Una luce in soffitta, Shel Silverstein (nella voce di Damiano Abeni)
orecchio acerbo 2025
POESIA ILLUSTRATA
"Metti qualcosa
Fa’ un disegno un po’ matto,
scrivi una poesia scombinata,
canta una canzone biascicata,
usa il pettine come strumento musicale.
Balla una danza stramba
in cucina di sera,
metti nel mondo una cosa leggera
che prima non c’era."
La poesia non la puoi spiegare.
Shel Silverstein non lo puoi spiegare.
L'unica cosa possibile e onesta da fare è leggere - dritti dritti - le sue poesie e godersi quella linea nera apparentemente incerta e talvolta tremolante che ha il dono di chiudere in sé un gioco, uno scherzo, un nonsense, un bel po' di ironia, diverse rasposità e sempre molta verità.
Per queste due ragioni l'unica cosa che penso si possa fare è quella di aprire il libro e leggerlo e sfogliarlo.
Ed è esattamente questa la cosa che mi ero prefissa di fare, andando a Bologna per la fiera.
Come avrei potuto spiegare in due parole l'arte di un gigante?
Potevo solo metterla in mostra ed è esattamente ciò che ho fatto: ho aperto il libro decine di volte e a chi avevo davanti ho letto poesie di zio Shelbi, nella pimpante traduzione di Damiano Abeni che è come il burro sul pane quando si tratta di tradurre Silverstein, da Alla ricerca del pezzo perduto in poi...
E cosa è successo? Nessuna delle persone a cui l'ho letto, seppure in modo molto parziale (una o due poesie contro le centotrentatrè che contiene il libro di più centosettanta pagine...) è andata via senza averlo sottobraccio.
La medesima cosa la si può fare qui.
- A proposito di verità e di bambini:
Preghiera del bambino egoista
Adesso che mi preparo per andare a letto
prego che il Signore mi tenga protetto,
e che se muoio mentre dormo
i miei giocattoli levi di torno
così gli altri bimbi non se li portano via...
E così sia.
oppure
Esé
Ieri sera a letto meditavo parecchio
quando un Esé mi è entrato nell’orecchio
e tutta la notte ha ballato e fatto festa
cantandomi la canzone Esé nella testa:
Esé a scuola vado male?
Esé hanno chiuso la piscina comunale?
Esé qualcuno mi mena?
Esé mi avvelenano la cena?
Esé comincio a frignare?
Esé, malato, finisco per schiattare?
Esé la maestra mi boccia?
Esé un pelo verde sul petto mi sboccia?
Esé nessuno mi gradisce?
Esé un lampo mi colpisce?
Esé non cresco più?
Esé la testa mi casca giù?
Esé non pesco un bel pescione?
Esé il vento mi strappa l’aquilone?
Esé scoppia una guerra?
Esé i miei divorziano?
Esé l’autobus è in ritardo?
Esé i denti mi crescono storti?
Esé mi strappo i pantaloni?
Esé non imparo mai a ballare?
Tutto sembra normale, a posto, ma poi
l’Esé di notte colpisce ancora, ahinoi!
- A proposito di verità e cura del mondo
Qualcuno deve
Qualcuno deve lucidare le stelle,
paiono un po’ troppo fioche.
Qualcuno deve lucidare le stelle,
perché le aquile, gli storni, le oche
si lamentano che sono consunte e brunite,
ne vogliono di nuove, che non possiamo comprare.
Per cui prendete gli stracci,
i saponi e i solventi
e lucidate le stelle,
ridatecele splendenti.
oppure
Il timone di Dio
Dio mi domanda con un sorrisino:
«Ti piacerebbe essere Dio per un pochino
e guidare il mondo?»
«Oh» rispondo, «ci provo.
Come mi muovo?
Mi puoi pagare?
Cosa mi dai da mangiare?
Quando smonto?»
«Ridammi il timone!» ordina Dio.
«Non sei ancora pronto.»
- A proposito di rapporto felice tra testo e immagine
Gran bel tuffo
Il tuffo più elaborato mai tentato
l’ha fatto Melissa di Prato.
Dal trampolino si è lanciata in aria
scuotendo testa e capelli con boria.
Ha fatto 34 carpiati, avvitamenti e capriole,
un quadruplo rovesciato alto verso il sole,
e nove volte un mortale con la ruota.
Poi ha guardato giù...
la piscina era vuota.
oppure
Snap!
Stava aprendo l’ombrello
perché la pioggia era prevista.
Abbiamo sentito come un colpo di pistola
o lo schiocco di una tagliola
e nessuno l’ha mai più vista.
- A proposito di nonsense e di grandi traduttori
L’Iochì con un Giustocosa
Toc toc!
Chi è?
Io!
Io chi?
Giusto!
Cosa è giusto?
Iochì!
Questo voglio sapere!
Ma cosa vuoi sapere?
Io chi?
Sì, giusto!
Giusto cosa?
Sì, ho un Giustocosa al guinzaglio!
Giusto... cosa al guinzaglio?
Sì!
Sì cosa?
No, Giustocosa!
Quello voglio sapere!
Te l’ho già detto: Giustocosa!
Giusto... cosa?
Sì!
Sì cosa?
Sì, è qui con me!
Cosa è con te?
Il Giustocosa.
Siamo lui e io.
Io chi?
Sì!
Pussa via!
Toc toc...
oppure
Hurkoro
Vorrei giocare a tennis e non andare dal dentista.
Vorrei giocare a calcio e non andare dal dottore.
Vorrei giocare a Hurkoro e non andare al lavoro.
Hurkoro? Hurkoro? Cos’è l’Hurkoro?
E chi lo sa. Sempre meglio che andare al lavoro.
Ecco. Tutto qui, otto cose leggere che prima non c'erano
Carla