IL PUNTINO DI CONTATTO
Babalibri 2025
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 6 anni)
"SULL’ARANCIA ERA POSATA UNA FARFALLA BLU.
QUANDO IL FRUTTO CADE, LA FARFALLA VOLA VIA...
«FIN QUI TUTTO BENE» DIRETE VOI... SÌ, MA ASCOLTATE IL RESTO!
LA FARFALLA BLU ATTERRA POCO LONTANO, SUL MUSO DI UN TOPOLINO
CHE DORME DELLA GROSSA. CON IL SUO DELICATO BATTITO D’ALI,
GLI SOLLETICA IL NASO...
ED ECCO CHE IL TOPO INIZIA A STARNUTIRE, E NON RIESCE PIÙ A FERMARSI.
«FIN QUI TUTTO BENE» DIRETE VOI... SÌ, MA ASCOLTATE IL RESTO!"
Chiaro il gioco?
Il topo cerca un posto più tranquillo per poter smettere di starnutire. Così quando vede l'asino ci salta sopra, ma uno starnuto fa sobbalzare l'asino che, imbizzarrito, comincia a correre e a sballottare il mercante che ha in groppa, per poi schiantarsi su una pacifica mandria di cammelli che partono all'impazzata in tutte le direzioni. Compreso il mercato che mettono a soqquadro... babbucce spaiate, spezie rovesciate e tappeti a brandelli.
Qui bisogna intervenire. La cittadinanza infuriata si rivolge al gran sultano che - nella sua infinita saggezza - emette una sentenza nei confronti dei cammelli che si scagionano facilmente, indicando l'asino come il vero colpevole che a sua volta fa il nome del topo.
Questa è la storia di una povera arancia che non poté discolparsi.
Ma poi diventa la storia di 10 pesanti cocomeri da regalare a un'innamorata che alla fine si ridurranno al nocciolo (!), pur mantenendo la loro attrattiva...
La frase Fin qui tutto bene! a me fa venire in mente il film francese L'odio, in cui si racconta che un uomo, precipitando dal 50 piano, per farsi coraggio, a tutti i piani ripeteva a sé stesso fin qui tutto bene... Il film francese, di Kassovitz, è un film durissimo quanto bellissimo. Un film dove davvero precipita. Quindi vedere questa frase che mi riporta a quella periferia parigina in bianco e nero e grigio in un Superbaba tutto rosa fa il suo bell'effetto.
A separare immediatamente i due contesti ci pensano gli acquerelli sempre così luminosi di Gréban e il fatto che la storia, al suo interno, allude evidentemente all'effetto farfalla, quello di Turing e poi di Edward Lorenz, sul battito d'ali di una farfalla che potrebbe essere la causa di un uragano altrove...
Ma per un puntino Gréban, Kassovitz e Lorenz sembrano proprio toccarsi, ossia in tutti i casi il senso ultimo della frase: sperare che le cose possano migliorare.
Anche nel libro di Gréban l'appoggiarsi di una farfalla che poi diventa un precipitare rocambolesco di topi su asini e poi di asini su cammelli e quindi di cammelli su banchetti del mercato ha una sua ineluttabilità: tutto sta precipitando verso il peggio.
Ma siccome siamo in un libro per bambini e non in un film sull'emarginazione di una banlieue francese, e non stiamo discutendo di modelli matematici, tocca dare una seconda possibilità al destino e trovare una soluzione che rimetta tutto in ordine.
Gréban, che ambienta la storia in un Medio Oriente non meglio identificato - ma cammelli, suk, fez e sultani, scimitarre, archi e cupole islamici e teiere di metallo inciso farebbero oscillare tra Marocco e Turchia - affida al sultano il compito di far tornare tutto a posto, individuando il colpevole.
E così come era andato crescendo il parapiglia sempre più grande, dalla metà in poi del libro si va a ritroso fino a tornare alla magnifica arancia di partenza.
A voler proprio cercare il pelo nell'uovo, l'arancia, come tutti gli altri personaggi coinvolti, è frutto (!) di un meccanismo ineluttabile e più grande.
Lei come gli altri sono concause. Il famoso concorso di colpa...
Ma tant'è è lei sola a farne le spese.
E perché? Perché è l'unica che non può difendersi al tribunale del gran sultano e quindi tanto meno prendersi la sua responsabilità, solo in quota parte.
La seconda storia, anche questa, ma per motivi diversi, andrebbe ben discussa. Come la precedente, anche qui è intorno a un frutto che si ruota: il cocomero.
E, simmetrica al precedente crescendo, qui si assiste a un diminuendo dei cocomeri e a un crescendo delle dimensioni degli aiutanti del giovane innamorato.
La grazia di queste due piccole storie sta proprio in questo loro essere circolari, nel loro interno ripetersi, nell'essere movimentate, ma pur sempre tiritere, utilissime per chi sia alle prime armi con la lettura.
Per entrambe però, a lettura fatta, si potrebbe aprire un bel dibattito. Discutere sulle responsabilità con la prima e con la seconda ragionare ed eventualmente ribellarsi all'idea che le ragazze siano tutte golose, sensibili, romantiche e con il cuore tenero e i maschi tutti... timidi.
Tzè.
Carla