venerdì 30 marzo 2018

ECCEZION FATTA!


TERRÁNEO


Ed eccolo qui, il libro scelto girando fra gli stand degli editori stranieri: Terraneo, di Marino Amodio e Vincenzo del Vecchio, per la spagnola Edelvives.
Il Mediterraneo come culla di civiltà diverse, come luogo di scontro e come mezzo di intensi scambi, culturali e commerciali; luogo chiuso, ai cui confini si ergevano le mitiche Colonne di Ercole, luogo aperto dove tutto si può confondere e mescolare.
E se fosse esistito un tempo mitico in cui il Mediterraneo fosse fatto di terra, fosse un’isola circondata dal mare, oltre il quale si estende un mondo ignoto?
Su questa suggestivo spunto i due giovani autori costruiscono un albo affascinante, in cui questa rocciosa isola persa nel mare è abitata dalle stesse genti e le città che ora conosciamo sono come avamposti sul territorio sconfinato del mare. 


Gibilterra, Scilla e Cariddi, Venezia, curiose rocche a forma umana, sono rappresentate con ardite architetture barocche, che solo alla lontana richiamano le forme future di quegli stessi luoghi.
Bella prova d’autore, tecnicamente notevole, con un’invenzione davvero originale su qualcosa di molto conosciuto e dalle valenze molto contraddittorie, il mare Mediterraneo su cui si affacciano tre continenti e molteplici culture.


Penso che lo vedremo presto in Italia e questa è una buona notizia. Per chi volesse farsi, intanto, un’idea ecco il video.

Eleonora

“Terraneo”, M. Amodio e V. Del vecchio, Edelvives 2017



giovedì 29 marzo 2018

ECCEZION FATTA!


Un libro è rimasto impigliato nella coda dello scoiattolo.
È Doña Elba, un silent book di Mariano Diaz Prieto edito da Adriana Hidalgo. 




Giocata tutta sui toni del grigio e del marrone, la vicenda, raccontata quasi interamente a doppia pagina, si apre su un tipico barrio argentino per concentrare la sua attenzione su una buffa vecchina alle prese con la sua polverosa quotidianità.




Ben presto inizia l'avventura: nella cucina irrompono candide creature dal corpo lunghissimo e guizzante, che avvolgono Doña Elba nelle loro spire e non la lasciano più in pace. L'anziana signora si dimostra però alquanto combattiva, e ingaggia con loro una lotta senza quartiere, inseguendo gli strani esseri per tutta la casa nel tentativo di scacciarli definitivamente.
  

Cosa sono queste creature? Animali fantastici? Fantasmi? Ricordi? Pensieri scomposti di una mente non più lucida? 
L'interrogativo, reso palpabile dalla dinamicità tragicomica delle illustrazioni, resiste alla piega apparentemente semplice e un po' retorica in cui si risolve la vicenda: arrivano il nipote e il figlio, Doña Elba serve una merenda, le creature si placano e scompaiono per il tempo di un te in compagnia. Ma quando figlio e nipote se ne vanno, le bianche creature fantastiche piuttosto che tornare dalla nonnina inseguono la macchina che si allontana, mantenendo viva la possibilità di calibrare la risposta a diversi livelli di lettura e proponendo una diversa visione della vecchiaia.

Scoiattolo

mercoledì 28 marzo 2018

ECCEZION FATTA!

Dalla Bologna Children's Book Fair

Due blogger e uno scoiattolo in giro per la fiera. Ne risulta un breve quanto selezionatissimo percorso attraverso gli stand degli editori stranieri.
Si comincia da qui.

IL MONDO SALVATO DAI RAGAZZINI


Outlaw di Nancy Vo è un'opera prima di un'autrice che deve fare ancora molta strada per quel che riguarda il disegno. In questo primo libro usa tecnica mista, ma a buone soluzioni alterna alcune ingenuità e un impaccio voluto nel disegnare la rigidezza delle figure umane. Tuttavia, c'è un tuttavia. Perché la storia è bella e inaspettata: limata e asciugata da ogni superfluità.
Ha il tono di un apologo, lontano da retorica e didascalia che decolla sul finale con un ragionamento che lascia un buon sapore in bocca. 
Siamo nel vecchio West e questo si intuisce fin dalla copertina.


Atmosfera spettrale in cui agisce un fuorilegge. 
Frasi brevi che hanno la velocità e il fragore di uno sparo. La prima sembra addirittura uscita dalla gola del corvo che entra in scena e si posa su un ramo di un albero secco. 
Gli abitanti della città vivono nel costante terrore che lui faccia qualcosa di male. Fino al giorno in cui sparisce tanto improvvisamente quanto misteriosamente.
Il tempo passa. 


Dal nulla arriva uno sconosciuto che passa il suo tempo ad aggiustare quello che non va: la scuola, la stazione ferroviaria. Costruisce persino una mangiatoia per i cavalli. Ma quando qualcuno lo riconosce come il fuorilegge, per lui è finita. La gente della cittadina gli si rivolta contro e lo dileggia, mentre lui, impassibile,  tace. 
Solo una voce esce dal coro, quella di un ragazzino che dice 'lasciatelo in pace, lui ci sta provando...'
Dalla pagina escono tutti, convinti o meno dalla frase di chi ha avuto coraggio. 
Poco importa perché la cosa fondamentale è ripartire per continuare a 'make amends', cosa che alla fine è quella che davvero conta.
E il corvo così come è arrivato abbandona il suo ramo e vola altrove.

Libro in uscita a maggio per Groundwood, Canada.

Carla



 


lunedì 26 marzo 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


COME SE NULLA FOSSE

Else-Marie e i suoi sette piccoli papà, Pija Lindenbaum 
(trad. Luca Buldini)
Il Barbagianni Editore 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"'Oggi non posso venire a prenderti al doposcuola Else-Marie, devo lavorare fino a tardi. Verranno i papà.' Come? Ma non sono mai venuti a prendermi! E tutti gli altri bambini hanno un papà. Uno grande."

Else-Marie non ha un papà grande, in compenso ne ha sette piccoli piccoli, poco più che bambolotti. Lei e sua madre vivono serenamente contornate da questi ometti che hanno nomi diversi ma abbigliamento conforme. E sono praticamente indistinguibili se non per piccoli dettagli, come un puntino sull'orecchio. Sono uomini d'affari che partono il lunedì mattina e a casa ritornano solo il giovedì sera con qualche regalino per la loro amata figlia.


Rientrati dal lavoro, si rintanano dietro il grande paginone del quotidiano; alle otto spediscono a letto la figlia, non prima di averle letto una fiaba (mai arrivano in fondo, cadono addormentati alle prime pagine). Tutto andrebbe per il meglio se non fosse che il giorno dopo toccherà a loro andare a prendere la figlia a scuola. Che diranno i compagni nel vederli? Cominceranno a giocarci e a prenderla in giro? L'agitazione nel cuore di Else-Marie è a mille...Non riesce a stare nelle righe quando scrive, disegna salsicce con le gambe e anche con gli amici di gioco non ingrana. L'unica cosa giusta da fare è farci un pisolino sopra ma al risveglio i papà sono arrivati e tutto...è perfettamente normale.


Ecco. In questo libro di Pija Lindenbaum tutta la trepidazione si dissolve come nebbia al sole: prima c'è e poi non più. Evviva il nord Europa e il loro modo di raccontare il mondo.
Deutsche Jugendliteraturpreis nel 2012, Pija Lindenbaum, autrice fondamentale nel panorama svedese e nordeuropeo, in Italia ha scarsa fama. Illustratrice di un solo altro libro che circola da noi e da amare sopra ogni cosa: Mirabell, di Astrid Lindgren, pubblicato esattamente 10 anni fa da Motta Junior, quando era ancora indipendente. Anche lì la storia ruotava su un fatto 'impossibile' che però aveva i connotati dell'assoluta normalità. 


Tecnicamente avere sette papà è possibile, ma averli tutti e sette alti poco più di un birillo è piuttosto raro. Parrebbe che la quantità di peso corporeo di un papà 'normale' sia stato suddiviso in sette corpicini brulicanti. Il loro mestiere di papà tuttavia, anche se ciascuno in quota parte, lo svolgono egregiamente. Lavorano sodo, sono collaborativi a casa, si intendono di molte cose, sono attenti, premurosi e affettuosi. A vederli in azione si ha sempre l'impressione di correre lungo il sottile filo di confine tra il vero e l'assurdo, in una equilibrata alternanza di smentite vicendevoli tra credibile e incredibile.
Se da principio si può pensare che i sette papà siano il frutto di una fantasticheria di bambini, al comparire della madre, vero baluardo di normalità in questo contesto improbabile, il lettore fa un salto sulla sedia perché se da un lato lei è lì a dimostrare che è tutto perfettamente a posto, dall'altro lei è la vera causa di questa anomalia familiare. Dove li ha conosciuti? Come ha fatto a innamorarsi di tutti e sette allo stesso modo? Come hanno fatto in sette a produrre quella bambina? E via a immaginare.


La normalità rappresentata nella figura materna si corrobora anche nel contesto scolastico dove Else-Marie teme succeda il peggio, quando invece tutti si comportano come se nulla fosse. Ecco forse la chiave di lettura è proprio qui: in quel 'nulla'. È istintiva per me una predilezione per questo genere di storie, dove l'assurdo è il pane quotidiano. In tal modo, ogni volta che il libro si chiude si accendono mille domande per dare senso e soprattutto 'normalizzare' ciò che forse senso non ne vuole avere e che alle convenzioni risponde con una bella immersione collettiva. Assoluto godimento, già notato con Mirabell, nella cura del contesto che accoglie la storia. Le tavole sono punteggiate di mille particolari e dettagli che sono un vero divertimento.
Ancora una volta la casa editrice Il Barbagianni sforna una 'bella anomalia' rispetto alla consuetudine delle sue pubblicazioni. 


Non resta che gioirne.

Carla

venerdì 23 marzo 2018

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


PARLANDO ANCORA DI LUPI


Non c’è dubbio che la figura del lupo rivesta un interesse crescente, per le nuove conoscenze e per le infinite polemiche che la sua presenza scatena. Non mi sento assolutamente in grado di stabilire con certezza quale sia il modo giusto per avvicinarsi a questo problema, ma penso di poter indicare qualche elemento di valutazione.
L’errore più frequente è quello di umanizzare i lupi, affascinati come siamo dal loro comportamento, dalla loro bellezza, dallo sguardo magnetico spesso colto dall’obbiettivo fotografico. Un esempio di questo genere d’approccio è rappresentato da La saggezza dei lupi, di Elli H. Radinger, libro per altro affascinante e ricco di belle fotografie, che piace sicuramente agli amanti della natura a partire dai tredici anni. Racconta l’esperienza dell’autrice, che, lasciata la sua attività, ha trascorso venti anni studiando, da non specialista, la vita dei lupi nel parco di Yellowstone. E’ un racconto appassionante, ricco di aneddoti, che sicuramente avvicina il lettore a quell’amore per la natura selvaggia che è una precondizione per la sua salvaguardia. Ma. 
Per fare questo inevitabilmente la descrizione del comportamento dei lupi è nello stesso tempo la descrizione dei sentimenti, della passione provata dalla protagonista. Già nelle prime pagine nella descrizione degli affascinanti, complessi comportamenti dei lupi, si usa il termine di paragone del comportamento umano. E, ovviamente, le cose non possono stare così. Ricordo il bel libro Il lupo e il filosofo, che racconta le implicazioni del rispecchiarsi in questo o quell’animale. Noi abbiamo bisogno di farlo, ma loro, gli animali, hanno bisogno d’altro.
Hanno bisogno di essere rispettati per quel che sono e per farlo è necessario conoscerli meglio, cercare di capire il loro sguardo sul mondo. Questo approccio per certi versi più umile e più consapevole è stato recentemente descritto da Frans de Vaal, famoso primatologo.


Un esempio di lettura di questo tipo, dedicata esplicitamente a lettrici e lettori giovani, è Lupinella, scritto da Giuseppe Festa, di cui conosciamo la passione naturalistica, e illustrato da Mariachiara Di Giorgio, per Editoriale Scienza. Qui il racconto della nascita e della crescita della protagonista a quattro zampe, Lupinella appunto, è accompagnato da interventi dell’etologa che fa parte dell’equipe del progetto Life Wolfalps. Così, mentre seguiamo le scoperte del giovane animale, vediamo quali siano le relazioni sociali all’interno del branco, quali tecniche di caccia vengano adottate. Nell’affiancare il racconto, ovviamente fantasioso, alle spiegazioni scientifiche dell’esperta, si mette in condizione la lettrice o il lettore di entrare nel mondo ‘lupesco’, nella vita dei boschi, nel rapporto fra prede e predatori.


Come sottolinea Francesca, la giovane ricercatrice, queste ricerche non possono essere portate avanti se non si è animati da grande passione. La stessa passione che ha guidato le ricerche di Jane Goodall e Diane Fossey, che sicuramente hanno amato non sono il proprio lavoro, ma anche le creature senzienti che hanno studiato. Ma questo non ha impedito loro di vedere il mondo da un punto di vista ‘altro’, e non umanizzando scimpanzé e gorilla.


E’ un bell’esperimento, quello portato avanti qui da Editoriale Scienza, che sono certa aiuterà bambine e bambini, a partire dagli otto, nove anni, a guardare al lupo delle fiabe con occhi nuovi.

Eleonora

La saggezza dei lupi. La mia vita con il branco”, E.H. Radinger, Sperling & Kupfer 2018
Lupinella”, G. Festa, M. Di Giorgio, Editoriale Scienza 2018


mercoledì 21 marzo 2018

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


IL PAESE DELLE CODE IMPIGLIATE


Ci sono argomenti che sfiorano raramente il mondo dei ragazzi e delle ragazze, appartenendo più alla cronaca e alla politica che non alla cultura; e questo è parte del problema. Come un fiume carsico, in alcuni momenti questi temi affiorano e diventano oggetto di pubblicazioni dedicate ai più giovani. E’ questo il caso di un argomento che tiene banco sulle pagine dei quotidiani: la corruzione. Così, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, sono usciti due libri sull’argomento, con caratteristiche molto diverse. Il primo, un breve apologo morale di grande forza, il secondo uno strumento molto serio di natura essenzialmente didattica.
Ci sono libri che nascondono la propria genialità nella assoluta semplicità ed immediatezza con cui si propongono. E’ questo il caso di Una storia di code impigliate, della brasiliana Ruth Rocha, pubblicato ora da Giunti, ma firmato dall’autrice nel 1986, per essere rivisto nel 2012.
Sottolineo le date perché hanno una certa importanza.


Lo scopo di questa breve storia, perfettamente illustrata dal segno ironico di Carlos Brito, è spiegare la corruzione ai bambini. Uno dei peccati capitali della nostra epoca, che non conosce confini, è in realtà assai sfuggente, perché si annida fra le pieghe più piccole della società e a volte si confonde con innocenti relazioni amicali.
Bene, come viene raccontata la corruzione? Con l’immagine perfetta delle code attorcigliate: ti do le mie merendine e in cambio mi passi il compito di matematica. Se poi il secondo bambino volesse un favore a sua volta, potrebbe sempre ricordare al primo che non ha mai fatto il compito di matematica: ma il primo può ricattare il secondo, che ha accettato le merendine in cambio. In poche parole, i due hanno le code attorcigliate, perché lo scambio che hanno condiviso ha a che fare con qualcosa di illecito, sbagliato, illegale.
Nella cittadina di Egolandia in molti hanno le code attorcigliate, il sindaco, un generale che possiede dei terreni, ma anche il farmacista e tanti altri. Ad un certo punto le code da metaforiche diventano reali ed ecco che la piazza del paese si riempe di individui con code lunghissime e piene di diramazioni, che si intrecciano continuamente con altre code. Un groviglio inestricabile; e quando vengono i rappresentanti del governo centrale, ecco spuntare code lunghissime ed intrecciatissime. I cittadini per bene, alla fine esasperati per tutto questo intreccio di code, decidono di fare piazza pulita.


Semplice, semplicissimo. Questa piccola storia ci mette di fronte ad una descrizione di chiarezza cristallina dei meccanismi del potere corrotto, che lega a sé le persone con i favori, le complicità, gli interessi leciti e illeciti. Ma spiega anche con chiarezza perché sia così facile la diffusione di questi comportamenti, in quella zona grigia in cui si stringono patti ambigui e si intrecciano le code. In fondo, cosa sarà mai un compito di matematica mai svolto e qualche merendina, regalata per pura generosità..
Tornando alle date, vediamo come un testo degli anni Ottanta, per quanto rivisto, sia perfettamente calzante nel nostro presente; e questo è abbastanza disperante. Se ci guardiamo intorno, anche noi vediamo una selva di code intrecciate, che abbracciano e circondano ogni aspetto del vivere comune, dalle piccole cose alle più grandi.
Quanto mai importante, quindi, affrontare per tempo questo tema, aiutati da un libro come questo, agile, divertente, coloratissimo. Apprezzabile la scelta di accompagnare il racconto con le illustrazioni di Brito, che danno corpo all’esercito dei corrotti e corruttibili, degli uomini con gli occhiali scuri e le impresentabili code. Una immagine grottesca, che aiuta a sorridere nel parlare di cose serissime.


Il secondo libro, dal lunghissimo titolo La corruzione spiegata ai ragazzi che hanno a cuore il futuro del loro paese, è opera di due magistrati, Raffaele Cantone e Francesco Caringella ed è in sostanza il compendio del lavoro di due persone in prima linea nella lotta alla corruzione. Il testo, utilizzabile secondo me essenzialmente come strumento didattico, definisce con precisione e chiarezza i termini della questione, mostrando come l’estensione capillare della baratteria, termine dantesco, mini alle fondamenta il futuro di una comunità. La cosa pubblica, i beni comuni, il senso di comunità diventano territorio di ruberie e favori, affari privati di consorterie di tutte le specie a danno degli interessi della collettività. Il danno economico della corruzione è grande, il danno morale lo è anche di più, perché sostituisce un’idea di comunità con quella delle ‘famiglie’, dei gruppi di potere, delle cosche e combriccole più o meno criminali.
Giustamente, nella introduzione al libro di Ruth Rocha, Gherardo Colombo sottolinea come fra uno stringente sistema repressivo e una penetrante azione educativa, lui preferisca di gran lunga la seconda scelta. Questi due libri, nella loro evidente diversità, vanno nella giusta direzione, aprendo gli occhi ai più giovani sul mondo che li circonda.

Eleonora

“Una storia di code impigliate”, R. Rocha e C. Brito, Giunti 2018
“La corruzione spiegata ai ragazzi che hanno a cuore il futuro del loro paese”, R. Cantone e F. Caringella, Mondadori 2018


lunedì 19 marzo 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


PICCOLO E' BELLO
Il carretto di Max, Barbro Lindgren, Eva Eriksson
Bohem Press 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

"L'orsetto di Max va nel carretto.
Il cane di Max va nel carretto.
La palla di Max va nel carretto.
La macchinina di Max va nel carretto.
Il biscotto di Max va nel carretto."

Nel carretto di Max, un bimbetto che si regge appena in piedi, ci sono molte cose. Quasi tutte inanimate tranne una, dotata di vita propria. Il carretto non è molto spazioso e per di più Max lo sta spingendo verso il giardino. Un movimento brusco fa cadere il primo oggetto: l'orsetto. Il cane lo raccoglie. Quindi a cadere è la macchinina e il cane paziente la recupera. A uno a uno, nel loro tragitto verso il giardino, tutti gli oggetti cadono, compreso il biscotto. Il cane ogni volta recupera ciò che finisce fuori dalle sponde del carretto e sembra che Max quasi lo pretenda. Con il biscotto le cose vanno diversamente...

Quadrato, cartonato, angoli stondati, un bella cornice bianca intorno al disegno centrale ad acquerello. Un ritmo cadenzato nelle immagini, un disegno a pagina e un brevissimo testo sottostante che si ripete in una sequenza elencativa.
Sono fatte salve tutte le caratteristiche formali di un librino per mani piccolissime. Ma a questo si aggiunge una altissima qualità estetica e di progetto che invece nei già rari libri per la primissima infanzia latita spesso e volentieri (basandosi sull'adagio che tanto un bambino piccolo il libro lo assaggia più che 'leggerlo').


Da dove arriva questa altissima qualità? Dal Nord, ma soprattutto dal passato.
Era il 1981 quando Barbro Lindgren (classe 1937 premio ALMA 2014) ed Eva Eriksson (classe 1949 candidata ALMA 2018) costituivano un felice sodalizio tutto svedese per dare vita alla serie di storie del piccolo Max (in ambito anglosassone anche detto Sam). La grande intesa tra le due, palpabile immediatamente, si è consolidata anche in altri importanti libri, il più significativo dei quali è The wild baby (1980).
Due sono gli ambiti in cui si percepisce il valore de loro libri.
Da una parte la qualità del progetto e dall'altra la qualità formale.
I due ambiti, come è ovvio che sia, si compenetrano.
Nei loro libri è molto alto il livello di intesa e di equilibrio tra immagine e testo, laddove la prima ha carattere narrativo e permette di seguire la trama della storia con estrema facilità. Il testo, da parte sua, costruito sulla ripetizione, accentua il gusto della lettura condivisa, garantendo la comprensione attraverso il ripetersi di pochi costrutti verbali.
Sia dal punto di vista testuale sia visivo, le storie di Max attingono a un contesto riconoscibile, sono sempre brevi porzioni di vissuto in situazioni di vita quotidiana: al Carretto di Max si aggiunge Il bagnetto di Max.


Per consolidare ancora di più comprensione, consuetudine e godimento da parte dei più piccoli, cambiano le storie ma i protagonisti sono i medesimi. La forza e il successo dei disegni di Eva Eriksson sta proprio in questo, nella sua capacità di creare personaggi attraverso il loro agire sulla pagina, le loro emozioni passano attraverso il gesto e lo sguardo e ciò li rende reali e come tali riconoscibili. Da quarant'anni in qua.
Per come sono concepite, le storie di Max non si concedono che di rado  'silenzi narrativi o visivi' che tanto stimolano i lettori più grandi ma che altrettanto destabilizzano i più piccoli. Per questo motivo, laddove la relazione tra testo e immagine vede la seconda come 'espansione' del primo, siamo di fronte a un andamento quasi simmetrico, consonante, in sintesi complementare.


Ciò nonostante, in quelle poche immagini che non sono perfettamente consonanti, esse diventano evocative ed entrano ad evidenza in connessione con il lettore adulto che potrà giustamente godersi la 'sua' parte di libro.
Questo non è un dettaglio ininfluente ed è uno dei meriti che va riconosciuto a Lindgren e Eriksson, ovvero quello di saper dialogare con entrambi i lettori dei loro libri: i bambini e gli adulti che li condividono.
In tale prospettiva, anche la domanda finale del libro trova una sua risposta solo nell'immagine, che un adulto, prima di un bambino, coglie. A meno che quello stesso bambino non abbia un cane per casa, e non abbia provato almeno una volta nella vita cosa voglia dire vedersi 'soffiare via' la pizza dalle mani...



Carla

venerdì 16 marzo 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ULTIMO VENNE IL VERME
 
Gigi, Mathieu Lavoie (trad. Elena Baboni)
Fatatrac 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 3 anni)

"Oh, un albero! Ma che cosa è caduto dall'albero?
Un uovo! E chi esce dall'uovo?
Gigi! E che cosa urla Gigi?
Mamma!"

Anche la mamma corvo di Gigi urla perché ha avvistato la volpe che però sta dormendo. Nel frattempo il piccolo Gigi trova un verme, che a sua volta urla perché in pericolo e nello stesso frattempo la volpe si sveglia e forse adesso e Gigi a essere in pericolo. La mamma corvo deve aver letto Fedro o Esopo e così attira la volpe con il formaggio. Il resto è favola nota, salvo che qui la sciocca è un'altra e Gigi è salvo...


Sono diverse le ragioni che mi fanno gioire nel leggere questo libro di Mathieu Lavoie. La prima è la constatazione che si apre un nuovo scenario nel campo dei libri per piccolissimi e che ci può essere anche qualcosa di diverso dai libri, seppure in taluni casi geniali, di Minibombo che hanno creato una sorta di monopolio per quella fascia di età. Se con essi condivide il segno grafico, l'uso dei colori piatti, il testo ridotto ai minimi termini, tuttavia mi pare si qualifichi per il gusto compositivo della pagina con cambi repentini di formato, e per una grazia nel disegno e soprattutto per una cura e ricercatezza sottile del testo che si costruisce con ossessiva regolarità tra domande e risposte. La seconda ragione che riempie di gioia che anche i libri di Mathieu Lavoie abbiano cominciato a circolare in Italia. Coeditore (insieme a Nadine Robert e a Marianne Dubuc) di una delle più interessanti case editrici canadesi, Comme des géants, Mathieu Lavoie condivide con loro un'idea dell'infanzia impastata di tenerezza e cattiveria in dosi equivalenti. E questo rappresenta il terzo motivo di gioia.


Lontano da stereotipi e tabù secondo cui ai più piccoli bisogna tenerli lontani da certe durezze della natura, nei libri di Mathieu Lavoie i vermi, ultimo anello della catena alimentare, sono spesso vittime sacrificali. Ne è una prova, il secondo titolo uscito in accoppiata, Toto vuole la mela,


che alla fine di tutto vede il verme finalmente amoreggiare in tutta tranquillità con la sua mela, al buio nello stomaco di qualcun altro...Nessuno sconto per lui, a parte la sua felicità tutta 'interiore'.


Una somiglianza più che casuale con Calimero, Gigi è pieno di piccoli dettagli che lo rendono un libro da leggere e rileggere mille volte. Possibilmente ad alta voce senza mai stancarsi o annoiarsi.
Con una partenza che non lascia presagire l'inserto favolistico e sembra piuttosto concentrarsi sull'alternanza di domande e risposte, sostanzialmente uguali, vira verso la favola, ma solo incidentalmente ne dà una sua lettura originale. La grande cosa che fa Lavoie, e questo particolare sembra rivolto agli adulti lettori, è giocare con la favola a tal punto che la mamma corvo della storia 'recita' a soggetto la parte del corvo nella favola.
Semplicemente geniale!
Spigolature ulteriori sono il lavoro attento sugli sguardi, primo fra tutti quello dall'interno dell'uovo, il nome del formaggio che è un piccolo capolavoro di ridondanze interne.
Devo ripetermi: semplicemente geniale!


Carla

mercoledì 14 marzo 2018

FAMMI UNA DOMANDA!



DI FUCHI E DI FALENE


E’ quasi una festa quando possiamo sottolineare il lavoro ben fatto di equipe italiane, come quella, già conosciuta, della milanese Associazione Didattica Museale, qui assistita dalla brava Giulia De Angelis, specializzata nell’illustrazione scientifica.
Nel nostro caso si tratta di un’eccezione rilevante, se si pensa quanta parte svolga la divulgazione di lingua inglese, come più volte mi è capitato di sottolineare, nella nostra produzione editoriale.


In questo caso abbiamo due titoli, non so se appartenenti ad un progetto organico di collana rivolta a ragazze e ragazzi a partire dai nove anni, che si occupano di insetti particolarmente interessanti: le api e le farfalle. Il mondo delle Api e Il mondo delle Farfalle, pubblicati da White Star, rappresentano un’eccezione anche dal punto di vista del contenuto, rivolgendosi ad una fascia d’età superiore rispetto a quella cui sono destinati, solitamente, i libri sugli animali.
Si tratta di due libri ampiamente illustrati, ma densi di notizie su insetti familiari e disconosciuti, nel senso che solitamente ci si accontenta di fornire ai lettori/lettrici solo delle indicazioni di massima.
In questi volumi, invece, si approfondiscono aspetti di fisiologia, etologia e relazione, ovviamente problematica, con il mondo umano.


Per fare solo pochi esempi, vediamo come sia complesso il ruolo degli impollinatori nello sviluppo del mondo vegetale: quante piante, anche coltivate, dipendano dall’impollinazione operata dalle api; oppure apprendiamo l’affascinante argomento della ‘danza’ con cui le api bottinatrici comunicano la posizione dei fiori. Scopriamo anche che le specie sociali, cioè con una complessa struttura organizzata, siano in realtà un’esigua minoranza rispetto alle diverse specie di api.
Per quanto riguarda le farfalle, ne viene rappresentata la diffusione geografica, la variabilità delle dimensioni, le sorprendenti migrazioni; scopriamo anche come siano più numerose le specie di falene rispetto alle farfalle diurne.


Sia per quanto riguarda le api, la cui crisi demografica è ben nota e spaventa moltissimo gli agricoltori, che per quanto riguarda le farfalle, le modificazioni climatiche e l’inquinamento da pesticidi hanno messo a dura prova la capacità di resistenza di questi animali spesso spettacolari, ma anche del tutto inavvertiti all’occhio distratto di noi abitanti di metropoli, rischiando di modificare irreversibilmente il paesaggio che ci circonda.
Ben vengano testi rigorosi e attenti, capaci di focalizzare l’attenzione di bambini e adulti su animali così importanti per la vita del pianeta e per la nostra.


Come sempre, quando la 'matita' sicura di Giulia De Angelis cura le illustrazioni, le immagini sono precise e, nello stesso tempo, tali da incuriosire e affascinare anche la lettrice e il lettore più pigri. Forse l’unico appunto può riguardare i caratteri di stampa scelti e qualche appesantimento nell’impaginazione.
Questi libri sono dunque una valida, stimolante lettura per entomologhe ed entomologi in erba, molto motivati a conoscere in modo non superficiale l’affascinante mondo degli insetti.

Eleonora

Il mondo delle Api”, Banfi c, G. De Angelis, White Star 2018
Il mondo delle Farfalle”, M. Schiavo, G. De Angelis, White Star 2018





lunedì 12 marzo 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IN CERCA DI ALBICOCCHE MATURE

A colori, Barbara Ferraro, Sonia Marialuce Possentini
Bacchilega junior 2018


POESIA

"GRIGIA è l'incertezza che avvolge e opprime
GRIGIA la stanchezza della strada
NERA è la fuga della seppia tra la schiuma
NERA la distanza che separa"



Manca un colore per arrivare a una tavolozza di venti.
Accanto ai più diffusi -giallo, verde o turchese- nel catalogo compaiono anche quelli della 'maniera' degli antichi, come l'ocra e il bruno o l'indaco e il porpora. 


Nomi di colori, questi, che abbiamo letto per la prima volta da bambini, sbirciando in quelle magnifiche cassette di legno piene di tubi ordinati di oli o tempere, desiderando che qualche zia facoltosa ce le regalasse.
A questi già rari, si aggiungono l'ambra, il bronzo e l'argento, colori che più degli altri si legano alla loro radice materiale.
Così si declinano diciannove colori che sulla pagina diventano testo, sorta di controcanto metaforico, più precisamente sinestetico, che del colore dà una lettura emotiva, quindi personalissima e unica.
Tuttavia tra il colore che denota la pagina e la sua lettura metaforica che ne connota il significato emotivo per Barbara Ferraro, si inserisce una terza, seppure saltuaria, via di lettura, dove il colore diventa esperienza condivisa perché legato alla percezione del mondo della Natura. Ed ecco che Il nero è la fuga della seppia, il bruno è lo scrocchiare delle foglie secche, il verde è il guizzo della serpe, arancione è il profumo di albicocche mature.


In questo libro costruito essenzialmente sull'emotività, quindi per definizione mutevole, cangiante e inafferrabile, esiste tuttavia un rigoroso ordine sotterraneo, che sostiene l'intera materia fluida, una sorta di rete solida su cui si appoggiano le parole e i disegni ne sono degno scenario.
C'è una precisa scansione dei testi: un metronomo che dà il tempo della lettura.
Non ho certezza che il merito spetti per intero a Teresa Porcella, ma mi pare di riconoscerne la 'mano' sicura ed esperta.
Se così fosse, affidare a lei la cura di un libro così poco circoscrivibile è stata una magnifica idea.
Accanto a Teresa Porcella, che ha lavorato dietro le quinte, sulla linea del proscenio c'è il binomio Ferraro/Possentini. Tra loro si percepisce una bella armonia, probabilmente dovuta al desiderio di entrambe di 'farsi un regalo'. 


Barbara Ferraro tale desiderio lo dimostra, e mi pare lo dichiari, nell'essersi concessa un testo, diciamo così, quanto meno liminare alla poesia.
Lei, per attitudine e storia personale, ama curare l'uso della parola e il registro scelto per il libro credo vada letto in tale prospettiva. Accanto a questo ha voluto regalarsi anche un viaggio nel suo mondo interiore, nella sua emotività.
Dall'altra parte, Sonia Marialuce Possentini fa altrettanto: si concede un viaggio in territori che di rado frequenta. Allo stesso modo di chi scrive, lei esplora tecniche e mezzi non così consueti che però le danno la possibilità di lasciare indietro lo spessore della materia pittorica per privilegiare, per esempio, la trasparenza e imprevedibilità dell'acquerello. E sembra tanto contenta di poterlo fare in tutta libertà. E noi, con lei.


Un altro anello le tiene unite: a entrambe è stata offerta l'occasione di mettere nero su bianco (ma anche viola, rosso, blu, rosa... eccetera) una loro prova d'autore. In tal senso è bellissimo vedere come testi e immagini dialoghino tra loro, come l'immagine dia forma alla sensazione.
Ma c'è un ma.
Ed è proprio qui che si genera un dubbio che da tempo mi si presenta davanti ad alcuni libri per l'infanzia.
Considerando come prerequisito necessario il fatto che un libro di qualità debba possedere un suo quoziente di valori (una buona storia da raccontare, un bel modo per raccontarla con parole e immagini, un buon congegno per attivare il pensiero di chi lo guarda e lo legge, un bell'oggetto in sé. Cosette così) a me pare sempre più urgente che esso contenga anche qualcos'altro. E penso a una voce, a uno sguardo, a un pensiero che -in tutta onestà- siano in grado di tenere conto dell'infanzia cui si rivolgono.
Libri come A colori, mi fanno vacillare. Nella lettura mi sono mancati spesso quegli appigli a cui tutti i lettori, e sottolineo tutti, avrebbero potuto attaccarsi per goderne: poche seppie e poche albicocche e qualche contrasto di troppo tra immagine e testo.
Sono innegabili tuttavia alcuni aspetti di oggettiva bellezza che non vorrei andassero dispersi e così son qui, come prima di un salto, che mi macero nel dubbio a quali mani affidarlo.


Carla