PRIMA È, MEGLIO È...
(trad. Alessandra Scali)
Iperborea 2025
NARRATIVA ILLUSTRATA PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Poi Mamma Mumin si mise a raccontare di quando era piccola, dei tempi in cui i Mumin vivevano nelle case degli esseri umani - preferibilmente dietro le loro stufe di maiolica.
'Magari qualcuno di noi ci vive ancora' disse 'nelle case che hanno mantenuto le stufe di una volta. I termosifoni non fanno proprio al caso nostro'. 'Ma a quei tempi gli umani lo sapevano che c'eravamo anche noi?' chiese Mumin.
'Sì, alcuni sì.' rispose Mamma Mumin. A volte se erano da soli e sentivano un brivido sulla nuca, allora capivano che eravamo lì con loro.'"
Ora la vita dei Mumin è molto diversa.
Per esempio, adesso come adesso, il piccolo Mumin, per mano a Mamma Mumin sta camminando ormai da giorni nella grande foresta in cerca di un luogo adatto dove costruire una casa che li accolga entrambi per il loro letargo invernale. Con i piedi a mollo per la grande inondazione dovuta alla grande pioggia, avanzano a fatica.
Loro non sopportano il freddo (per questo le stufe di maiolica), ma fortunatamente Mamma Mumin nella sua borsetta ha sempre quattro cose essenziali: zucchero, caffè, polverina contro il mal di pancia e calzini asciutti. Mentre avanzano a fatica, papà Mumin non è con loro perché è partito per uno dei suoi viaggi ed è scomparso da un bel po', non restano soli a lungo: sul cammino incontrano Sniff, che al loro invito, decide con entusiasmo di seguirli.
Saranno loro tre a incontrare nella palude il Serpente Gigante, e poi Tabacco che, con la sua musica, ammalia il Serpente. Intorno a fuoco, i quattro girovaghi bevono assieme un bel caffè, ma all'invito a unirsi al piccolo gruppo, Tabacco rifiuta: lui è uno spirito troppo libero per farsi coinvolgere nella ricerca di un posto asciutto e di una casa. Magari si ritroveranno più in là. Magari.
Il loro viaggio prosegue, tra alti e bassi - è proprio il caso di dirlo. Attraversano giardini in cui il latte scorre e lo zucchero filato è al posto della neve e i fili d'erba sono caramelle, vengono poi sbattuti sulle rive di un fiume impetuoso fino al momento in cui trovano tracce importanti di Papà Mumin, nonché un paio di occhiali persi dal vecchio Marabù che per gratitudine... Basta!
In questo libro succedono molte cose inaspettate.
La prima e la più eclatante: sopra il titolo La Valle dei Mumin non compare il nome Tove Jansson come autrice, ma tre cognomi differenti. Due autori del testo e una illustratrice. Il suo nome è "solo" il punto di partenza...
La seconda e altrettanto eclatante: un romanzo dei Mumin si è trasformato in un racconto illustrato. Breve spiegazione di quello che sta capitando in Svezia: sotto l'occhio vigile e attento degli eredi di Tove Jansson (la sua nipote in testa, che firma una sorta di attestato di affetto nei confronti di Tove e della sua opera, auspicando che tutti i bambini che ci sono e che verranno ne possano godere) tre autori si sono metaforicamente messi sulle spalle la grande mole dei suoi romanzi per bambini (in originale: 9 romanzi) e li hanno trasformati in qualcosa di molto simile a un lungo albo illustrato (il testo è ben più lungo), perché appunto possa accedere quello che Sophia Jansson auspica nella letterina iniziale, A te che stai leggendo...: più Mumin ci sono, meglio è.
Breve spiegazione di quello che sta succedendo nel versante italiano è diretta conseguenza di quello che accade in Svezia: i romanzi di Tove Jansson stanno in casa Salani, ma questi lunghi racconti illustrati per più piccoli hanno trovato la loro 'stufa di maiolica' a casa Iperborea.
E in perfetta armonia, come piacerebbe ai Mumin, creaturine gentili per eccellenza, accade che Salani pubblichi proprio ora il romanzo finora inedito in Italia, Il piccolo Troll e la grande pioggia, che è anche il primo che Tove Jansson abbia scritto, e che Iperborea pubblichi il racconto di Haridi, Davidsson, e Heikkilä alle matite, che è di fatto il racconto illustrato del romanzo suddetto, e che, per ovvie ragioni è pensato per lettori più piccoli.
La terza cosa inaspettata e felicissima è averci pensato e, mi verrebbe da dire, aver osato.
Da questa terza cosa scaturiscono tutta una serie di considerazioni più generali.
La più istintiva, in quanto amante dei Mumin, è valutare che più Mumin ci sono in giro, meglio sarà per l'intera comunità dei lettori. E ancora: prima si entra in contatto con il loro magnifico mondo pieno di gentilezza e pace e armonia meglio sarà per la suddetta comunità. In questo senso, quando si svela l'operazione editoriale che c'è a monte viene proprio da pensare che questi 'alboni' illustrati siano propedeutici ai suoi romanzi. Si comincia a frequentare queste creature fin dalla prima infanzia, ci si affeziona, e poi dopo tre o quattro anni che sono stati lì a sedimentare negli immaginari di ciascuno, li si ritrova in un libro di più di centocinquanta pagine, che racconta per filo e per segno quello che qualcuno ci aveva letto ad alta voce, rannicchiati....(cfr la letterina di Sophia Jansson). Va da sé che anche il romanzo può essere letto ad alta voce, e ascoltato rannicchiati, ma questa è un'altra storia.
Una ulteriore considerazione che viene da fare riguardo a questi racconti illustrati concerne la loro struttura. In questa loro forma abbreviata, così rispettosa del loro genitore, è possibile cogliere ancora più evidente la capacità di Tove Jansson di costruire, attraverso un continuo gioco di tensione e rilassamento, una piacevolezza e uno spessore emotivo davvero magnifico.
Neanche un briciolo delle caratteristiche proprie dei romanzi dei Mumin qui è andato perduto: c'è lo spirito della scoperta, dell'avventura, c'è il piacere di fare comunità, famiglia, famiglia allargata, c'è il rispetto e la fiducia reciproci, c'è la magia dei luoghi, c'è una natura forte, c'è la dolcezza diffusa e l'accoglienza programmatica nei confronti di chiunque, c'è la gentilezza, c'è il gusto per la libertà sopra ogni vincolo e convenzione; c'è l'ignoto del fuori e la pace delle case, c'è la giusta dose di freddo e di calore.
Nulla è rimasto indietro, c'è proprio tutto: anche i calzini asciutti.
Lunga vita ai Mumin!
Carla