzo larga come una piazza, dove, accanto a numerose  altre persone elegantissime e blasonate, la regina in persona l'ha invitata.
Tutti a tavola e Nina, come ospite d'onore, siede alla destra della padrona di casa.
A Nina la aspettano nove portate: dalle beccacce farcite ai pasticci di asparagi, fino all'immancabile pudding. E nulla le piace. Lei vorrebbe mangiare i suoi soliti spaghetti al ketchup e li vorrebbe mangiare con le solite modalità, ovvero con le mani (d'altronde tra le otto forchette che a sinistra del suo piatto si trovano in bell'ordine, nessuna è una forchetta da pastasciutta).



E così fa, generando disappunto in tutti i convitati. La regina stessa l'apostrofa sgridandola, ma Nina le spiega con candore che il cibo mangiato con le mani ha più sapore...provare per credere.
Se sei regina puoi permetterti di dettare le regole ed è così che, da quella sera in poi, mettere le dita nei piatti diventa legge, perché mangiare con le mani è una cosa fantastica!

I ragazzini che rovesciano il mondo! E il mondo si fa rovesciare. Questo è il grande merito di questa storia che racconta la realtà (riprodotta con fedeltà assoluta fin nel dettaglio più piccolo) e poi, con un colpo di teatro, la rivolta a testa in giù facendo diventare normale l'assurdo.
Da una cucina in una città israeliana (forse) si passa a Buckingam Palace girando solo due pagine. E da una cena di gran gala al cospetto della sovrana britannica si passa a una grande abbuffata girando solo una pagina. Potere della narrazione. 



Maestri assoluti di questo modo di raccontare la realtà sono i bambini.
Nelle loro teste, saltare al di là e al di qua della linea di confine che esiste tra il normale e il fantastico è piuttosto usuale. Noi adulti ci limitiamo a ispirarci a questo tipo di 'pensiero bambino' come espediente narrativo perché ne riconosciamo l'efficacia. Funziona sul passaggio tra una situazione impensabile nei fatti ma evocata a parole ad una materializzazione della stessa che sposta all'istante la chiave di lettura verso l'assurdo.
Rutu Modan, strepitosa fumettista israeliana, costruisce questa storia (se non erro la sua prima graphic novel per piccoli) su due punti di forza: i suoi ricordi di bambina monella e la risposta che un giorno sua figlia le diede al suo ennesimo rimprovero per le cattive abitudini a tavola. Rutu, esattamente come il padre di Nina, fece la fatidica domanda: E se la regina ti invitasse a cena a Buckingam Palace, cosa faresti? E la risposta fulminante che ottenne fu: "Si dà il caso che io sia grande amica della regina e che lei mi abbia detto che il modo in cui mangio non ha nulla di sbagliato!"
Arrenditi, adulto!



Carla




martedì 28 ottobre 2014

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


SUPERMAMME, SENZA SCORDARE I PAPA'

Ovvero modi diversi di raccontare la genitorialità, intenerendoci o ridendoci su, soprattutto quando ci si deve confrontare con l'inevitabile corsa dei propri pargoli verso il diventare 'grandi'.
Emma Dodd da tempo utilizza il formato dell'illustrato 'piccolo' per proporre piccole storie esemplari, che, con il sostegno di illustrazioni semplici e di immediata comprensione, illustrano vari aspetti della relazione affettiva,in particolare fra genitori e i loro piccoli. Questa piccola serie è pubblicata in Italia da L'Ippocampo junior e guarda ad un pubblico di genitori e figli, anche piccoli, coinvolti nella lettura comune.
In uno degli ultimi usciti, Desiderio, si centra un sentimento comune:


Un papà lupo (ma indiscutibilmente potrebbe essere anche una mamma), immagina come sarà il nuovo arrivato, come gli starà vicino per insegnargli a stare al mondo fino a che non arriverà il momento di sognare la realizzazione del desiderio altrui, facendosi da parte e lasciando spazio al giovane virgulto pronto ad affrontare la vita.


Sentimento ed aspirazione comune, anche se nella realtà è assai difficile vedere genitori capaci di comprendere le scelte del proprio figlio/a, quando divergono dagli orizzonti previsti e indicano strade non proprio facili da apprezzare.
La strada della libertà dei figli è spesso costellata di battaglie, visibili ed invisibili.
Ma se la Dodd, affermata illustratrice inglese, sceglie il linguaggio della tenerezza, del tutto congruo al suo delicato stile illustrativo, Nathalie Kuperman intraprende la strada dell'ironia.
La mamma è dappertutto, breve storia illustrata da Cecilia Botta, è una sorta di vedemecum al contrario, rappresenta il peggio, si fa per dire, di noi mamme, il chioccismo evolutivo, l'esondazione dell'amore materno.


E' poco più di un racconto, dedicato ai bambini e bambine dai nove anni e racconta di un ragazzino perseguitato da una mamma invadente che per essere vicina al proprio 'pulcino' è capace di farsi piccola piccola, tanto da entrare nella sua cartella, o grande come un gigante per difenderlo dai bulli. Si può immaginare lo sconcerto e l'imbarazzo del giovane protagonista, Joseph, che si ritrova questa genitrice onnipresente e, ovviamente, animata delle migliori intenzioni. Ne viene scombussolata la vita sociale , le amicizie e così via. Ovvio il finale con ridefinizione dei ruoli, la mamma che accetta la crescita del figliolo e il medesimo che subisce di buon grado le responsabilità di diventere grande.
Peccato che nella realtà non funzioni esattamente così e che sia estremamente complicato mantenere il giusto equilibrio, nel seguire la crescita dei figli, fra presenza e libertà dei medesimi.
Se anche questa storia pecca un po' di eccessiva semplicità nel descrivere il 'mammismo', è comunque un divertente sguardo ironico sulle tribolazioni delle mamme che spesso, e a torto, vorrebbero farsi piccole per seguire i figli in tutte le situzioni. Sappiamo bene quale difficoltà loro incontrino nel costruirsi la vita sociale, le relazioni con i coetanei e dentro la scuola, ma non è mai stata una buona soluzione sostituirsi a loro nelle scelte. E' davvero una questione complicata riuscire ad ammettere che i figli non sono il nostro specchio, una nostra splendente emanazione. E ancor più difficile farsi da parte, per permettere loro di sbagliare.
Vi fischiano le orecchie? Non avete tutti i torti, questi libri parlano anche di voi.

Eleonora

“Desiderio”, E.Dodd, L'ippocampo 2014

“La mamma è dappertutto”, N. Kuperman, Edizioni San Paolo 2014

lunedì 27 ottobre 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


OH, LA GIOIA!
Oh, i colori!, Jorge Luján, Piet Grobler
Lapis Edizioni 2014

POESIA


"In un piccolissimo seme
ci sta tutto il verde,
ci sta un trifoglio, ci sta una quercia,
ci sta la selva intera.

En una pequeña semilla
cabe todo el verde,
cabe el trébol, cabe la ceiba,
cabe la selva entera."

Una decina di colori e per ognuno di loro un pensiero che si fa poesia. 
In italiano e in spagnolo. L'arancio, irresistibile, da mordere; il rosso che canta. Il beige, il colore della sabbia, cullato dalla marea si è addormentato. L'azzurro è contemporaneamente nel cielo e negli occhi di Consuelo. Il marron è il colore di un cocco, ma anche dello stambecco. Il nero è il colore dell'universo e il bianco, che i colori li contiene tutti, è il colore della luna che, come un ventaglio in cielo, si apre e si chiude, prima sottile poi circolare, poi di nuovo sottile.


Gioisco sempre di fronte ai libri di poesia, perché penso che possano solo far del bene a chi li legge. E ogni volta che ne vedo uno constato con altrettanta gioia che esistono editori che alla poesia dedicano attenzione, andando in una direzione ostinata e contraria rispetto a quelle che sono le leggi del mercato: i libri di poesia vendono poco, si sa.
Tuttavia, i miei ragionamenti sui libri di poesia di un certo tipo mi paiono sempre riduttivi, rispetto alla portata dei contenuti. Spesso ho l'impressione che mi manchino le parole giuste. Tutto quello che dico in merito mi pare svilirsi, come nebbioso di fronte a tanto nitore. 


Ma nonstante questo vado avanti.
Di questo libro mi colpiscono diverse cose: massimamente i due immaginari quello di Lujan, così ben rispettato dalla traduzione di Teresa Porcella, e quello di Piet Grobler. E ancora la consonanza di vedute che i due hanno. Parlano la stessa lingua, solo che uno usa le parole, l'altro i pennelli.
Una percezione così convergente si incontra sulla pagina, ma fa anche di più: mi sembra moltiplicarsi all'infinito in un continuo rimando tra testo e immagine, un po' come avviene quando mettiamo uno specchio di fronte a uno specchio.



Per questo motivo, mi piacerebbe sapere quale è stata la strada che ha fatto incontrare Lujan e Grobler su questo libro, ovvero se lo si deve a una scelta editoriale (e se così fosse, complimenti per la sensibilità) o se i due si siano cercati e trovati perché semplicemente calamitati l'uno verso l'altro.
La leggerezza e la semplicità delle parole vanno verso una rarefazione e smaterializzazione del tema, così come accade nel disegno che si stempera negli acquerelli che perdono spesso la nettezza dei loro contorni. Su questo sfondo sfumato appaiono, come punteggiatura necessaria e sigla di riconoscibilità, i consueti piccoli abitanti delle pagine illustrate da Grobler: uccellini, piccoli insetti, animaletti di ogni genere e quello stambecco, simbolo di leggerezza, che attraversa le pagine dalla copertina fino alla fine, dove oscilla sull'ultima falce di luna, trasformata per l'occasione in un cavallo a dondolo.
Un altro buon libro di poesia.



Carla


sabato 25 ottobre 2014


TORNA IL CIOCCOLATO

L’aria frizzantina di questi ultimi giorni fa tornare la voglia di provare nuovi dolci al cioccolato. Quella di oggi è essenziale, si chiama tarte au chocolat e proviene dal libro di Francoise Bernard e Sébastien Gaudard, Le meilleur des desserts, Hachette 2009, che in questo periodo consulto frequentemente.
Prima di tutto occorre preparare un frolla che in questo caso è arricchita da polvere di mandorle; occorrono:

100 gr di burro a temperatura ambiente
65 gr di zucchero semolato
30 gr di polvere di mandorle
1 uovo
170 gr di farina
Un pizzico di sale

Bisogna lavorare il burro con un cucchiaio, poi aggiungere gli altri ingredienti, uno alla volta: lo zucchero, la polvere di mandorle, il sale, l’uovo e la farina. Non occorre lavorare troppo la pasta, basta formare una palla che metterete in frigo per almeno un’ora.

Accendete il forno a 150°C. Con il matterello stendete la pasta a 2 mm di spessore e rivestite uno stampo rotondo di 22 cm di diametro.
Lasciatelo riposare in frigo per 30 min.
Con la forchetta bucherellate il fondo, ricopritelo con un tondo di carta da forno di diametro leggermente più piccolo e mettetevi sopra dei fagioli secchi.
Fate cuocere in forno per 15 min.
Una volta raffreddato togliete fagioli e carta ed estraete il fondo dallo stampo.


Per il ripieno, costituito da una ganache (un’emulsione di cioccolato con una sostanza liquida, come per es. la panna, con l’aggiunta di zucchero e burro) al cioccolato servono:

200 gr di cioccolato con il 70% di cacao
2 cucchiaini da caffè di miele (acacia o millefiori)
220 gr di panna fresca da montare
75 gr di burro a temperatura ambiente

Rompete il cioccolato in pezzi piccoli e aggiungete il miele.
Portate a ebollizione la panna. Unitela in quattro volte al cioccolato, mescolando ogni volta energicamente un cucchiaio di legno affinché diventi liscia e brillante.
Alla fine aggiungete il burro e mescolate con il frullatore a immersione.
Versatela subito nel fondo di frolla.
Fate raffreddare senza mettere in frigo.

Buonissima!

Lulli

venerdì 24 ottobre 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


IMMAGINA!!


Norman Messenger, funambolico illustratore inglese, si dedica da anni ai libri per ragazzi; è famoso soprattutto per i libri 'animati', anche se questa definizione è decisamente riduttiva. Se sfogliamo Immagina..., quello che ci colpisce di più è la ricchezza delle invenzioni grafiche e se la regola non scritta è che niente è ciò che sembra, qui ogni pagina nasconde ben più di un oggetto dietro una finestrella. 


Siamo di fronte ad un caleidoscopio di immagini cangianti, a cominciare dalla copertina, dove una compassata signora sta, forse, per mangiarsi un pasticcino.
Oppure una ruota consente di combinare le facce di diversi personaggi, tutti molto assorti.


Ci sono animali fantastici che con pochi passaggi diventano ancor più fantastici; illustrazioni che nascondono soggetti misteriosi.

 
Se volete farvi un'idea, guardate anche qui.
Ma il divertimento non si esaurisce nello scomporre e ricomporre le immagini: in ogni pagina un quadratino in alto propone un gioco da fare, un enigma da risolvere. Si chiude il libro con il dubbio di non aver scoperto tutti i trucchi e le magie di cui è disseminato. Quindi, lo si riapre di nuovo e si ricomincia. Bell'esercizio e belle illustrazioni, tanto accurate quanto imprevedibili.
A me comunque è rimasto il dubbio che la signora della copertina abbia in mente, in realtà, solo una montagna di pasticcini, oppure, dietro l'aspetto elegante, potrebbe nascondere una bocca degna di un'orchessa...sarà la passione spropositata per i dolcetti!


Davvero un gran divertimento sfogliare e risfogliare questo libro, portato in Italia dall'editore White Star, della galassia De Agostini.
Consigliato per lettrici e lettori dai sei anni in poi, è apprezzabile da chiunque sia dotato di fantasia e umorismo.


Eleonora

Immagina...”, N. Messenger, White Star 2014

giovedì 23 ottobre 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LO STILE NEI BUCHI

BUCHI! Yusuke Yonezu
Minedition 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

"È il sole che vedo attraverso questo buco?
No, è una mela.
Forse il sole è qui sotto?
Sì! Ma è anche un tuorlo d'uovo."


Ancora si ragiona intorno ai buchi (a ben vedere intorno al cerchio. Il buco in sé è un'assenza). E ancora lo si fa in un cartonato per i piccolissimi. E ancora una volta siamo di fronte a un libro di Yusuke Yonezu.
Pagine cartonate, lucide con gli angoli stondati con un grande buco circolare al centro. La costruzione è un po' insolita perché il buco è già presente in copertina e le prime due pagine di sinistra non possono avere nessuna definizione che alluda alla forma perché la pagina è bucata. Ma dalla terza pagina in poi il libro si movimenta con un'alternanza tra pagine a colore pieno e pagine con disegno. 


Ulteriormente, nelle pagine di destra da un cerchio centrale si passa a due cerchi, poi si torna a uno, quindi a quattro fino alla pagina finale con addirittura sei piccoli cerchi disposti a piramide che richiamano un grappolo d'uva, visibile dalla quarta di copertina. Alcuni degli oggetti che contengono al loro interno un cerchio sono insoliti per libri del genere, ma appartengono al panorama di oggetti comuni che un bambino anche molto piccolo può conoscere ed aver sperimentato: un uovo fritto, un anello, un paio di occhiali o l'obiettivo di una macchina fotografica.


Se comparati con libri di analoga categoria, quelli di Yusuke Yonezu hanno un quid in più. Sono più belli: a partire dalla copertina che in questo caso pare un omaggio al palloncino rosso di Iela Mari. Sono anche più raffinati nella scelta dei colori, degli oggetti disegnati e nella composizione della pagina. La estrema pulizia del segno, una spessa linea nera di contorno, non può che farci propendere per scegliere un libro del genere da dare in mano a dei bambini piccolissimi, alle primissime armi con l'oggetto libro. In contemporanea è anche uscito Chi si nasconde qui dietro? 


Una carrellata di culetti che nascondono, una volta alzata l'aletta, animali diversi da quelli che ci si potrebbe aspettare o piacevoli conferme per i piccoli lettori: un culetto da elefante diventa un topo, ma dietro quella coda arancione così folta può nascondersi solo una volpe dalle orecchie a punta! L'ultimo della carrellata è dedicato a un animaletto del tutto speciale: indovinate un po' di chi sarà?

Carla

mercoledì 22 ottobre 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


TRE GATTI

Viviane Schwarz è una giovane illustratrice tedesca, trapiantata in Gran Bretagna, e questo è il suo sito, dove potete vedere gli altri suoi lavori. Molto giovane e molto creativa, viene ora portata in Italia da La Margherita con due titoli dedicati ai bimbi e, perché no?, agli amanti di cani e gatti. 


In Tre gatti mooolto birichini e soprattutto in Tre gatti e...un cane? emerge il grande divertimento dell'autrice nel confezionare libri capaci di coinvolgere direttamente il giovanissimo lettore con finestrelle che nascondono altre finestrelle, sorprese, nascondigli e alla fine un grande caos. 

I protagonisti sono tre gatti, Birba, Degat e André, assolutamente pigri, ma altrettanto amanti del disordine creativo e capaci di cogliere qualsiasi pretesto per mettere a soqquadro la casa. 

 
Di sicuro l'arma vincente di questi albi consiste proprio nell' incuriosire il bambino, invitandolo a partecipare alle bravate dei tre protagonisti. Nel primo libro le scorribande dei malandrini si susseguono per tutta la casa, provocando l'inarrestabile crescita di disordine dilagante e disastri incontenibili, con apoteosi finale che vede la distruzione dell'acquario di casa, impresa di cui i tre vanno molto fieri.
Nel secondo libro in particolare la lettura diventa una caccia al tesoro, prima alla ricerca di un intruso, poi nella fuga, 

immaginando un terribile ferocissimo cane mordace, che invece si rivela una creatura assolutamente pacifica. Innamorati del nuovo venuto, i tre simpatici combinaguai invitano il piccolo lettore a familiarizzare lui stesso con il cagnolino.



Semplicità, senso dell'umorismo, capacità di coinvolgere i più piccoli nella scoperta del libro: sono ingredienti essenziali, ma efficaci, che invitano a scoprire ogni volta i diversi aspetti del libro, consigliato sicuramente a partire dai tre anni.

Eleonora

Tre gatti mooolto birichini”, V. Schwarz, la Margherita 2014
Tre gatti e...un cane?”, V. Schwarz, La Margherita 2014


martedì 21 ottobre 2014

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


VEDERE LA LUCE
 
Rose e l'automa dell'Opera, Fred Bernard, François Roca
Logos edizioni 2014


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

"Ti ho ammirata danzare con le tue piccole compagne, come una foglia che volteggia nel vento.
Mi sono rivisto danzare a mia volta.
Tanto tempo fa. Su questo palcoscenico...
Avrei voluto cingerti la vita e sollevarti. Sentirti contro di me.
E volteggiare con te.
Poi la musica è svanita.
Le luci si sono spente."


Una dichiarazione d'amore in piena regola per voce silenziosa di un automa da palcoscenico cui mancano molti pezzi. Essa è diretta a una piccola danzatrice del corpo di ballo dell'Opéra di Parigi che ha avuto la fortuna di alzare il coperchio del baule in cui tale automa giaceva conservato da chissà quando. La curiosità unita alla determinazione nel portare a nuova vita quest'oggetto inanimato fa sì che il vecchio macchinista del teatro, Monsieur Marèchal, e il giovane orologiaio Paul si dedichino con passione alla ricomposizione dei vari pezzi di questo ballerino di legno per potergli dare nuova dignità e nuovo movimento.


Un lavoro lungo e attento per rimettere assieme i singoli frammenti. Ad ogni pezzo che si aggiunge, aumenta l'amore del ballerino nei confronti di quella bambina che gli ha ridato la luce e gli ha fatto battere di nuovo il cuore. A lei però spetta il compito più duro: quello di rimetterlo in azione e fargli calcare nuovamente le scene, ma questa volta non più da solo, ma accanto a lei, suo personale porteur.
Contro l'opposizione del direttore della più antica scuola di danza in Europa, che vede in lui solo un fantoccio, possono le parole giuste di quella giovane ballerina e la sua sicurezza interiore... 


L'automa con il nome del dio dai piedi alati ballerà.

Un'atmosfera di altri tempi, piena di luci e di ombre, di sfondi oscuri e di brillanti stucchi dorati, di perfette ricostruzioni degli interni (dal foyer fino al soffitto di Chagall) e dell'esterno, persino sulle lamiere del tetto, del palazzo Garnier, sede dell'Opéra di Parigi: queste sono le tavole fantasmagoriche di François Roca, maestro incontrastato della luce. 


Fin dalla copertina messi in scala si distinguono, anche sotto il profilo del colore, i tre diversi registri di questa storia: uno, forse il principale, caldo e voluminoso dedicato alle architetture, un secondo fortemente luminoso, dedicato alle bambine della scuola di danza, e un terzo, caratterizzato dai mezzi toni, dedicato all'automa e alla sua riparazione. 
E sopra ogni cosa, come un velo, c'è lei, protagonista assoluta: la luce.
Ancora una volta il sodalizio Bernard-Roca costruisce un gran libro. Le immagini che ritraggono la magniloquenza di questo monumento ha un suo corrispettivo nel testo che suona in taluni casi un po' appesantito dalla retorica che lo rende didascalico. La perfezione e l'equilibrio delle immagini che penetrano con dolcezza  nello sguardo del lettore stride un po' con un testo alle volte 'sincopato', probabilmente per aver modo di raccontare il più possibile. contappunti leggere sono, invece, alcuni giochi linguistici: il musetto di topolino, riferito alla piccola ballerina; ero a pezzi, riferito all'automa incompleto ed intristito per essere rimasto nel baule; diventare rosa, riferito alla piccola Rose che palpita.
Una storia che ruota intorno al mondo della danza, ma anche intorno ad un tema ben più universale: la vita interiore di un non nato, di una creatura inanimata che si anima. E lo fa per amore. Da Frankenstein a Pinocchio, la storia si ripete.

Carla

Noterella al margine: qualcuno mi sa spiegare la ragione di un esultante sì inglese, in bocca a una ballerina francese nel centro di Parigi? Che cosa non ho capito?

lunedì 20 ottobre 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


ZORRO, L'EROE

Avventura, cani, montagna, il lavoro straordinario dei cani da salvataggio e dei loro conduttori umani, sono lo sfondo su cui si sviluppa l'ultimo romanzo di Paola Zannoner, Zorro nella neve, pubblicato da poco da Il Castoro.
Il cuore di questa storia sta nell'incontro fra due personaggi, un ragazzo e una ragazza, attraverso l'amore per i cani.
Il primo, Luca, viene recuperato sotto una montagna di neve grazie al formidabile fiuto di un cane da ricerca, Zorro; da quel momento vuole assolutamente diventare anche lui conduttore di cani da salvataggio. Per farlo deve adottare un cucciolo; ed ecco il legame con il secondo personaggio, una giovane studentessa di veterinaria, volontaria in un canile. Ecco là, il gioco è fatto. Si intrecciano dunque aspirazioni, esperienze personali, contrasti e incomprensioni familiari, per realizzare un sogno comune.
Buona parte della storia ci racconta, però, anche il punto di vista di Zorro, cercando di rendere comprensibile il suo modo di percepire il mondo e di rapportarsi con l'universo umano, i suoi entusiasmi, le delusioni, l'essenzialità del suo 'pensiero'.
Parliamo di un border collie, un cane di grande intelligenza e facile addestrabilità che resta però essenzialmente un cane. Non un pupazzo animato, ma una creatura in parte ancora selvatica, capace di percepire sfumature di odori per noi nascoste, che in un bosco si anima e ritrova la sua essenza lupina.
Ovviamente è un artificio letterario, che immagina ciò che non possiamo descrivere obbiettivamente. D'altra parte la contiguità, la familiarità con queste creature ci fa imparare un modo diverso di stare al mondo, di percepirne l'essenzialità. Ed è vero che frequentarli, condividere la propria vita con loro ci fa riscoprire capacità nascoste dalla vita quotidiana: annusare il vento, interpretare i rumori di un bosco e prima di tutto reimparare a respirare.
Dunque un'avventura con un aspetto etologico, che mi auguro aiuti i ragazzi e le ragazze, che già convivono con un cane o che vorrebbero farlo, a comprendere meglio la complessità e la ricchezza di un'esperienza del genere, che si dovrebbe basare in primo luogo sul rispetto della loro natura di quasi lupi.

Eleonora

“Zorro nella neve”, P. Zannoner, Il Castoro 2014