I NOSTRI FUOCHI D'ARTIFICIO
CHE SPARIAMO NELL'ETERE
PER FARE LUCE
PER FARE RUMORE
PER FARE MERAVIGLIA
E PER FARE FESTA
Il meglio di...
un anno di libri, un anno di ragionamenti,
un anno di recensioni su Lettura candita.
Per ogni libro, il nostro perché
(BUM!)
(BUM!)
Gennaio 2019
perché
"Ha la forma della
poesia, ma può diventare quasi una ninna nanna Qui ci sono le
altalene. Se sussurrata, può addormentare i bambini e le bambine
fin dal primo giorno che tornano a casa dopo il parto. Le parole che
contiene sono una bella promessa di tutto quello che potrà venire.
In verità però
questa poesia con una musica dentro e sotto non è nata per
addormentare. Al contrario è nata per svegliare, per solleticare chi
è in cammino ed ha ancora strada da fare e fa fatica a venirci
incontro.
Questa poesia è stata
pensata per tutti i piccoli prematuri che del mondo non hanno provato
ancora nulla, perché sono lì un po' sospesi, tra il qui e il là.
Loro davvero sono su
un'altalena che però non li fa volare al vento, ma li tiene chiusi
dentro scatole trasparenti. La loro precaria posizione non trova
sicurezza nelle corde o nelle catenelle, ma è legata a tubicini e a
macchine complesse.
E loro sono lì che si
dondolano avanti e indietro."
perché
"è una storia che gioca
sulla sottile linea di demarcazione fra reale e fantastico: abbiamo a
che fare con un ragazzino dotato di una grande immaginazione o la
realtà ha degli aspetti che non possiamo spiegare? Tutto ruota
intorno alla malattia della madre, oppure davvero in mare ci sono
pesci che cercano di unirsi ad alcuni umani speciali? Essere Fish Boy
vuol dire solo essere un eccellente nuotatore? Il tema della ricerca
scolastica si inserisce nella narrazione e non è casuale: tratta
della misteriosa scomparsa in mare di velivoli o imbarcazioni, di cui
si sono perse completamente le tracce: come dire, ci sono più cose
in cielo e in terra di quante siamo in grado di spiegare.
La lettrice e il lettore sono coinvolti
in questi dilemmi e credo si possa dire che il romanzo, scritto con
grande fluidità e un invidiabile ritmo, si lascia leggere a diversi
livelli, come avventura, o come metafora della vita, quando
attraversa momenti cruciali, di confine fra un prima e un dopo."
Febbraio 2019
perché
"Shaun Tan vola, è il
caso di dirlo, sempre altissimo.
In un libro di poche pagine, in una rapida sequenza di frasi compresse crea un'icona di enorme potenza. Ed è lo stesso Tan a dirci che tanto del suo lavoro intorno a Cicala è stato quello di togliere, togliere, togliere. Per arrivare a mettere su carta solo il necessario. Infatti Cicala è immediatamente un'icona.
Da qualsiasi punto si voglia partire per ragionarci intorno, si trovano agganci che ne consolidano il senso e lo status di simbolo.
Uno. La cicala, animale che per eccellenza rappresenta la pigrizia, qui è lavoratore instancabile. Con riscatto finale.
Shaun Tan non ha paura di affondare le mani nel mito, nella favola di sempre, per darne una sua lettura e spiegazione originale.
Sarà difficile, da adesso in poi, d'estate, tra le cicale che friniscono, non andare con il pensiero alla sua Cicala libera e in pensione. E sarà difficile non sentirsi, con le dovute proporzioni, presi in giro come membri di quella stessa umanità che le libere cicale irridono."
Due...
In un libro di poche pagine, in una rapida sequenza di frasi compresse crea un'icona di enorme potenza. Ed è lo stesso Tan a dirci che tanto del suo lavoro intorno a Cicala è stato quello di togliere, togliere, togliere. Per arrivare a mettere su carta solo il necessario. Infatti Cicala è immediatamente un'icona.
Da qualsiasi punto si voglia partire per ragionarci intorno, si trovano agganci che ne consolidano il senso e lo status di simbolo.
Uno. La cicala, animale che per eccellenza rappresenta la pigrizia, qui è lavoratore instancabile. Con riscatto finale.
Shaun Tan non ha paura di affondare le mani nel mito, nella favola di sempre, per darne una sua lettura e spiegazione originale.
Sarà difficile, da adesso in poi, d'estate, tra le cicale che friniscono, non andare con il pensiero alla sua Cicala libera e in pensione. E sarà difficile non sentirsi, con le dovute proporzioni, presi in giro come membri di quella stessa umanità che le libere cicale irridono."
Due...
perché
"La scelta della Einaudi Ragazzi di
pubblicare questa graphic novel individua automaticamente un target
preciso, le ragazzine e i ragazzini delle scuole medie, anche se il
testo è godibilissimo anche per lettrici e lettori decisamente più
grandi; mi sembra un’operazione editoriale coraggiosa e giusta, che
coglie nel segno di una delle caratteristiche più vistose dei tempi
correnti: l’idolatria dell’immagine, l’assoggettamento di tante
e di tanti a cliché sfornati dagli ‘influencer’ e dall’esercito
di abili pubblicitari, al servizio delle società di marketing.
Ma nello stesso tempo è una storia
semplice, raccontata con garbo e con una moderata dose di ottimismo."
Marzo 2019
perché
"Si
legge in un fiato la nuova piccola storia dei fratelli Janne e Ulf.
Ed
è di nuovo un piccolo esempio di perfezione racchiusa in sole 45
pagine, illustrazioni di Markus Majaluoma incluse.
In
uno spazio di scrittura e di tempo narrativo che per altri sarebbero
esigui e asfittici, Ulf Stark è in grado di mettere sul tappeto un
bel numero di cose...
perché
Tutto
questo ha come sfondo il racconto di una quotidianità casalinga che
è un vero piacere assaporare con la lettura. E non a caso mi pare si
possa parlare di sapore o di odore o di rumore. Tutto passa
attraverso una percezione sensoriale: dalla promiscuità tra fratelli
nel bagno, sputi nel lavabo, alle macchie di cibo sulla faccia,
polvere sotto i divani, piedi che spuntano dalle coperte.
Bello,
come sempre. Anche per quel 'morsicare' al posto di 'mordere'."
"Non è solo ambizione ad aver guidato
Sabina Radeva, brillante autrice inglese, a cimentarsi con qualcosa
che sembra impossibile: ridurre in un albo illustrato il testo sacro
della biologia moderna, ‘L’origine delle specie’ di Charles
Darwin. Credo ci sia anche una grande autentica passione.
Sabina Radeva ha una solida formazione
scientifica e nello stesso tempo è una valente illustratrice e
quindi ha tentato l’impresa impossibile: ed ecco davanti a noi
‘L’Origine delle Specie di Charles Darwin’, pubblicato da
Mondadori, un bel libro illustrato che riassume con semplicità e
precisione i termini essenziali della teoria dell’evoluzione."
Aprile 2019
perché
"Lobel, e lo
attestano le Caldecott e le Newbery Medals vinte, fa parte di quella
nutrita schiera di autori americani (o ivi trapiantati) che dalla
fine degli anni Cinquanta fino a tutti gli anni Settanta ha dato vita
a un'epoca d'oro per il libro illustrato. Un disegno molto classico
in una impaginazione altrettanto rispettosa dei canoni, Rana e
Rospo sempre insieme rivede la luce grazie a una colta politica
di progetto che qui si deve a Babalibri, ma anche diversi altri editori hanno
intrapreso.
Non si tratta solo di omaggi ai Padri e alle Madri della
contemporanea letteratura illustrata, quanto anche di un'esigenza di
riconfigurarsi, editorialmente parlando, su un canone che garantisca
la qualità migliore all'interno di un panorama che sempre più
spesso non dimostra di saper essere all'altezza delle aspettative."
perché
"Sono scelte che non passeranno
inosservate e che secondo me hanno un grande valore, quello di
anticipare in qualche modo le scelte di lettura più mature, mettendo
in fila personaggi femminili forti, diversi, originali, in qualche
caso trasgressivi.er i lettori e le lettrici più
giovani ci sarà sicuramente il gusto della scoperta: ‘Zazie nel
metrò’, o ‘Bibi. Una bambina del nord'. Per quelli o quelle più
allenati, il piacere di ritrovare, di rispolverare letture giovanili,
o meno, ritrovandosi nel ritratto proposto da Beatrice Masini, che,
appunto, dà una lettura per niente rassicurante, sottolineando
sempre la forza, l’originalità, la libertà di queste splendide
bambine, o donne, di carta.
Quanto ai ritratti proposti da Negrin,
appare originale e adeguata la scelta di connotare stilisticamente
in modo differente ciascun personaggio rappresentato, cercando di
aderirvi o di trasmettere lo spirito di quel momento."
"La
qualità del contenuto è tutta nella capacità di Pauli di
mettere in uno scenario autentico una sequenza di dialoghi
'impossibili'.
E
ulteriormente, lo spessore di queste conversazioni arriva
dall'impronta filosofica che esse hanno.
Rigo
e Rosa possono essere la rappresentazione in carne e pelo di come sia
l'amicizia, ma questo non rende giusto merito a ciò che
non sta in superficie, ma che prende corpo solo facendo sedimentare
lentamente i dialoghi divertenti e surreali di quei due. Ricorda, in
questo, la capacità di lettura del mondo in chiave filosofica che va
riconosciuta ad autori come Toon Tellegen o, talvolta, Bernard Friot.
In
sostanza si tratta di avere uno sguardo che sappia leggere la
profondità e lo sappia fare con leggerezza."
perché
"riesce a rendere chiaro qualcosa che qualcuno tende a dimenticare,
cioè che l’Olocausto ha rappresentato il punto più oscuro della
Storia umana, talmente oscuro da inghiottire anche la possibilità di
narrazione; anche i personaggi delle fiabe, che possono rassicurare i
piccoli con la loro magia, sono ammutoliti di fronte all’orrore
fatto realtà.
Dunque la necessità del ricordo, il
ripetere inesausto le vicende dei sommersi e dei salvati, dei
portatori di morte e dei ‘giusti’, capaci di umili indispensabili
eroismi. Nel racconto, efficacemente sono rappresentati i personaggi
di questa tragedia: chi si asservì al nemico, chi voltò la testa
dall’altra parte, chi divenne eroe suo malgrado.
Ne viene fuori un romanzo non comune,
che per il linguaggio e l’evocazione di ambientazioni magiche può
essere proposto a lettrici e lettori dai dodici anni in poi, ma credo
possa essere realmente apprezzato a partire dai quattordici anni,
quando vi è maggiore consapevolezza della Storia e si può collocare
il racconto nell’ambito etico che gli appartiene."
Giugno 2019
perché
"Concepito
come un monolite dal punto di vista della costruzione narrativa, Il
nostro avvenire dorato, compreso il finale letteralmente
travolgente, ha molte qualità al suo attivo: l'universalità delle
questioni che solleva e la relative prospettiva di lettura; una
robustezza di impianto da romanzo classico; una capacità di rendere
visiva, immaginifica, la narrazione che, in alcuni passaggi, diventa
vero e proprio cinema sulla pagina (Heivisj ne è protagonista assoluto); più di un paio di piccole perle,
brevi digressioni, incastonate nella narrazione più grande (una su tutte la storia di Trudi Strutto);
un'indagine introspettiva sulla protagonista che dà dell'età di
passaggio una chiave di lettura profonda, complessa e onesta; un
crescendo 'drammatico' nel racconto della guerra, quella combattuta
da chi è rimasto a casa.
E
su tutto, a tenere insieme tanta bellezza, una scrittura fluida,
tradotta con il consueto garbo e sensibilità.
Non
leggerlo sarebbe un peccato."
perché
"è interessante la riflessione sul
‘passato’. Per Osh il passato è un bagaglio ingombrante, di cui
non vuole quasi avere ricordo; per Crow, al contrario, il passato è
un tassello mancante, un pezzo della sua storia che si perde
nell’indistinto. E dunque per lei è una necessità ineludibile
ricostruire i passaggi, individuare le persone, dare un senso al sua
arrivo nell’isolotto di Osh. Questo tema si collega all’altro,
altrettanto interessante, dei legami di sangue, o presunti tali,
confrontati con le relazioni reali, con l’esserci affettivamente,
svolgendo un ruolo, al di là delle relazioni di parentela.
Tematiche, come si vede, che hanno a che fare con l’identità,
quella essenziale richiesta di individuazione così presente nelle
teste degli adolescenti. Anche in questo romanzo l’azione,
raccontata in alcuni tratti a ritmo serrato, si accompagna a una
grande capacità di ricostruzione delle atmosfere familiari
attraverso gli oggetti di vita quotidiana, gli animali che
condividono la vita dei protagonisti, i diversi personaggi secondari."
[continua]
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