Come esattamente un anno fa, prendendo il nome da un titolo da un meraviglioso racconto di Saki.
E nasce dal desiderio di di togliere dall'oblio di un ripostiglio quei libri di orecchio acerbo (clic) che - per l' imbarazzo che nasce da un conflitto di interessi patente - non hanno meritato a tempo debito neanche una riga su questo blog.
Visto che l'imbarazzo è comunque inevitabile, la rubrica avrà una cadenza vacanziera.
Date queste premesse, la rubrica si sarebbe potuta anche chiamare: In punta di piedi, Tutto cambia, Vacanze o ancora Oltre il giardino.
Ma non è successo.
Gli esploratori della sera, Anne Brouillard (trad. Paolo Cesari)
orecchio acerbo 2024
ALBI ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"La giornata sta finendo. È un po’ dolce e un po’ triste.
Si sente il mormorio del mondo che si fonde nella notte: il rumore lontano di una strada,
la musica di un carretto dei gelati, voci ovattate che si chiamano...
Martino sa sempre dov’è Dudù. Con Mimì è diverso.
Lei è lì. Poi non è più lì."
Martino, il suo peluche Dudù e la gatta Mimì hanno giocato insieme per tutto il pomeriggio nel bosco che confina con il giardino di casa. Hanno inventato una capanna, hanno inventato una battuta di pesca, si sono arrampicati sull'albero per vedere il mondo dall'alto.
Ma adesso è l'imbrunire. La luce del sole cala e Martino con il fedelissimo Dudù decidono di tornare verso casa. Solo Mimì si dirige altrove e sparisce...
I gatti son così. Tra i tre è lei quella che ha il coraggio, la voglia e forse anche il bisogno di esplorare la notte.
Martino e Dudù rientrano e vengono accolti e avvolti dalle luci della casa, da una cena con mamma e papà. E quando si fa l'ora di andare a dormire il piccolo Martino continua a sbirciare dalla finestra per cercare di vedere se la gatta Mimì stia tornando.
Di lei nessuna traccia. Martino cede al sonno.
Ma con il favore della notte, la notte fonda, la gatta silenziosa rientra, e con un lieve miagolio si annuncia e sale sul letto dove Martino dorme e Dudù veglia...
A ogni estate c'è un libro di Anne Brouillard di cui parlare.
E questo può solo essere un bene.
L'anno passato, nel Ripostiglio del 23 agosto c'era Nino.
Una storia che con questa ha molti punti di contatto.
Lì come qui si ritrova la passione di Anne Brouillard per le storie dove mondi differenti si toccano e si penetrano a vicenda. Il mistero del bosco, il selvatico odore di una foresta confina con il mondo conosciuto che ci siamo costruiti: la nostra casa, i nostri affetti.
Lì come qui ci sono personaggi che fanno la spola tra le ombre di un bosco e la tranquillità di una casa.
Lì come qui si esplora una zona di confine anche temporale. Il giorno finisce e comincia la notte.
Lì come qui ciò che un adulto potrebbe credere inanimato, ossia un peluche, si rivela agli occhi dei bambini, come qualcosa di molto vero e molto vivo!
Questi sono temi così cari ad Anne Brouillard che proprio non può fare a meno di farli entrare nelle sue storie.
Il bambino Martino e il suo peluche, che porta un nome che non a caso allude al nome che hanno i pupazzi in Francia (in francese, doudou), sono esploratori a mezzo servizio.
La vera esploratrice è naturalmente Mimì.
Lei ha ancora più fresco di Martino il desiderio di sentirsi parte di una natura che la contenga.
I bambini, e Peter Pan ce lo ha insegnato, quando nascono hanno molto chiaro il ricordo di essere parte di qualcosa di molto più grande di loro.
Loro sanno, ovvero possono ancora ricordare, di appartenere alla natura, come un filo d'erba o come una puzzola.
Il loro crescere, lentamente, li porta a dimenticare, ogni giorno che passa, questa loro selvatichezza.
A tale proposito, illuminante come sempre il pensiero di Giorgia Grilli su questo stato dell'anima dell'infanzia. Da leggere.
Questa condizione dell'infanzia, Anne Brouillard la conosce e la racconta da sempre.
Qui però ne segna anche il percorso verso l'oblio.
Martino e il suo peluche sentono di appartenere anche al mondo 'civilizzato' e usano il bosco come un parco giochi.
Però non lo si può negare: c'è un'ora precisa in cui ciascuno di noi sente una sorta di malinconia, di struggimento, un richiamo forte che ci fa scegliere, sera dopo sera, tramonto dopo tramonto, la sicurezza di un rifugio caldo e illuminato.
Noi, purtroppo, non siamo gatti (o almeno non lo siamo più...)
Mimì invece è gatto e il mondo a cui appartiene di istinto è l'altro, ma un letto morbido, un bambino che ti coccola e una ciotola piena al tuo ritorno possono ben valere qualche compromesso...
Carla